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Inarcassa, i ministeri vigilanti bocciano la riforma delle sanzioni sui contributi non pagati

Il timore è che l'ammorbidimento delle sanzioni incentivi gli iscritti all'evasione e comprometta la solidità delle finanze pubbliche. Santoro: riesamineremo il provvedimento ma l'impianto fondamentale non si tocca

venerdì 29 aprile 2016 - Redazione Build News

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I ministeri vigilanti hanno bocciato la riforma del sistema sanzionatorio deliberata dal Comitato nazionale dei delegati di Inarcassa (Cassa di previdenza degli ingegneri e architetti) nella seduta del 12 febbraio scorso.

Il ministero del Lavoro, in una nota del 20 aprile, precisa che “In considerazione della rilevanza delle modifiche all'impianto sanzionatorio, che viene particolarmente depotenziato nel caso di ritardato pagamento dei contributi e in considerazione del criterio di registrazione delle entrate contributive in ambito della contabilità nazionale (criterio basato sulla registrazione per cassa), risulta necessario sottoporre all'ente un supplemento di valutazione in relazione sia alla tipologia di intervento e alla dimensione dello stesso sia ai possibili effetti in termini di possibile incentivo alla dilazione del pagamento dei contributi con conseguenze negative per i saldi di finanza pubblica”.

I ministeri vigilanti temono che la riforma del sistema sanzionatorio finisca per incentivare gli iscritti a non pagare e comprometta la solidità delle finanze pubbliche.

LA RIFORMA NEL DETTAGLIO. La riforma ha lo scopo di introdurre una maggiore gradualità sanzionatoria, per tenere conto del mutato quadro generale macroeconomico e dei professionisti in particolare, che ha prodotto significative minori disponibilità finanziarie per il rispetto degli adempimenti nei termini. È stata prevista una modifica dell’art.10 comma 1 del Regolamento Generale di Previdenza 2012 relativo al ritardato pagamento, legando la modalità dell’incremento della sanzione in ordine al periodo di ritardo. Ciò al fine di correlare l’inadempimento al tempo, con una scala crescente, che penalizzi in modo più che proporzionale il ritardo reiterato:

- 0,5% mensile per i primi dodici mesi di ritardo;

- 1% mensile dal tredicesimo al ventiquattresimo mese di ritardo;

- 1,5% mensile dal venticinquesimo mese al trentaseiesimo mese di ritardo;

- 2% mensile dal trentasettesimo mese fino al quarantottesimo mese di ritardo;

- 60% fisso dal quarantanovesimo mese di ritardo.

E’ stato inoltre previsto un ulteriore abbattimento delle aliquote indicate, connesso all’entità dell’importo, a favore degli iscritti che complessivamente abbiano maturato un debito per i contributi dovuti e non pagati:

- del 50% per un debito pari o inferiore a 10.000 euro;

- del 30% per un debito compreso tra 10.001 e 15.000 euro;

- del 20% per un debito compreso tra i 15.001 e 20.000 euro.

Viene anche applicata una riduzione agli istituti di conciliazione ACA (Accertamento con Adesione) e ROP (Ravvedimento Operoso) fino ad un massimo rispettivamente dell’85% in luogo del 70% e del 50% in luogo del 30% qualora il pagamento integrale di quanto dovuto, contributi, interessi e sanzioni, avvenga in unica soluzione entro 60 giorni.

SANTORO: L'IMPIANTO FONDAMENTALE DELLA RIFORMA NON SI TOCCA. Prendendo atto del rigetto di questa riforma da parte dei ministeri vigilanti, il Comitato Nazionale dei Delegati Inarcassa ha sollecitato il Consiglio di Amministrazione “ad assumere con urgenza le iniziative necessarie per consentire il riesame di un provvedimento ritenuto tanto rispettoso dei principi che guidano la gestione della Cassa, quanto non lesivo dei vincoli di finanza pubblica”.

Affronteremo queste difficoltà – ha detto il Presidente Santoro - con rigore e determinazione, coniugando disciplina previdenziale e finanziaria da un lato ed equità dall'altro, attraverso atti adeguati ed efficaci azioni di comunicazione e relazione verso tutte le sedi competenti. Al tempo stesso continueremo a sostenere ed incentivare la professione in un ambito di solidarietà, tutela dei diritti e rispetto degli obblighi: questo e non altro è il compito di Inarcassa.

APPROVATO IL BILANCIO CONSULTIVO 2015. Nella riunione del 28 e 29 aprile, il Comitato ha inoltre approvato il Bilancio consuntivo per l'esercizio 2015. L’anno si chiude con un avanzo economico di 604 milioni di Euro, superiore di 50 milioni (+9%) rispetto al budget ed un patrimonio netto di 8,8 miliardi di Euro contro gli 8,2 dell'esercizio precedente. Il patrimonio per iscritto (52,2 mila Euro) è cresciuto del 6,7% rispetto al 2014, in presenza di una sostanziale stabilità del numero degli associati; al tempo stesso, le prestazioni previdenziali ed assistenziali sono complessivamente aumentate di oltre il 10% (53 milioni di Euro). Risultati conseguiti malgrado un contesto fortemente influenzato sia dalla profonda crisi dei redditi di architetti e ingegneri - basti pensare che il Prodotto Lordo della categoria ha subito una contrazione di oltre il 30% dal 2007 ad oggi - sia dalla crescita delle prestazioni erogate dalla Cassa, in linea con la sua missione di fare del welfare previdenziale un importante ammortizzatore per i liberi professionisti.

Siamo soddisfatti dei risultati del primo esercizio dell'attuale ciclo di Governance di Inarcassa - ha dichiarato Santoro - abbiamo selezionato con cura gli investimenti, gestito con successo il patrimonio, agito con saggezza nei confronti dei problemi posti dall'ambiente esterno e dalle difficoltà professionali delle nostre categorie.

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