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Inarcassa, il 2 luglio l'elezione del nuovo CdA. Da Inarsind le proposte di programma

Il presidente Salvo Garofalo suggerisce una nuova ridistribuzione del 4% con maggiore vantaggio per chi ha meno di 15 anni di contribuzione e/o non raggiunge i minimi contributivi

giovedì 11 giugno 2015 - Redazione Build News

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Dopo il rinnovo del Comitato dei Delegati di Inarcassa, Inarsind (sindacato nazionale degli Architetti e Ingegneri Liberi professionisti) avanza alcuni punti di programma in vista del rinnovo il 2 luglio del Consiglio di Amministrazione della Cassa di previdenza.  

“A favore della democrazia auspichiamo – scrive il presidente di Inarsind Ing. Salvo Garofalo - che gli schieramenti che si sono contrapposti in molte provincie oggi si sciolgano per poi riunirsi su specifici punti di programma che possano accomunare più delegati possibili. Fra i punti che Inarsind ritiene particolarmente qualificanti ne voglio citare qualcuno:

– una nuova ridistribuzione del 4% con maggiore vantaggio per chi ha meno di 15 anni di contribuzione e/o non raggiunge i minimi contributivi;

– una sensibile riduzione delle sanzioni amministrative che tenga conto del periodo di lunga crisi a cui la categoria ha dovuto sottostare;

– una valorizzazione del patrimonio immobiliare vista anche come opportunità “trasparente” di lavoro professionale per gli iscritti e quindi da non affidare a terzi più o meno controllati come Arpinge o i vari fondi o SGR che fanno uscire il patrimonio dalla sfera di controllo del Comitato dei delegati che nella nuova gestione, ci auguriamo, abbiano un ruolo “centrale” nella gestione;

– una seria diminuzione delle spese di funzionamento riducendo il personale, il numero dei delegati nonché le retribuzioni del consiglio di amministrazione, e non occupandosi di attività improprie e/o fuori dallo statuto che comportano dei costi certi e crescenti o rischi significativi (Arpinge, Parching, Inarcheck e Campus Biomedico). Questi risparmi devono essere impiegati per offrire ai colleghi un’assistenza dignitosa in caso di malattia, inabilità, invalidità temporanea o permanente che deve essere necessariamente, al contrario di quel che accade oggi, anche parziale e non riferita ai “gravi eventi” e per reintrodurre una pensione minima certa che non faccia riferimento ai redditi familiari (ISEE) ma guardi alla dignità dell’iscritto;

pagamento del contributo minimo in funzione dell’effettivo reddito prodotto annualmente con la possibilità di riscattare quanto non versato per il raggiungimento del minimo in qualunque periodo anche alla soglia della pensione;

chiusura della Fondazione che non ha raggiunto gli obiettivi prefissati o in subordine profonda revisione dello Statuto al fine di consentire una concreta compartecipazione tra Inarcassa e Sindacati per azioni di promozione e tutela degli interessi della libera professione con attività, visto che il denaro speso è sostanzialmente di Inarcassa (per il 2015 sono stati stanziati oltre 800.000 euro), svolta a favore di tutti gli iscritti a Inarcassa e non ai pochi aderenti alla Fondazione (poco più di 700 nel 2014 con un costo di oltre 1.110 euro per iscritto a carico della collettività);

trasparenza assoluta con tutti i verbali delle adunanze e dei consigli di amministrazione on line nell’area riservata agli iscritti. Studiando la possibilità di trasmettere le riunioni del Comitato dei Delegati in streaming per consentire (a chi lo vuole) una maggiore partecipazione anche attraverso gli strumenti che la rete ci mette a disposizione come ad esempio gli “istant poll”;

miglioramento dei rapporti con gli iscritti: la cassa deve configurarsi come un ente amico, pronto ad intervenire a supporto dei propri iscritti e non a vessarli soprattutto in questo momento di grave crisi.

I sistemi di comunicazione tra ente e iscritti devono essere migliorati consentendo a tutti coloro che ne facessero richiesta di gestire direttamente online la propria posizione, rafforzando i nodi periferici a favore di tutti i colleghi che risiedono in provincia, con certezza nelle tempistiche della gestione delle pratiche.

Noi crediamo – conclude il presidente di Inarsind - che chiunque, senza strumentalizzazione, si impegni a portare avanti almeno questi pochi punti programmatici possa trovarsi in una lista comune e siamo certi che, operando in tal modo, avrà la riconoscenza e, se necessario, il supporto di Inarsind ma soprattutto di tutti gli iscritti di Inarcassa che oggi più che mai hanno bisogno di sostegno, equità, sobrietà e una attenta amministrazione”.

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