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Inarcassa, nel 2015 monte crediti salito a quota 825,7 milioni

Corte dei conti: non ci sono ancora risultati particolarmente positivi in merito all'attività della Cassa per il recupero dei crediti e il controllo della morosità

giovedì 27 luglio 2017 - Redazione Build News

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Sia l’attività di recupero crediti, sia l’attività di controllo della morosità da parte di Inarcassa (Cassa nazionale di previdenza e assistenza degli ingegneri e architetti liberi professionisti) “non hanno ancora fatto registrare risultati particolarmente positivi”.

Lo evidenzia la Corte dei Conti nella Relazione 2017 sull'esercizio 2015 di Inarcassa contenuta nella Determinazione del 25 maggio 2017 n. 42.

La consistenza del monte crediti – rileva la Corte dei Conti - è rimasta elevata e non si riduce significativamente, passando da 619.048 migliaia di euro del 2014 a 616.001 migliaia di euro nel 2015, nonostante le iniziative poste in essere dalla Cassa delle quali si attendono tuttora apprezzabili risultati.

Il bilancio tecnico al 2012, aggiornato nel 2014, presenta una situazione di equilibrio strutturale dei conti finanziari di lungo periodo, evidenziando tuttavia un saldo previdenziale in diminuzione e negativo per circa dieci anni, mentre il saldo corrente è sempre positivo, in quanto l’insufficienza contributiva è compensata dai rendimenti annui del patrimonio”.

LA POSIZIONE CREDITORIA DI INARCASSA NEI CONFRONTI DEGLI ISCRITTI. “La significativa consistenza dei crediti – precisa la Corte dei conti - è stata influenzata, a partire dal 2014, dalle iniziative di accertamento poste in essere dall’Ente, incrementando l’ammontare costituito da contributi non versati e dalle sanzioni comminate.

Nonostante si siano posti in essere degli interventi nell’ambito del processo di recupero dei crediti che hanno determinato una modifica dei criteri in base ai quali selezionare le posizioni da affidare alle società esterne di recupero (dal criterio del recupero dei crediti riferiti all’ultima annualità contabilmente chiusa si è passati al criterio dell’intera posizione contributiva dei professionisti morosi), si è assistito ad una crescita del monte crediti dai 798,8 milioni del 2014 ai 825,7 del 2015. Tale ammontare che, una volta dedotto il fondo svalutazione crediti, è pari a 616.001 migliaia di euro, sconta gli effetti delle dilazioni concesse per il pagamento del conguaglio (ossia la facoltà di posticipare il saldo del conguaglio dei contributi relativi all’anno 2014 al 30 aprile 2016, con applicazione di un interesse dilatorio pari al tasso BCE più il 4,5 per cento applicato ai giorni trascorsi dalla scadenza del 31.12.2015, fino alla data effettiva del versamento).

In data 24 marzo 2016 il Consiglio di amministrazione ha deliberato la nuova procedura per la gestione ed il recupero dei crediti contributivi (accertamento, messa in mora, attivazione azioni di recupero ed eventuale cancellazione per inesigibilità), che è stata inviata ai ministeri vigilanti. Nella relazione al bilancio di previsione 2017 si legge (p.29) che, pur non essendo tenuti alla relativa approvazione, trattandosi di un atto regolamentare interno, essi “hanno tuttavia valutato positivamente il documento e le sue finalità”.”

I CREDITI IMMOBILIARI. Per quanto riguarda la posizione creditoria della Cassa nei confronti dei locatari degli immobili, Inarcassa “ha proseguito, nel 2015, l’attività di recupero dei crediti e di controllo della morosità, già avviata a partire dall’esercizio 2002.

Sostanzialmente la totalità dei crediti risulta soggetta a contenzioso.

La voce crediti verso locatari ha subito nel corso del 2015 una riduzione di 4.751 migliaia di euro rispetto al 2014. Tale variazione, come si evince dalla relazione al bilancio, è riconducibile essenzialmente all’incasso dei canoni nei confronti del Mef (pari a 4,4 milioni di euro)”.

DI SEGNO POSITIVO I RISULTATI ECONOMICI E PATRIMONIALI. “Nell’esercizio oggetto del presente referto i risultati, economici e patrimoniali, dell’attività di Inarcassa sono di segno positivo”, rileva la Corte dei Conti.

Nel 2015, l’avanzo economico ha raggiunto l’ammontare di 604,8 milioni di euro, registrando tuttavia un decremento di oltre 296 milioni di euro rispetto a quello conseguito nell’esercizio precedente che, come da Statuto, viene destinato all’aumento del patrimonio netto.

Le entrate contributive pari a 984,6 milioni di euro, hanno evidenziato una diminuzione del 4,7 per cento rispetto al 2014 a causa della diminuzione dei contributi soggettivi ed integrativi.

Il rapporto tra iscritti e pensionati risulta anche nel 2015 in calo, passando dal valore di 6,5 del 2014 a 6,1 del 2015, in ragione della crescita più che proporzionale del numero dei pensionati rispetto all’incremento netto delle iscrizioni.

Nel 2015 l’indice di copertura, costituito dal rapporto tra entrate contributive e prestazioni previdenziali, è diminuito rispetto al 2014 passando dall’1,92 per cento all’1,73 per cento.

Il patrimonio netto si attesta a 8,8 milioni di euro (8,2 milioni di euro nel 2014). L’aumento rispetto al precedente esercizio è pari all’avanzo economico. Il rapporto tra patrimonio netto e oneri per pensioni in essere al 31.12.2015, calcolato in conformità alla normativa vigente stabilita dall’art. 5 del decreto del Ministero del lavoro del 29 novembre 2007, raggiunge il valore di 16,63, contro il 16,77 del precedente esercizio.

La redditività lorda della gestione immobiliare diretta, in particolare, è pari al 15,83 per cento. Il patrimonio immobiliare risulta conferito per la quasi totalità nella gestione indiretta (oltre il 90 per cento).

La redditività del patrimonio mobiliare che, a partire dal 2012, è stata calcolata recependo le indicazioni della Covip, al netto dei costi indiretti della struttura organizzativa, oltre che dei titoli e dei fondi immobiliari, per il 2015 si attesta al 4,19 per cento, quanto a rendimento lordo (in aumento, rispetto al precedente esercizio, del 3,67 per cento) e al 2,79 per cento quanto a rendimento netto (nel 2014 è stato pari al 2,95 per cento).

Sussiste, pertanto, l’esigenza di proseguire nell’attività di monitoraggio degli investimenti mobiliari, selezionando strumenti finanziari in grado di ridurre al minimo i rischi per il patrimonio della Cassa.

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