Il TAR del Lazio, Sez. III bis, con la sentenza 09987/2020 pubblicata il 1 ottobre, ha accolto il ricorso proposto contro il provvedimento con il quale i Ministeri Vigilanti avevano bocciato gli atti adottati da Inarcassa per aumentare dall’1,5% al 4,5% il tasso annuo di capitalizzazione dei montanti contributivi individuali per gli anni 2014-2015.
Il TAR, considerato che l’istruttoria condotta dalla Cassa ha riscontrato e risolto i rilievi delle Amministrazioni vigilanti e che gli stessi Ministeri non hanno confutato l’esito della verifica effettuata dal consulente del Tribunale, a conferma del rispetto dell’equilibrio di lungo periodo del sistema previdenziale di Inarcassa, ha annullato il provvedimento, condannando i Ministeri al pagamento delle spese di giudizio.
“L’incremento al 4,5% costituisce un importante adeguamento del tasso di capitalizzazione, – dichiara il presidente Giuseppe Santoro – che Inarcassa calcola sulla variazione media quinquennale del monte redditi degli iscritti. Con nostra grande soddisfazione, - prosegue Santoro - il TAR ha legittimato il nostro diritto a porre in atto misure a favore degli iscritti. Viene così confermata la lettura del perimetro e del contenuto dell’autonomia di Inarcassa e, quindi, anche dei limiti dell’esercizio del potere di vigilanza. Ciò – sottolinea il presidente – costituisce un ulteriore passo in avanti a presidio dell’autonomia degli Enti previdenziali privati e privatizzati”.
Queste modalità di rivalutazione dei contributi sono peculiarità del metodo di calcolo contributivo ‘proprio’ di Inarcassa, che consente margini di azione a garanzia della solidarietà e dell’equità infra e inter generazionale. Il passaggio al contributivo non ha modificato infatti il regime di finanziamento del sistema previdenziale della Cassa, che rimane a ripartizione e che consente, sempre nel rispetto della sostenibilità di lungo periodo, importanti interventi, superando il principio di “corrispettività” fra contributi e prestazioni, tipico del metodo contributivo in un finanziamento a capitalizzazione.
IL COMMENTO DI INARSIND. Da Inarsind arriva un forte plauso ad Inarcassa “per l’incisiva azione legale a tutela degli ingegneri e architetti liberi professionisti” che ha portato al riconoscimento, da parte del Tar, “dell’aumento dall’1.5% al 4,5 % del tasso annuo di capitalizzazione dei montanti retributivi” che i Ministeri vigilanti avevano tentato di bocciare.
In una lettera dei vertici Inarsind, rivolta al presidente di Inarcassa si legge, infatti, che “Inarsind si complimenta con il presidente Inarcassa, Giuseppe Santoro e il suo Cda per essersi opposto al provvedimento con il quale i Ministeri vigilanti avevano bocciato gli atti adottati da Inarcassa per aumentare dall’1.5% al 4,5 % il tasso annuo di capitalizzazione dei montanti retributivi”.
Secondo Inarsind “la sentenza del Tar rende giustizia ad una lunga battaglia intrapresa da Inarcassa. Battaglia che andava combattuta, perché quel testo del comma 6 del Regolamento generale di previdenza 2012 di Inarcassa - che si pretendeva di ignorare da parte dei ministeri vigilanti - rappresenta un caposaldo dell’identità dell’ingegnere e dell’architetto libero professionista iscritto ad Inarcassa”.
Tutto questo perché, secondo l’associazione di rappresentanza sindacale di ingegneri e architetti liberi professionisti, “il tasso annuo di capitalizzazione, strumento fondamentale per la determinazione dell’ammontare del montante previdenziale di ogni iscritto, viene messo dal comma 6 nelle mani degli iscritti.
È quindi un caso di homo faberfortunaesuae: il tasso di capitalizzazione è determinato dalla media dei redditi professionali degli iscritti, sono gli iscritti, che con il loro operare determinano l’ammontare del tasso di capitalizzazione”.
Ma non basta. “A questo – precisa la missiva di Inarsind - gli iscritti aggiungono e godono della loro capacità di saper correttamente e positivamente amministrare il loro capitale e, dunque, possono godere dei risultati del rendimento del loro patrimonio previdenziale”.
Inarsind ritiene quindi che “il ricorso vinto al Tar dimostri quanto sia stata buona la gestione di Inarcassa, se confrontata con quella Inps, che ha avuto un tasso di capitalizzazione prossimo a zero % nel periodo 2014-2015 contro il possibile tasso del 4,5% di Inarcassa”.