Inarsind ha richiesto al Presidente ed al Cda di Inarcassa, “a fronte in particolare del momento di grave crisi che si è verificato al 2008 ad oggi che ha significato per moltissimi colleghi, per ragioni indipendenti dalla propria volontà e dalle proprie capacità professionali, l’assottigliarsi dei propri redditi fino ed oltre la soglia di povertà, di apportare delle modifiche alle modalità di pagamento per sanare le posizioni debitorie maturate dagli stessi”.
Inarsind “ritiene fondamentale che Inarcassa mantenga una funzione solidaristica nei confronti dei colleghi che la costituiscono, nell’interesse della sua stessa sostenibilità, risulta palese infatti, dati reddituali alla mano, quanto sia illusorio pensare che questi colleghi possano essere in grado di sanare la propria posizione debitoria secondo le modalità attualmente in vigore.
Si ritiene quindi necessario:
- aumentare la durata della rateizzazione in modo da renderla fruibile da chi si trovi in ristrettezze economiche (72-120 rate mensili a seconda dell’entità del debito e della situazione specifica, con un minimo mensile che potrebbe essere di 150 euro);
- consentire a chi arrivasse all’età pensionabile con un debito di poterlo sanare con una trattenuta percentuale sulla pensione (considerando il debito anche in relazione all’aspettativa di vita);
- valutare le situazioni di indigenza, in base ai redditi ed alla situazione patrimoniale, per le quali rinunciare alla riscossione di sanzioni e interessi sulle stesse (es. chi avesse per più di tre anni un reddito inferiore a quello determinante il pagamento del contributo minimo);
- consentire la partecipazione alle procedure di affidamento di servizi di ingegneria ed architettura bandite dalla PA anche in pendenza della regolarità contributiva con l’impegno alla cessione del credito a Inarcassa in caso di aggiudicazione dell’incarico e all’avviamento di un processo di regolarizzazione con rateizzazione (andrebbe coperta prima la parte contributiva e successivamente quella sanzionatoria).
Alla luce delle recenti modifiche approvate in merito alla riduzione delle sanzioni ed alla possibilità di cessione del credito nei confronti dalla PA a Inarcassa, si ritiene che quanto richiesto, con particolare riferimento all’ultimo punto, risulti compatibile con questi recenti sviluppi e ne rappresenti un’estensione che nulla toglie alla stabilità di Inarcassa mettendo invece in condizione di sanare i propri debiti quei colleghi che altrimenti finirebbero in un “loop”: avendo una posizione debitoria, non avendo disponibilità economica per affrontare un ravvedimento con le attuali caratteristiche, non c’è la possibilità di accedere ad incarichi da parte della PA non potendo esibire la regolarità contributiva, quindi la posizione debitoria non può essere sanata anzi va costantemente ad aggravarsi e qualora i colleghi inizino il percorso di ravvedimento operoso, con la rateizzazione odierna, con il solo intento di poter accedere alle procedure di affidamento, si vedono poi costretti a non portarlo avanti in quanto gli risulta insostenibile”.