Rilanciare gli investimenti nel settore delle Costruzioni attraverso un percorso di sburocratizzazione e semplificazione delle procedure legate alla progettazione, alla costruzione e alla manutenzione di qualsiasi tipologia di edificio o infrastruttura, stabilendo procedure snelle, con utilizzo di un codice e un regolamento che non necessitino di provvedimenti straordinari. Questa sarebbe l’ideale best practice attesa da Inarsind, l’Associazione di intesa sindacale che riunisce gli ingegneri e architetti liberi professionisti italiani.
“Ci permettiamo suggerire al Governo - afferma il presidente nazionale Inarsind, Roberto Rezzola in un documento di approfondimento destinato, come stimolo operativo, a Confprofessioni - di varare un vero rinnovamento con un ‘trampolino di lancio’ chiaro, semplice e comprensibile operando in modo sistematico con la riformulazione o l’applicazione di temporanee moratorie agli articolati di legge vigenti dei quali già esistono le testimonianze digitali”.
“Ma oggi – spiega Inarsind - siamo di fronte ad una nuova fase che, purtroppo, resta ancora interlocutoria, se è vero, come è vero, che la parte più interessante della bozza del Decreto Rilancio, quella riguardante la digitalizzazioni del Paese e dei rapporti tra la Pubblica Amministrazione, le Imprese, i professionisti e i cittadini, demanda la sua reale applicazione a decreti attuativi di là da venire.
Per il resto, il testo del Decreto Semplificazioni, approvato salvo intese, pur proponendosi di declinare operativamente alcune deroghe per consentire al Paese di avere strumenti per avviare il Rilancio, “sembra soprattutto – insiste Rezzola - preoccuparsi di cercare alchimie burocratiche, “provvisori espedienti”, per saltare alcuni controlli, senza rendersi conto di alimentare le disparità tra soggetti concorrenti, né di non garantire una reale parità di condizioni tra di loro: Occorre, invece, trovare le modalità per fare compiere alla P.A. lo straordinario sforzo per velocizzare le procedure in maniera permanente e duratura”.
“Appare veramente paradossale - si legge nella Lettera Inarsind - che, per quel che riguarda le modalità di affidamento di lavori, servizi e forniture, non si voglia entrare nel merito delle modalità con le quali le procedure vengono oggi espletate e si sia scelta, così pare, la strada di abolire del tutto la procedura, come se le modalità con le quali oggi vengono espletate fossero le uniche possibili. Se verrà così convertito, il nascente Decreto Semplificazioni, meriterà, più propriamente, l’appellativo di Decreto Giustificazioni, dato che appare inevitabile avere la sensazione che siano state trovate solo delle scorciatoie che qualcuno potrà anche interpretare come sistemi per non compiere i controlli, tenersi la “mano libera” e agevolare le proprie consorterie”.
“Sembra quasi – prosegue il testo - che nei ‘cassetti’ dei ministeri non vi fossero proposte di miglioramento dell’efficienza: al contrario l’Italia che lavora, produce ed innova, sa già cosa si deve fare. Sarebbe auspicabile, ma noi riteniamo debba essere considerato inevitabile, cogliere l’occasione per dare al Paese procedure snelle e autenticamente semplificate per consentire interventi immediati e la loro declinazione immediatamente operativa, così da proporre gli antidoti al malcostume fino ad oggi troppo spesso applicato di promesse non mantenute”.
Da Inarsind, come sempre, arrivano non solo richieste, ma anche proposte di rilancio. Nel documento, il sindacato degli ingegneri e architetti liberi professionisti spiega che “bisogna lavorare sulla standardizzazione della documentazione di gara e l’unificazione delle piattaforme elettroniche; e lo snellimento delle modalità di assegnazione degli incarichi.
Fondamentali anche alcuni suggerimenti sulla trasparenza, sulle regole pratiche di partecipazione e non ultimo sulla pronta attuabilità delle procedure Sismabonus/Ecobonus.
Interessanti i commenti sulle le finalità dell’Appalto integrato e la limitazione delle attività di Centrali uniche di progettazione con applicazione sistematica delle conferenze di servizi sincrone e l’incentivazione allo smart working ma soprattutto al co-working”.
“Insomma - afferma ancora Rezzola - non è più tempo di attendere oltre le misure per un’autentica ripartenza, pena l'impossibilità, per i tanti rimasti indietro, di non potere più riprendere il passo e dover registrare, oltre la loro perdita, anche l’ennesima occasione perduta per un autentico rinnovamento dell'intera Nazione. Tutto questo si accompagna ad un male peggiore, ovvero il totale immobilismo verso qualunque forma di innovazione e programmazione, verso ogni possibile nuovo assetto del territorio, la trasformazione delle città, le infrastrutture, un'efficace tutela dei beni. Purtroppo, nel Decreto Semplificazioni annotiamo che alcuna semplificazione delle norme è intervenuta, né alcuno snellimento della burocrazia, semmai una produzione bulimica di norme che si stratificano con un inaccettabile ricorso ai rimandi e sostituzioni, e l’onerosa decifrazione per cittadini ed operatori del combinato disposto”.
In conclusione, Inarsind osserva che “In tempi di Covid abbiamo potuto assistere a quanto sia rimasta indietro la P.A. nelle forme di dialogo e contatto con cittadini e utenti, ad oggi e fino al 31 luglio o forse fino al 31 dicembre tenuti lontani non solo dalla porta degli uffici, ma anche da ogni possibilità di contatto a causa della loro arretratezza digitale”.
Il testo integrale del documento è disponibile sul sito www.inarsind.org