“L’ennesimo provvedimento legislativo che lo riguarda, eliminando la possibilità di cessione del credito e/o lo sconto in fattura, determina, di fatto, la fine del superbonus 110%. E’ grave che con lo stesso provvedimento non sia stata data alcuna soluzione per risolvere il problema dei crediti ‘incagliati’, ma anzi, che questa nuova norma abbia di fatto bloccato sul nascere l’iniziativa delle Pubbliche Amministrazioni che nel corso delle ultime settimane si sono impegnate alla sua soluzione deliberandone l’acquisto. E come non pensare, inoltre, che con il blocco immediato tanta attività progettuale già avviata non vedrà alcun esito con conseguenti perdite per tecnici e committenti!”.
Questa forte critica al provvedimento governativo arriva da Inarsind, l’associazione di rappresentanza e tutela di ingegneri e architetti liberi professionisti, che in una nota spiega anche come “le ragioni che hanno determinato questo stop, che arriva inatteso, a soli due mesi dalla legge di bilancio che ne aveva sancito la prosecuzione, seppure con una riduzione del beneficio al 90%, pare siano da trovare nella necessità di ridurre per il 2023 e per gli anni successivi il flusso dei crediti di imposta, anche in considerazione della maggiore somma – circa 50 miliardi – rispetto a quella prevista ed alla luce della recente modifica, di Istat e di Eurostat, sulla qualificazione contabile della categoria dei crediti fiscali a cui il superbonus appartiene”.
“Restano quindi inascoltati – denuncia Inarsind – gli appelli a risolvere un problema che si conosce da mesi e che rischia di bloccare per sempre i lavori già intrapresi, far fallire imprese con conseguente perdita di posti di lavoro, vanificare – anche economicamente – il lavoro dei tecnici, lasciare in estremo disagio famiglie che avevano visto la possibilità di migliorare la propria condizione abitativa: il Governo avrebbe dovuto trovare una soluzione, senza ulteriori rinvii perché seppure è vero che il decreto esclude dal blocco le attività iniziate – e vedremo su questo punto quali e quante precisazioni avremo! – non si può trascurare che rappresenta comunque un chiaro indirizzo che scoraggia l’assunzione di cessioni che ancor oggi sarebbero possibili: e certo non è un caso che siano stati gli istituti bancari, al momento, gli unici soggetti che hanno già manifestato incondizionato consenso al provvedimento”.
“Il blocco del superbonus non eluda – conclude Inarsind – la necessità di riflettere sul processo di riqualificazione, sismico ed energetico, del nostro vetusto patrimonio edilizio, che se de una parte dovrà tener conto dei vincoli di bilancio dello Stato, dall’altra non potrà lasciare i cittadini da soli di fronte a quanto prevede la direttiva europea sulle case green”.