Sicurezza

Incendio in centro a Lodi, consigli e direttive per chi utilizza stufe a fungo

Sicurezza e prevenzione sono i principi che devono ispirare tutti coloro che fanno ricorso alle stufe a fungo per riscaldare i cosiddetti dehors, gli ambienti all’esterno di locali e bar

martedì 28 novembre 2023 - Franco Metta

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Dopo gli attimi di paura e di caos di domenica sera, per l’incendio all’esterno di un bar in centro a Lodi che ha causato l’ustione di tre ragazzi e il danneggiamento degli arredi esterni, ci si interroga sulla sicurezza delle stufe a fungo, spesso utilizzate per permettere di sfruttare i dehor dei locali anche durante il periodo invernale. Per dehor (termine francese) si intendono come noto tutti quegli elementi mobili posti suolo pubblico come spazi esterni ad attività e locali, arredati e predisposti per l'attività di ristorazione e somministrazione di bevande e alimenti. La struttura del bar invece non ha riportato danni.

Secondo i primi accertamenti effettuati dalle autorità infatti a generare il principio di incendio sarebbe stato l’uso di una bottiglia di Gpl (Gas propano liquido) che alimenta la stufa esterna.

Le indagini dovranno certamente approfondire anche la dinamica, stabilire se vi è stato un uso improprio, ovvero un errore umano, oppure se si è trattato di un difetto della stufa o della bottiglia di combustibile, certamente di natura imprevedibile. Non vi sono comunque allo stato attuale elementi che possano ricondurre l’accaduto a un evento “doloso”. Si dovrà anche stabilire se in quello spazio esterno fosse consentito fumare, dal momento che a priori non si può nemmeno escludere questa come possibile causa.

Il ruolo della prevenzione

Per tutti i locali che utilizzano stufe a fungo un ruolo importante lo gioca come sempre la prevenzione. Può essere utile stipulare una polizza antiincendio che copra anche gli spazi esterni e la responsabilità civile verso i frequentatori del locale che potrebbero venire coinvolti, oltre che per i beni di proprietà. È poi consigliato far effettuare almeno una volta all’anno un controllo di manutenzione delle stufe a fungo da personale specializzato, meglio se prima dell’inizio della stagione. Bisogna tenere il fungo all’aria aperta, non in posti chiusi o troppo caldi. Inoltre non possiamo farne uso in ambienti sotterranei, o posizionati a meno di due metri da una caldaia. Per sostituire o installare la bombola occorrerà richiedere l’intervento di personale tecnico. L’area nella quale viene si intende posizionare la stufa con la bombola deve essere ben ventilata in modo naturale. Infine prima di posizionare un fungo a GPL in un luogo pubblico o un’attività commerciale bisogna richiedere un sopralluogo da parte di autorità competenti.

Direttive dei Vigili del Fuoco

Oltre ai consigli dettati dal buon senso vi sono però anche le direttive dei Vigili del Fuoco da tenere in considerazione prima e dopo l’acquisto: gli apparecchi devono essere provvisti di marcatura “CE” e devono essere installati ed utilizzati secondo le istruzioni fornite dal fabbricante.

L’installazione è vietata negli ambienti chiusi (come ad esempio i luoghi di culto) ed è consentita in aree all’aperto o in spazi ampiamente ventilati quali portici, tettoie, e simili; l’apparecchio deve recare la seguente avvertenza, direttamente sul suo involucro o su una placca ben visibile all’utente: “L’uso di questo apparecchio in ambienti chiusi può essere pericoloso ed è vietato” - poiché il GPL è un gas più pesante dell’aria - è vietata l’installazione in spazi interrati o a livello più basso del suolo come pure a distanza minore di 2 m da caditoie non sifonate e griglie di aerazione; le bombole non allacciate agli apparecchi, anche se vuote, non devono essere tenute in deposito nell’attività o nelle pertinenze della stessa anche se all’aperto; l’installazione/sostituzione delle bombole deve essere effettuata esclusivamente da soggetti in possesso di attestato di formazione ai sensi del D.Lgs. 128/2006; gli apparecchi con bombole allacciate possono essere tenuti in deposito all’aperto sino a un quantitativo massimo di 70 kg di GPL, secondo la norma UNI 7131, in luoghi in cui non sia possibile la manomissione da parte di persone non autorizzate; gli apparecchi e le relative bombole allacciate – sempre in analogia alla norma UNI 7131 – possono essere tenuti in deposito anche all’interno dell’esercizio, in vani di volume superiore a 10 m 3, per un quantitativo massimo di GPL che dipende dalla cubatura dell’ambiente (per esempio in locali di cubatura compresa tra 20 e 50 m3 è consentito tenere in deposito fino a due apparecchi dotati di relativa bombola allacciata per una capacità complessiva non maggiore di 20 kg di GPL); è vietato, in ogni caso, tenere in deposito apparecchi e relative bombole allacciate in locali classificati con pericolo d’incendio (es.: autorimesse, cucine, centrali termiche, locali tecnici, ecc.); i locali in cui vengono tenuti in deposito gli apparecchi e le relative bombole allacciate devono essere ventilati in modo naturale e devono avere una porta prospiciente l’esterno. I locali stessi devono essere dotati di una o più aperture permanenti di ventilazione situate a una quota prossima a quella del pavimento.

I locali in cui vengono tenuti in deposito gli apparecchi e le relative bombole allacciate non devono avere comunicazione con vani interrati; l’utilizzo di impianti alimentati a gas combustibile, in un luogo di lavoro, non può prescindere da un’attenta valutazione del rischio nonché dalla corretta informazione e formazione dei lavoratori relativamente ai rischi connessi, in conformità a quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008.

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