Secondo la relazione del Nucleo antincendi dei Vigili del Fuoco, depositata in Procura, i pannelli che rivestivano la facciata della Torre dei Moro di via Antonini a Milano non erano ancora omologati in Italia. Forniti dal produttore spagnolo Alucoil alla ditta italiana Zambonini, i pannelli, collocati tra le due facciate a vela, avevano un’anima di 3 millimetri di polietilene rivestita da due strati di 0,5 millimetri di alluminio. L’omologazione da parte della Direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica del ministero dell’Interno sarebbe stata rilasciata soltanto il 3 maggio 2010, dopo le prime tre forniture. Una quarta fornitura, invece, “non è stata accompagnata dalla prevista dichiarazione di conformità”.
Non solo: anche l’installazione del rivestimento sarebbe avvenuta “in maniera difforme” rispetto a quanto previsto dal certificato di prova rilasciato dall’Istituto Giordano il 3 agosto 2009. La Moro Costruzioni, secondo i Vigili del Fuoco, non avrebbe controllato le “modalità realizzative sia durante l’esecuzione dei lavori che all’atto del collaudo” e non avrebbe verificato le “carenze documentali” relative ai pannelli forniti.
“La sottile parete in lamierino di tamponatura”, si legge nella relazione, “ha collassato sotto l’effetto termico” e le sporgenze tra le due “vele” hanno generato “angoli che hanno favorito l’aumento delle temperature, lo sviluppo verticale del fuoco e l’innesco dei materiali presenti”. In sintesi, la Torre dei Moro era “caratterizzata da una forma geometrica con evidenti funzioni estetiche che, però, ha contribuito (fattore forma, comportamento materiali e ventilazione) allo sviluppo dell’incendio.”
I tecnici dei VV.F. puntano l’attenzione anche sull’impianto antincendio, che non ha funzionato a dovere: l’acqua della riserva idrica “non aveva di fatto la pressione sufficiente per essere portata ai vari piani dell’edificio dove era in corso l’incendio generalizzato.
Le ipotesi sull’origine del rogo
Secondo i Vigili del Fuoco, l’ipotesi più probabile è che l’incendio sia scaturito da un mozzicone di sigaretta gettato incautamente dalla finestra e finito su un sacchetto di spazzatura lasciato su un balcone sottostante. Molto più rara e “di difficile accertabilità” l’ipotesi che l’innesco sia stato causato da un effetto “lente”. Escluse invece le ipotesi di un incendio doloso e di un cortocircuito.
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