L’incendio di via Antonini a Milano ha sollevato numerosi interrogativi in merito alla sicurezza degli edifici e sulla necessità di una maggiore prevenzione antincendio. Sulle cause del rogo che domenica 29 agosto ha divorato quasi completamente il grattacielo conosciuto come Torre dei Moro si possono soltanto fare ipotesi: sono in corso le indagini della procura di Milano e i rilievi da parte dei Vigili del Fuoco, che dovranno chiarire anche come abbiano fatto le fiamme a propagarsi così in fretta. È notizia di oggi il sequestro di tutta la documentazione relativa al progetto della torre, per verificare se vi siano state irregolarità di qualche tipo.
Quello che è certo è che l’edificio è stato ultimato prima dell’emanazione della lettera circolare 5643 del 2010, che parlava proprio dei “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”, e prima delle linee guida dei VV.F. elaborate nel 2013 e recepite dal nuovo Testo Unico nel 2019.
Anche in mancanza di norme cogenti — le linee guida hanno infatti solo il valore di raccomandazione — oggi le conoscenze progettuali per prevenire e ridurre il rischio di incendi esistono, e devono essere applicate seguendo la deontologia professionale e la regola dell’arte.
Di questo e di altri temi connessi al rischio di incendio delle facciate abbiamo parlato con l’Ing. Davide Luraschi, docente del Politecnico di Milano, Presidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, esperto di progettazione antincendio.
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