“Serve un cambio di passo: la creatività progettuale non è in conflitto con le normative, se queste sono garanzia di sicurezza" queste le parole di Davide Luraschi, ingegnere e docente al Politecnico tra i massimi esperti di incendi sulle facciate.
Alla sua richiesta fanno eco anche Paolo Migliavacca, ROCKWOOL Italia, Alberto Zanni, CONFABITARE e Enrico Vizza, UIL LOMBARDIA.
La sicurezza antincendio e la normativa di riferimento, quindi, sembrano tornare sotto i riflettori solo in occasione di eventi infausti che attirano l’attenzione pubblica. A due anni dal tragico evento della Torre dei Moro, i fatti di cronaca – come quello di via Lagrange a Torino o recentemente ai Colli Aniene a Roma – continuano a raccontarci di incendi e pericoli e delle facciate come un elemento di rischio per i cittadini e per gli edifici stessi.
Cosa dicono le statistiche?
L’Annuario Statistico 2023 del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco attesta che gli incendi in luoghi di civile abitazione, ambienti a uso particolare come le scuole ed esercizi commerciali, riguardano il 25% degli interventi per un totale di oltre 63.000, evidenziando come il fenomeno sia molto più frequente rispetto a quanto riportato dai media.
Serve una normativa precisa
Alcuni di questi incendi possono essere evitati da una normativa più precisa in particolare sulla scelta dei materiali da utilizzare in facciata. Nel caso della Torre dei Moro in via Antonini a Milano, il fuoco si è propagato proprio dalla facciata che aveva degli elementi combustibili. Una situazione che non riguarda solo quello specifico edificio: nel corso delle indagini è emerso che “materiali identici e stesse tecniche di messa in opera sono utilizzati in Italia e in altri paesi per le facciate di svariati edifici pubblici e civili”. Si parla di edifici come ospedali, hotel, aziende e data center .
“Nel caso specifico di Torre dei Moro, l’utilizzo di materiali combustibili non è stata una scelta che ha portato a un gran risparmio – commenta Paolo Migliavacca di ROCKWOOL; soluzioni più sicure avrebbero avuto un’incidenza di costo maggiore per soli 0,95 €/m2”.
La tragedia della Grenfell Tower
La tragedia della Grenfell Tower di Londra, che nel 2017 si è trasformata in una torcia di fuoco provocando la morte di 72 persone, è maturata a seguito di un’incauta opera di riqualificazione energetica che ha foderato l’edificio di materiale combustibile. Questo fa riflettere sulla situazione italiana. Il Superbonus ha dato una grande spinta al rinnovamento degli edifici favorendo investimenti anche per il cappotto termico sulle facciate. Secondo il Monitoraggio Enea, gli interventi di efficientamento energetico sostenuti dal Superbonus 110% nel 2022 sono stati circa 359.000, per un ammontare di 68,7 miliardi di euro. La normativa attuale però non garantisce una maggiore sicurezza antincendio per gli edifici coinvolti. Un edificio più efficiente dal punto di vista energetico, infatti, non è necessariamente più sicuro: non essendoci vincoli di utilizzo di materiali incombustibili in Italia, i lavori di rinnovamento delle facciate possono addirittura aumentare il profilo di rischio dell’immobile.