Solare, fotovoltaico e schermature solari

Incentivi Conto Energia, le conseguenze delle nuove regole Gse

assoRinnovabili: l’imprenditore non è incoraggiato a eliminare eventuali inefficienze e inevitabilmente si andrebbe incontro al deterioramento dell’intero parco produttivo

giovedì 7 maggio 2015 - Redazione Build News

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assoRinnovabili interviene nuovamente sul Documento Tecnico di Riferimento per il mantenimento degli incentivi in Conto Energia, pubblicato nei giorni scorsi dal Gse (LEGGI TUTTO), e torna a chiedere che il Gestore dei Servizi Energetici “elimini immediatamente ogni limite all’energia incentivabile a seguito di interventi sugli impianti. Diversamente, l’Associazione non esiterà ad agire in tutte le competenti sedi a tutela degli interessi dei propri Soci. Una segnalazione (vedi in allegato, ndr) con richiesta di intervento è già sul tavolo del Mise”, avverte assoRinnovabili.

Dunque, l'Associazione si prepara a dare battaglia: non solo ribadisce con forza l’assoluta contrarietà all’adozione di qualsiasi atto che, in assenza di una precisa norma, pretenda di fissare, con efficacia retroattiva, un limite massimo alla quantità di energia incentivabile prodotta dal singolo impianto, ma attacca la logica irragionevole che è alla base di tale provvedimento che, di fatto, punisce gli operatori che effettuano interventi di efficientamento o anche solo di manutenzione del loro impianto.


LE CONSEGUENZE DELLE NUOVE REGOLE GSE. “Facciamo l’esempio di un imprenditore - dichiara Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili - con un impianto fotovoltaico poco performante che decide di effettuare un intervento di efficientamento o anche di semplice manutenzione (come la sostituzione di alcuni componenti deteriorati) al fine di migliorarne la producibilità. La soglia massima incentivabile verrebbe calcolata in base al massimo valore di energia che l’impianto ha prodotto negli ultimi tre anni (incrementato del 2%). In altri termini, l’operatore avrebbe diritto a ricevere incentivi solo per un quantitativo di energia misurato sulla base del periodo in cui l’impianto non produceva nelle sue piene potenzialità, cristallizzando una situazione già negativa, che lo danneggerebbe ulteriormente. In questo modo l’imprenditore non è incoraggiato a eliminare eventuali inefficienze per migliorare le performance degli impianti (ricordiamo che performance migliori significano più energia pulita) ed inevitabilmente si andrebbe incontro al deterioramento dell’intero parco produttivo”.

“La funzione e l’obiettivo delle politiche incentivanti europee e nazionali - continua Re Rebaudengo - è la creazione di un mercato dell’energia pulita e, a tal proposito, gli impianti esistenti per i quali gli investimenti sono già stati sostenuti, costituiscono un valore per l’intero sistema e devono essere utilizzati al massimo della loro potenzialità per il bene del Paese. Mantenere impianti che funzionano e producono significa, non dimentichiamolo, permettere ad un settore industriale di svilupparsi, creando ricchezza, posti di lavoro stabili e, non da ultimo, attirare importanti investimenti sul territorio. Le Regole pubblicate dal GSE che frustrano e puniscono l’operatore sembrano andare proprio nella direzione opposta!”.

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