In tema di incentivi alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, secondo assoRinnovabili i regimi introdotti dal DM 6 luglio 2012, pur con limiti ed errori, vanno nella giusta direzione di favorire un accompagnamento delle fonti rinnovabili verso una piena competitività di mercato.
In vista dei prossimi cicli di programmazione per gli anni dal 2015 al 2020, l'Associazione porta all’attenzione del Governo alcune proposte correttive dei sistemi incentivanti oggi vigenti in Italia, suddivise in tre principali aree di analisi: 1. revisione contingenti tra tecnologie e feed-in; 2. revisione modalità di accesso ai regimi d’incentivazione; 3. revisione altri aspetti.
REVISIONE CONTINGENTI TRA TECNOLOGIE E FEED-IN
In tale gruppo di proposte si presentano le proposte dell’Associazione sui volumi dei contingenti.
PROPOSTA 1: Creazione di un contingente dedicato per le integrali ricostruzioni
Gli interventi di integrale ricostruzione avranno nei prossimi anni una crescente importanza, poiché giungeranno al termine del periodo di incentivazione numerosi impianti che oggi godono del regime dei Certificati Verdi o del regime CIP6. Al fine di favorire un virtuoso rinnovamento del parco impianti e un allineamento agli importanti progressi tecnologici nel frattempo intervenuti, sarebbe utile individuare un contingente dedicato, oltre a prevedere delle procedure autorizzative accelerate (eventualmente con apposito DM a parte, peraltro già atteso ai sensi dell’art. 5 del DM 6 luglio 2012). Tali considerazioni assumono maggiore rilevanza nel caso dell’idroelettrico che necessita di interventi di tal genere anche a tutela del patrimonio idrogeologico del Paese.
Effetti sul sistema
Favorire le ricostruzioni e i rifacimenti avrebbe un impatto di grande efficientamento sul sistema, poiché permetterebbe di innalzare la potenza di energia rinnovabile installata (i progressi tecnologici degli ultimi anni hanno prodotto macchine di potenza ed efficienza superiori, a pari territorio utilizzato) a costi limitati (gli incentivi per questi interventi sono inferiori, poiché si utilizzano una serie di infrastrutture già realizzate per l’intervento a nuovo).
PROPOSTA 2: Introduzione di contingenti separati per biogas agricolo e industriale
Si propone di tenere distinti gli impianti agricoli da quelli industriali alimentati a rifiuti poiché riguardano fasce di potenza distinte. I contingenti di potenza dovrebbero essere distinti tenendo conto che gli impianti a biogas agricolo sono generalmente i piccola potenza mentre quelli industriali, invece, sono di maggiore potenza.
Effetti sul sistema
Si permetterebbe uno sviluppo del settore più organico e completo con copertura dei vari segmenti.
PROPOSTA 3: Accordi bilaterali con Paesi Ue che prevedono quote di contingenti incentivati all’estero
Stipulare un accordo bilaterale con gli Stati Ue che prevedono nelle loro normative la possibilità di “sfruttare” i loro contingenti per l’installazione di impianti al di fuori dei confini nazionali: ad esempio l’attuale normativa tedesca prevede già la possibilità che il 5% del contingente incentivato possa essere destinato ad installazioni al di fuori dei confini nazionali ma solo con gli Stati aventi sottoscritto un accordo bilaterale. Si fa presente che nel 2017 saranno messi ad asta 2.500 MW di eolico, per cui 125 MW potrebbero pertanto essere potenzialmente installati al di fuori della Germania.
Effetti sul sistema
Aumento delle possibilità di sviluppo per il settore.
PROPOSTA 4: Riequilibrio contingenti eolici
I risultati delle aste e dei registri hanno reso evidente l’esistenza, per alcune tecnologie, di un’incongruenza tra il dimensionamento del contingente, da un lato, e il potenziale di sviluppo e i costi di investimento dall’altro. Ciò si è verificato in particolar modo nei contingenti relativi alle aste riservate agli impianti eolici off-shore, rivelatisi sovradimensionati rispetto alle effettive possibilità di sviluppo della tecnologia. Di contro, per l’eolico on-shore, le domande pervenute per i registri e le aste sono state superiori ai relativi contingenti. Si considera, dunque, opportuna la riallocazione di una quota rilevante dei quantitativi dedicati all’eolico off-shore ai contingenti di aste e registri per l’eolico on-shore.
Effetti sul sistema
Le potenzialità di sviluppo dell’eolico on-shore sarebbero sfruttate meglio, non precludendo al contempo la possibilità per l’eolico off-shore di iniziare un percorso di crescita, non appena le condizioni di contesto lo permetteranno.
PROPOSTA 5: Riequilibrio tariffa impianti idroelettrici tra 500 e 1.000 kW
Attualmente la tariffa attribuita agli impianti idroelettrici tra 500 e 1000 kW si trova matematicamente non coerente con quelle per impianti sotto i 500 e sopra i 1000. Si suggerisce quindi che venga ritrovata una coerenza nella curva decrescente.
Effetti sul sistema
Una tariffa maggiormente in linea con i capex e gli opex specifici di tali impianti contribuirebbe a sbloccare questa taglia di impianti, oggi gravemente penalizzata, e ad evitare comportamenti strumentali di down-grading della potenza presentata a registro.
REVISIONE MODALITÀ DI ACCESSO AI REGIMI D’INCENTIVAZIONE
Tale gruppo di proposte mira a risolvere le criticità evidenziate nei criteri di partecipazione ai meccanismi di aste e registri, nonché all’accesso diretto.
PROPOSTA 6: Spostamento al primo posto dei criteri di priorità nel regime dei registri della data di richiesta d’iscrizione per i progetti dichiarati idonei, ma non ammessi in un registro precedente
Le richieste d’iscrizione a registro dichiarate idonee in un dato anno, ma non ammesse per mancanza di contingente incentivabile disponibile (la cosiddetta “Tabella C” dei risultati pubblicati dal GSE) dovrebbero beneficiare del primo criterio di priorità nel registro dell’anno successivo.
Effetti sul sistema
Si darebbero maggiori possibilità di realizzazione a progetti di impianti di media taglia, ad oggi pressoché impossibili perché i contingenti vengono costantemente saturati dai progetti di piccola taglia che godono di priorità di accesso.
PROPOSTA 7: Introduzione dello scorrimento per i progetti dichiarati idonei, ma non ammessi
Le richieste d’iscrizione a registro dichiarate idonee in un dato anno, ma non ammesse per mancanza di contingente incentivabile disponibile (la cosiddetta “Tabella C” dei risultati pubblicati dal GSE) dovrebbero beneficiare del meccanismo di scorrimento della graduatoria nel caso in cui progetti assegnatari di potenza incentivabile rinunciassero o non dovessero riuscire a entrare in esercizio nei termini previsti all’art. 11. Allo stesso modo, anche nel caso delle aste sarebbe opportuno inserire tale criterio qualora, come probabile, alcuni dei progetti assegnatari rinunciassero o non dovessero riuscire a entrare in esercizio nei termini previsti all’art. 16.
Effetti sul sistema
Si assegnerebbe in tempi molto brevi potenza incentivabile tornata disponibile a progetti già dichiarati idonei.
PROPOSTA 8: Introduzione di registri dedicati per impianti tra 1 MW e la potenza di soglia a valere sulla potenza incentivabile non assegnata con procedure d’asta
Per ovviare al blocco de facto per iniziative comprese tra 1 MW di potenza elettrica o di concessione e la potenza di soglia come definita al punto q) dell’art. 2 del DM 6 luglio 2012, si propone di introdurre la possibilità per i proponenti di scegliere, in alternativa, di concorrere ad un registro dedicato che assegni la potenza elettrica eventualmente non assegnata con la procedura d’asta della stessa fonte. Poiché in diversi casi (emblematico l’esempio dell’idroelettrico) la potenza elettrica disponibile a base d’asta non è stata assegnata, questa misura permetterebbe di distribuire potenza incentivabile e di fatto di realizzare impianti di taglia superiore al MW con incentivi più bassi.
Effetti sul sistema
Più spazio per progetti di taglia media, ad oggi sostanzialmente non realizzati a causa del criterio di priorità che privilegia gli impianti di piccole dimensioni.
PROPOSTA 9: Riduzione da 1 anno a 6 mesi del periodo intercorrente tra un bando e il successivo
I contingenti annui di potenza dovrebbero essere assegnati in due tranche semestrali. È troppo penalizzante attendere un periodo di tempo che può arrivare fino a oltre 12 mesi dall’ottenimento dell’autorizzazione (nel caso in cui venga ottenuta subito dopo la chiusura di un bando) prima di potere essere certi dell’eleggibilità al meccanismo di incentivazione. Si propone quindi che vi siano 2 tranche di iscrizione al registro e all’asta con cadenza semestrale per dimezzare il periodo di tempo di eventuale attesa a seguito dell’ottenimento dei provvedimenti autorizzativi.
Effetti sul sistema
Si accorciano i tempi medi tra l’ottenimento dell’autorizzazione e l’ottenimento del diritto alla tariffa incentivante.
PROPOSTA 10: Introduzione del deposito cauzionale dopo 6 mesi dall’assegnazione di contingente a registro
I produttori degli impianti iscritti a registro dovrebbero versare una cauzione dopo 6 mesi (o altro periodo) per confermare la posizione, altrimenti decadono dal diritto. In questo modo, colui che ha la certezza di realizzare l’impianto non farà particolare fatica a versare tale cauzione, mentre coloro che non vogliono più realizzarlo o hanno elevati dubbi di realizzazione sono costretti ad assumere una decisione per non tenere bloccato un incentivo inutilmente. Il valore della cauzione potrebbe essere legato alla taglia impiantistica.
Effetti sul sistema
Le risorse non verrebbero bloccate a lungo (ad oggi fino a 36 mesi) da progetti che presentano difficoltà realizzative di qualsiasi tipo.
PROPOSTA 11: Massimizzazione efficacia progetti aggiudicatari delle procedure d’asta
Al fine di massimizzare l’efficacia dei progetti aggiudicatari dell’asta in termini di realizzazione, favorendo il rispetto del percorso di crescita della generazione da fonti rinnovabili tracciata dal Piano di Azione Nazionale (PAN), si propone la sostituzione dell’attuale sistema di garanzie per la partecipazione all’asta (fideiussioni), con deposito cauzionale da versare su c/c vincolato del GSE, di importo pari almeno all’attuale fideiussione definitiva (10% del valore convenzionale dell’investimento).
In secondo luogo, per rendere più veloce l’eventuale rimessa in circolo dei MW assegnati, ma che difficilmente si tradurranno in impianti, si propone di verificare dopo 1 anno l’effettiva volontà di proseguire con la realizzazione del progetto mediante:
- documentazione attestante l’avvio lavori di realizzazione dell’impianto;
- presentazione di contratti – senza condizioni precedenti - per un valore pari almeno al 70% di quello del progetto, dichiarato in sede di iscrizione all’asta.
Allo stesso scopo si può valutare in alternativa l’introduzione di un’escussione parziale al 50% del deposito cauzionale per le rinunce che avvengono entro sei mesi dall’assegnazione della potenza incentivata.
Effetti sul sistema
Le risorse verrebbero assegnate solo ai progetti più solidi, portati avanti prevalentemente da soggetti industriali. Di conseguenza si limiterebbe (o perlomeno si terrebbero impegnate le risorse coinvolte per un tempo minore) il rischio di assegnazione a soggetti estremamente aggressivi nelle offerte di ribasso, ma con scarse possibilità di realizzare l’impianto.
PROPOSTA 12: Prevedere una soglia di potenza per l’accesso diretto agli impianti a bioliquidi sostenibili
A differenza delle altre fonti (biomasse e biogas) e nonostante la crisi settoriale che coinvolge gli impianti a bioliquidi, il decreto non prevede la possibilità a impianti di piccola taglia alimentati a bioliquidi sostenibili di accedere direttamente ai meccanismi di incentivazione.
Effetti sul sistema
Semplificare l’accesso al sistema anche per gli impianti a bioliquidi di piccola taglia, anche per evitare ci sia discriminazione con le altre fonti.
PROPOSTA 13: Estensione dei criteri d’accesso ai rifacimenti per gli impianti idroelettrici
Il decreto spalma incentivi volontario ha limitato di molto la possibilità di accedere ai rifacimenti. Ad oggi solamente gli impianti che hanno aderito a tale norma, quelli che hanno terminato gli incentivi entro il 31.12.2014 e quelli che non sono incentivati potranno effettuare rifacimenti incentivati. Poiché sono numerosi gli impianti idroelettrici presenti nel territorio italiano che non ricevono attualmente incentivi e che necessitano di opere di rifacimento, anche a tutela del patrimonio idrogeologico del paese, sarebbe opportuno:
- estendere il range del rapporto R (necessario al calcolo del coefficiente di gradazione D previsto al punto 4.2 dell’Allegato 2) dall’attuale 0,15-0,50 a 0,10-0,50;
- estendere il termine di rientro in esercizio degli impianti oggetto di rifacimento dagli attuali 24 mesi a 30 mesi.
Effetti sul sistema
Con questa misura si permetterebbe di intervenire più efficacemente sul rinnovo degli impianti idroelettrici storici, che forniscono una quota pari a oltre il 30% del totale dell’energia verde italiana.
PROPOSTA 14: Possibilità di prenotazione della potenza incentivata per impianti ad accesso diretto
Al fine di evitare il rischio di non accedere ai regimi incentivanti a causa del raggiungimento del cap di 5,8 miliardi, sarebbe opportuno prevedere per i piccoli impianti che ottengono l’incentivo con accesso diretto e sono tenuti alla richiesta di incentivo solo successivamente all’entrata in esercizio dell’impianto, la facoltà di presentare una fideiussione del 10% del valore del progetto già debitamente autorizzato al fine di prenotare preventivamente la potenza incentivata necessaria.
Effetti sul sistema
Chi investe negli impianti più piccoli avrebbe la certezza di avere accesso agli incentivi, prima di iniziare la costruzione dell’impianto stesso.
REVISIONE ALTRI ASPETTI
Tali proposte mirano a chiarire le questioni ancora aperte sia per gli impianti esistenti che per quelli futuri, al di là delle prossime aste.
PROPOSTA 15: Cancellazione dell’ancoraggio a Re 2012 dell’incentivo alle bioenergie post Certificati Verdi
L’art. 19 del DM 6 luglio 2012 definisce l’incentivo che verrà riconosciuto, per il residuo periodo di diritto successivo al 2015, alla produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili in regime di certificati verdi. Tale incentivo è definito dalla formula:
I = k x (180 – Re) x 0,78
dove Re è il prezzo di cessione dell’energia elettrica registrato nell’anno precedente e definito dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico.
Per le bioenergie solide e liquide fu previsto un ancoraggio a Re 2012 al fine di preservarle dagli effetti di un previsto incremento dei prezzi dell'energia elettrica, con conseguente riduzione dell'incentivo determinata dalla formula di calcolo, ma anche dal probabile aspetto inflattivo sulle materie prime che vanno acquistate per la combustione. Essendo inoltre impianti complessi, necessitano di una significativa manodopera per il loro funzionamento, energia per gli ausiliari, prodotti chimici, smaltimento di ceneri etc.
Si propone quindi di cancellare questa eccezione poiché il diverso e imprevisto andamento dei prezzi dell'energia elettrica (Re), variabile basilare della formula che determina l'incentivo, ha determinato una penalizzazione anziché il riconoscimento di una tutela a queste fonti, come da intenzioni originarie.
Effetti sul sistema
La modifica rappresenterebbe semplicemente il ripristino di un meccanismo che il legislatore aveva già riconosciuto opportuno e che gli eventi hanno vanificato. Gli impianti a bioenergie beneficerebbero dello stesso incentivo destinato alle altre fonti.
PROPOSTA 16: Cancellazione del meccanismo di favore per le Amministrazioni pubbliche, previsto dalla lettera h), comma 3 dell’art. 4 del DM 6 Luglio 2012
È opinione dell’Associazione che un sistema incentivante non debba favorire gli enti pubblici quando agiscono da enti privati, così come previsto dalla lettera h), comma 3 dell’art. 4 del DM 6 Luglio 2012, che prevede per gli impianti di proprietà di enti pubblici una potenza doppia per l’accesso diretto agli incentivi (quindi senza ricorrere ai meccanismi di aste e registri).
Effetti sul sistema
La modifica eliminerebbe una discriminazione tra società private ed enti pubblici che non ha ragione di sussistere.
PROPOSTA 17: Estensione delle premialità previste per la riduzione di emissioni di gas serra agli impianti esistenti
Dal momento che le premialità previste per la riduzione di emissioni di gas serra (art. 8, comma 6) hanno la finalità di promuovere il raggiungimento di obiettivi ambientali, si ritiene corretto estendere il campo di applicazione del predetto comma, oltre agli impianti oggetto di nuova realizzazione e agli impianti oggetto di rifacimento in data posteriore rispetto alla data di entrata in vigore del decreto, anche agli impianti esistenti alla data di entrata in vigore del decreto ed attualmente titolari di incentivi alla produzione mediante Certificati Verdi.
Effetti sul sistema
L’estensione di questi premi agli impianti esistenti può essere un incoraggiamento per gli operatori ad adottare sistemi innovativi per la riduzione delle emissioni rendendo gli impianti più virtuosi da un punto di vista ambientale.
PROPOSTA 18: Equiparazione dei Certificati Verdi rifacimenti geotermoelettrici a quanto previsto per rifacimenti idroelettrici
Relativamente al riconoscimento degli incentivi derivanti dal rifacimento di un impianto geotermico, si richiede l’utilizzo della medesima formula di calcolo prevista per gli impianti idroelettrici. In particolare, il valore dei CV spettanti per i rifacimenti parziali d’impianti geotermoelettrici viene determinato dal GSE in applicazione della formula di cui al paragrafo 2.2.1. della Parte Prima del DM 18 dicembre 2008 dove EI=D*((Eai-E10)+V*E10). La corretta applicazione della medesima formula dovrebbe essere quella utilizzata per gli impianti idroelettrici, nella quale si prevede che il termine Eai-E10 non possa assumere valore negativo (come esplicitamente previsto dal testo di legge). È infatti noto che anche la risorsa geotermica, come la risorsa idrica, presenta un andamento discontinuo negli anni a causa di fenomeni naturali, con la conseguenza che il termine Eai-E10 può risultare negativo. Tale circostanza, per quanto meno frequente rispetto al caso idroelettrico, può infatti verificarsi in particolari contesti di serbatoio e in condizioni di bassa idraulicità della ricarica a causa per esempio di scarse precipitazioni atmosferiche verificatesi in anni precedenti.
Effetti sul sistema
Maggiori possibilità di rifacimento degli impianti geotermoelettrici.
PROPOSTA 19: Incentivazione impianti a biomasse di riconversione degli ex zuccherifici
Gli incentivi di cui all’art. 30, comma 3 del DM 6 luglio 2012 devono essere riconosciuti per i progetti approvati dal Comitato Interministeriale di cui all’articolo 2 del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, a prescindere dalla data di entrata in esercizio. Conseguentemente, per tali progetti dovranno essere allocate le risorse necessarie all’interno del costo cumulato degli incentivi.
Effetti sul sistema
Completamento della riconversione degli ex zuccherifici in impianti a biomasse.
PROPOSTA 20: Equiparazione dei criteri di incentivazione dei potenziamenti idroelettrici a quanto previsto per altre fonti
I criteri di incentivazione dei potenziamenti hanno visto nel DM 6 luglio 2012 un’importante discriminazione nei confronti degli impianti idroelettrici, per i quali l’energia elettrica imputabile all’intervento effettuato, e quindi oggetto di incentivazione, non corrisponde all’intera energia aggiuntiva derivante dal potenziamento, così come per le altre fonti, ma al 5% dell’energia immessa nell’anno precedente all’intervento, indipendentemente dalla potenza aggiunta.
Effetti sul sistema
Maggiori possibilità di effettuare interventi di potenziamento su impianti idroelettrici già in esercizio, con una maggiore efficienza in termini di spesa d’incentivazione per il sistema.
PROPOSTA 21: Valorizzazione capacità di storage
assoRinnovabili ritiene infine che andrebbero premiate tecnologie innovative che sono in grado di rendere l'energia fruibile oltre le ore di presenza della fonte rinnovabile e quindi di contribuire a stabilizzare l’utilizzo della rete: si pensi ad esempio al solare termodinamico o agli accumuli in combinazione con Fonti Rinnovabili non Programmabili tra le nuove tecnologie o, ancora, agli impianti idroelettrici modulabili grazie alla presenza di un bacino tra quelle più mature. Poiché ad oggi tale virtuosa caratteristica non viene valorizzata in alcun modo dal legislatore, si ritiene opportuno introdurre meccanismi di mercato che riconoscano il ruolo anche di tali sistemi impiantistici e valorizzino adeguatamente l’energia da loro immessa in accordo al picco di richiesta proveniente dalla rete.
Effetti sul sistema
Maggiore stabilità dei flussi di energia rinnovabile immessa in rete.