Come noto, per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche il tetto agli incentivi è stato fissato in 5,8 miliardi di euro/anno, e, attualmente, il contatore indica circa 5,7 miliardi di euro/anno.
“Dato che gli impegni di spesa hanno quasi raggiunto il tetto, il Ministero intende emanare a breve un nuovo provvedimento che ri-utilizzi a favore del settore le risorse che si rendono via via disponibili, pur nel rispetto del tetto di 5,8 miliardi di euro/anno”, ha annunciato il ministro allo Sviluppo economico, Federica Guidi, in un'audizione tenutasi martedì scorso dinanzi alla commissione Industria del Senato (LEGGI TUTTO).
IL DECRETO ENTRO LA FINE DEL MESE. “Nel decreto – ha anticipato Guidi - saranno individuate modalità selettive di allocazione delle risorse, basate sulle maggiori ricadute sul sistema produttivo attese dalle diverse tecnologie. Confermo che il provvedimento – sul quale mi sono confrontata con i Ministri Galletti e Martina e il Sottosegretario alla Presidenza De Vincenti – sarà adottato entro la fine di questo mese”.
Il nuovo decreto, ha spiegato la titolare del Mise, “darà continuità di sostegno fino alla fine del 2016. Nel frattempo, si lavorerà per definire le regole per il periodo dal 2017 al 2020: tale ripartizione in due fasi è necessaria per conformarsi alle citate linee guida sugli aiuti di Stato in materia di energia e ambiente, che specificano non solo le modalità con le quali sostenere le rinnovabili, ma anche i tempi entro i quali adeguarsi. Entro il 30 giugno, come tutti i Paesi membri, presenteremo in Europa un piano di adeguamento ai nuovi standard europei”.
LEGAMBIENTE: “SORPRESE NEGATIVE”. “Il testo del nuovo decreto sugli incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche, inviato dal Ministero dello Sviluppo Economico alla Conferenza Stato Regioni per il parere, prima dell'approvazione definitiva, prevede diverse sorprese negative”, commenta Legambiente.
Tagli fino al 40% agli incentivi per l'eolico destinati ai piccoli impianti e del 24% per il mini idroelettrico. Stop per l'eolico offshore in Italia. Al contrario, nessun taglio agli incentivi per i rifiuti da bruciare negli inceneritori, che potranno beneficiare di tariffe più alte rispetto a quelle previste per l'eolico. Addirittura per le biomasse bruciate nei vecchi zuccherifici sono previsti 135 MW di nuovi impianti con tariffe garantite per 20 anni e una spesa complessiva di 5 miliardi di euro da pagare in bolletta.
“Un green act al contrario - commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - Il futuro delle rinnovabili è nella generazione distribuita, che questo decreto penalizza, e nello stop agli incentivi per mega impianti a biomasse e inceneritori, che invece vengono generosamente foraggiati. Ci auguriamo davvero che il governo Renzi non voglia approvare, dopo lo spalma-incentivi che ha penalizzato il solare e lo Sblocca Italia che ha rilanciato le trivellazioni di petrolio e gas, un ennesimo provvedimento nel settore energetico che risponde solo alle richieste di alcune lobby e va contro gli interessi dei cittadini e dell'ambiente”.
Il decreto prevede che il sistema degli incentivi resti in vigore fino al 31 dicembre 2016, salvo lo sforamento del tetto di 5,8 miliardi di euro di spesa in bolletta. Legambiente sottolinea come le richieste che provenivano dal settore delle rinnovabili, presentate nelle scorse settimane dal Coordinamento Free durante gli incontri con il governo, siano state del tutto inascoltate. Inoltre, in questa fase, la richiesta delle imprese delle rinnovabili non è di avere più incentivi ma, al contrario, di cancellarli per gli impianti che non sono alimentati da fonti rinnovabili, come gli inceneritori e i mega impianti a biomasse, e di introdurre semplificazioni nella direzione dell'autoproduzione da energie pulite per imprese e cittadini.
FIPER: “IL MISE CONTINUA A PUNTARE SOLO SULLE RINNOVABILI ELETTRICHE”. Il nuovo target di energia elettrica da fonte rinnovabile al 2020 verrebbe posto a 149 TWh. Si tratta, ha osservato Fiper, di un + 49% rispetto al precedente obiettivo. La Federazione, in particolare, critica la volontà del Mise di “sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in misura adeguata al perseguimento dei relativi obiettivi…..”, a scapito del settore termico e dell’efficienza energetica: “Il Mise, al di là delle condivise premesse, continua a puntare solo ed esclusivamente sul mercato elettrico senza alcun riguardo per le altre fonti”, rileva Fiper.
Nella bozza del decreto, tuttavia, il Mise riconosce che “l’approccio sinora seguito per l’incentivazione delle fonti rinnovabili non sia stato ottimale soprattutto in termini di costi”, dato che “si è teso a privilegiare lo sviluppo di energia elettrica rinnovabile, in particolare quella solare, rispetto ai settori calore e trasporti o all’efficienza energetica che, invece, sono modalità economicamente più efficienti in media per il raggiungimento degli obiettivi”; e che “gli incentivi all’energia rinnovabile elettrica sono stati molto generosi rispetto ad altri paesi EU (in molti casi oltre il doppio), soprattutto per l’energia fotovoltaica”.
COORDINAMENTO FREE: NELLA BOZZA INCENTIVI BASSISSIMI CHE BLOCCANO LE PROSPETTIVE DI SVILUPPO FUTURO. Secondo il Coordinamento Free, la bozza di provvedimento sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche “è a dir poco contraddittoria, imbarazzante e senza senso. Da una parte il Governo propone bassissimi incentivi, che bloccano le prospettive di sviluppo futuro, dall’altra lo stesso Governo ha annunciato un Green Act che punta a rilanciare le politiche ambientali, avviando un confronto positivo con diversi attori per sfruttare al meglio l’occasione della conferenza sul clima di Parigi a dicembre”.
“Se il Ministero dello Sviluppo economico avesse avviato una consultazione, come richiesto dal Coordinamento Free, si sarebbe potuto trovare un equilibrio tra l’esigenza di rispettare i tetti degli incentivi e quella di garantire la crescita delle rinnovabili e la strategia di decarbonizzazione del nostro paese”, osserva Free, che annuncia una manifestazione a Roma il prossimo 17 giugno: “La situazione è particolarmente allarmante considerando che questo provvedimento si aggiunge a tutte le ultime misure che hanno mortificato il comparto del fotovoltaico. Proprio per questo, il Coordinamento Free, facendo proprio lo sconcerto delle Associazioni dei vari comparti, ha deciso di indire una manifestazione il 17 giugno a Roma, cinque giorni prima dell’iniziativa sul clima promossa dal governo, il prossimo 22 Giugno in vista della Conferenza di Parigi”.