La Conferenza unificata, nella seduta di oggi, ha finalmente dato parere favorevole allo schema di decreto riguardante gli incentivi alla produzione di energia elettrica prodotta dagli impianti alimentati da fonti rinnovabili non fotovoltaiche. Il provvedimento era stato firmato nel settembre scorso dai ministeri dello Sviluppo economico, dell'Ambiente e delle Politiche Agricole e inviato alle Regioni e agli enti locali per il parere.
“Grazie al lavoro del Ministero dello Sviluppo Economico – ricorda il sottosegretario al Mise Simona Vicari - sono stati previsti per il biennio 2015-2016 circa 400 milioni di euro di incentivi all’anno per la produzione di energia rinnovabile nei settori idroelettrico, geotermico, solare termodinamico, eolico e delle biomasse”.
NUOVO REGIME DAL 2017. “Con il via libera a questo decreto – aggiunge Vicari – ci metteremo subito al lavoro per disciplinare i meccanismi incentivanti relativi agli investimenti da effettuare dal 2017 in linea con le indicazioni dell’UE le quali prevedono che una percentuale di almeno il 27% della produzione d’energia sia derivante da fonti rinnovabili. Ricordo che l’obiettivo del 17% al 2020, grazie alla nostra capacità di innovazione tecnologica e agli incentivi già operativi è stato raggiunto con largo anticipo”.
ATTESO L'OK DELLA COMMISSIONE EUROPEA. Sul decreto è arrivato nei giorni scorsi anche il parere dell'Autorità per l'energia. Ora la parola passa alla Commissione europea prima del varo definitivo e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
NON MUTANO I MECCANISMI DI ACCESSO. Gli impianti più piccoli accedono direttamente agli incentivi facendone richiesta, mentre gli impianti di media potenza su richiesta del proponente sono iscritti dal Gestore dei servizi energetici in un apposito registro ed entrano in una graduatoria formata sulla base dei criteri di priorità definiti dal decreto. Accedono all'incentivo gli impianti in posizione utile che rientrano nel contingente massimo incentivabile relativo alla specifica fonte energetica.
Gli impianti eolici, geotermici e solari termodinamici sopra i 5 MW partecipano ad aste competitive al ribasso.
NUOVO METODO DI CALCOLO. Nel corso del 2016 il Gse lancerà due procedure di iscrizione al registro e due aste. Il nuovo metodo di calcolo prevede che il costo degli impianti ammessi a registro in posizione utile o dei vincitori d’asta si calcola considerando la data di entrata in esercizio degli impianti, e non più tenendo conto della data di inserimento nel registro in posizione utile o della vittoria dell’asta.
LE NUOVE TARIFFE INCENTIVANTI. Le nuove tariffe incentivanti penalizzano in particolare l'eolico e l'idroelettrico, mentre sono più favorevoli per il biogas.
Previsti incentivi elevati al solare termodinamico, in tutti i casi per 25 anni: 324 euro/MWh per gli impianti sotto i 250 kW; 296 euro per quelli fino a 5.000 kW; 291 euro oltre i 5.000 kW.
Gli incentivi più generosi del DM 6 luglio 2012 continuano comunque ad applicarsi per gli impianti ad accesso diretto e per gli impianti a registro entrati in esercizio entro un anno dall’entrata in vigore del nuovo decreto.
Gli ex zuccherifici riconvertiti sono incentivati nel limite complessivo massimo di 120,5 MW sempre con gli incentivi del Dm 18 dicembre 2008.
I CONTINGENTI. Previsti 60 MW eolici onshore da incentivare tramite il meccanismo dei registri, così come 80 MW dell'idroelettrico.
Il geotermoelettrico sale a 30 MW, e salgono a 48 mesi i tempi di entrata in funzione dell'impianto dalla comunicazione di esito positivo dell'iscrizione al registro per il godimento pieno dell'incentivo.
Torna poi la capacità eolica offshore da mettere all'asta. In una precedente bozza non erano previsti contingenti di potenza, mentre l'ultima versione ne prevede 30 MW per l'eolico offshore, oltre a 800 MW per l'eolico onshore, 20 MW per il geotermoelettrico e 110 MW per il solare termodinamico.
Sempre in riferimento alle aste, saranno escluse, oltre alle offerte di riduzione inferiori al 2% della base d'asta, anche quelle superiori al 40%.
IL CONTATORE: AL 30 SETTEMBRE SOLO 33 MILIONI AL TETTO DI 5,8 MILIARDI. Al 30 settembre 2015, secondo il contatore del costo indicativo cumulato annuo degli incentivi riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici, risulta pari a circa 5,767 miliardi di euro il costo indicativo annuo. Mancano solo 33 milioni di euro dal tetto dei 5,8 miliardi che segnerà la fine degli incentivi.