Attualità

Incidente sul lavoro, cinque vittime per esalazioni tossiche nel palermitano

L’inchiesta della Procura di Termini Imerese dovrà stabilire la dinamica dell’incidente ma anche se sono state prese tutte le precauzioni per la sicurezza sul lavoro, come formazione e misure di prevenzione

martedì 7 maggio 2024 - Franco Metta

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Ennesimo e pesante bilancio di morti bianche ovvero di caduti sul posto di lavoro. Il gravissimo incidente, accaduto ieri a Casteldaccia nel palermitano, ha causato la morte di cinque lavoratori, un ferito grave trasportato al Policlinico di Palermo e un altro ferito in maniera lieve.

Gli operai stavano lavorando alla manutenzione dell’impianto Amap di sollevamento delle acque reflue sul lungomare di Casteldaccia. Secondo una prima ricostruzione dopo che il primo operaio è rimasto nel sottosuolo senza venir fuori, gli altri si sono calati per capire cosa stesse succedendo. Il settimo componente della squadra, non vedendo uscire i colleghi, ha dato l’allarme. Si ipotizza che tutte le vittime abbiano respirato esalazioni tossiche delle acque nere. La causa della morte sarebbe pertanto attribuibile a una intossicazione da idrogeno solforato che provoca irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento.

Avvio delle indagini

Immediatamente dopo l’incidente Il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza, indicati dall’Amap sono stati interrogati dalla Polizia che indaga su disposizione della Procura di Termini Imerese che ha aperto una inchiesta. Sei operai, dei sette coinvolti, sono dipendenti della ditta Quadrifoglio Group srl di Partinico (PA), azienda che su mandato della municipalizzata palermitana Amap, si occupa della gestione idrica in città e in alcuni comuni della provincia.

Le indagini dovranno appurare l’esatta dinamica dell’incidente ma anche chiarire se gli operai indossavano i dispositivi di protezione individuale (Dpi) e se avevano ricevuto la giusta formazione in materia di sicurezza sul lavoro. In sostanza se è stato fatto tutto il possibile anche a livello di prevenzione. La formazione permanente e la prevenzione infatti, al di là dei controlli più o meno sporadici possibili da parte degli ispettori del lavoro (che devono pur sempre essere eseguiti), restano ad oggi gli strumenti più efficaci per limitare e ridurre gli incidenti sul lavoro.

La classifica europei degli incidenti sul lavoro

Nel corso della puntata di ieri di Numeri, approfondimento di SkyTg24, è stato fatto un confronto tra l’Italia e gli altri Paesi europei. È emerso che il nostro Paese, non è tra i peggiori del continente. Benché non sia semplice fare dei confronti con altri Paesi su infortuni e decessi sul lavoro, secondo l’analisi di Eurostat, la Francia è lo Stato europeo con più decessi sul lavoro in rapporto alla popolazione, mentre l’Italia è al 12° posto, più o meno a metà classifica, mentre la Germania è al 25° con un numero di vittime molto basso.

Se invece si guarda solo all’Italia e ai dati Istat scopriamo che il Sud (6,3 morti ogni 100 mila occupati) è più colpito dalle morti sul lavoro rispetto al Centro (5,3), al Nordovest (4,8) e al Nordest (5,5). E questo nonostante al Nord ci siano settori industriali e produttivi classificati come più a rischio incidenti. Secondo dati Vega al settore delle Costruzioni sono attribuibili il 19% dei morti sul lavoro, seguito da Trasporto e magazzinaggio (14%), manifattura (13%) e commercio (8%).

Inoltre confrontando i dati italiani odierni con quelli del passato la situazione è migliorata. Dagli anni cinquanta ai settanta c’erano mediamente circa 10 vittime al giorno; da un po’ di anni la media si è assestata intorno a 3 vittime al giorno, ma ora l’andamento fa fatica a scendere sotto questa soglia.

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