Per la prima volta dal 2006, risultano in aumento le morti bianche: secondo i dati Inail, nei primi 8 mesi del 2015 le vittime sono state 752, 100 in più rispetto alle 652 vittime dello stesso periodo del 2014.
Nel periodo da gennaio ad agosto di quest'anno la media dei decessi sul lavoro è di tre al giorno.
L'OSSERVATORIO DI VEGA ENGINEERING. Secondo l'analisi dell’Osservatorio Sicurezza Lavoro di Vega Engineering, nei primi 8 mesi di quest’anno sono decedute 546 persone in occasione di lavoro contro le 489 dello scorso anno. Un tragico bilancio che sale a 752 vittime contando anche i decessi avvenuti in itinere.
Il numero delle morti bianche registrate nel Paese da gennaio ad agosto 2015 è arrivato all’11,7 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2014. “L’incremento della mortalità continua inesorabilmente a crescere rispetto al 2014. A giugno, infatti, arrivava al 9,1, per cento, a luglio toccava il 9,5 per cento e ad agosto addirittura l’11,7 per cento”, osserva l’ingegner Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.
NELLE COSTRUZIONI IL NUMERO PIÙ ALTO DI VITTIME. Con 69 morti, il 15,65% per cento del totale degli infortuni mortali nel settore industria, il settore delle costruzioni registra il numero più alto di vittime. Seguono le attività manifatturiere con 63 morti (14,9% delle vittime nell’industria) e trasporto e magazzinaggio con 51 morti (11,56%).
BETTONI (ANMIL): LA SICUREZZA SUL LAVORO NON È UNA PRIORITÀ PER L'ECONOMIA ITALIANA. “La sicurezza sul lavoro – ha dichiarato il Presidente dell’ANMIL (Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) Franco Bettoni - non rappresenta una priorità per l’economia di un paese come il nostro, che fatica ad uscire dalla crisi e non vede nella prevenzione un obiettivo strategico. Basti pensare al solo corrispettivo in termini economici del fatto che gli infortuni sul lavoro, lo scorso anno, hanno causato circa 11 milioni di giornate di assenza dal lavoro per inabilità, con una media di 82 giorni per gli infortuni con menomazioni permanenti e di circa 20 giorni in assenza di menomazioni”.
CRESCITA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI. Per quanto riguarda poi le malattie professionali, “nel 2014 sono aumentate di ben 5.600 unità, passando dalle 51.800 patologie denunciate nel 2013 alle 57.400 del 2014 (+10,7%) – ha ricordato Bettoni -, ma in complesso dovrebbe allarmare tutti il dato sui lavoratori deceduti sempre nel 2014 con riconoscimento di malattia professionale che sono stati 1.488: un numero impressionante ma che normalmente non trova l’attenzione mediatica che la gravità del caso richiederebbe”.