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Indennità una tantum di 150 euro per i lavoratori dipendenti, ANC: rischio disparità di trattamento

L’Inps con l’interpretazione fornita con il suo messaggio 4159/2022 “determina le condizioni per una potenziale disparità di trattamento tra i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito derivante da un unico rapporto di lavoro full-time e i lavoratori titolari di più rapporti di lavoro”

mercoledì 7 dicembre 2022 - Redazione Build News

inpss

Con il messaggio n. 4159 del 17 novembre 2022 l’Inps ha reso note le modalità di determinazione della retribuzione imponibile al fine dell’erogazione dell’indennità una tantum di 150 euro prevista dall’articolo 18 del decreto-legge n. 144/2022, convertito nella L. 175/2022, per i lavoratori dipendenti.

L’istituto previdenziale precisa che nel caso in cui il dipendente sia titolare di più rapporti di lavoro lo stesso dovrà presentare la dichiarazione che la norma prevede al solo datore che provvederà al pagamento dell’indennità, precisando altresì che l’indennità nella misura di euro 150,00 spetta una sola volta e che la verifica della retribuzione imponibile, il cui ammontare, come stabilito dalla norma, non può superare l’importo di euro 1.538,00, dovrà essere effettuata in relazione al singolo rapporto di lavoro per il quale la dichiarazione è resa.

“Di fatto l’Inps con l’interpretazione fornita con il suo messaggio 4159 determina le condizioni per una potenziale disparità di trattamento, che evidentemente non può attribuirsi alla volontà del legislatore, tra i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito derivante da un unico rapporto di lavoro full-time – la cui retribuzione imponibile può eccedere la soglia fissata dalla norma, e i lavoratori titolari di più rapporti di lavoro, le cui retribuzioni imponibili singolarmente sono nel limite della soglia stabilita mentre se considerate nel loro ammontare complessivo producono un imponibile eccedente il limite di 1.538,00 euro”, osserva l'Associazione Nazionale Commercialisti.

“Questa condizione rischia di far sì che il beneficio previsto dalla norma finisca per dare luogo a successivi inevitabili recuperi oltre che ad ingolfare l’attività degli studi dei professionisti dediti all’elaborazione dei cedolini paga e dei relativi adempimenti. Si ritiene pertanto necessario che l’Inps provveda con urgenza a fare chiarezza sulle condizioni riguardanti l’erogazione del bonus da parte dei datori di lavoro interessati”, conclude l'ANC.

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