L'Italia si colloca al ventinovesimo posto – su 180 paesi – nella classifica sulla sostenibilità ambientale nel 2016, secondo l'Indice di sostenibilità ambientale (Environmental Performance Index, EPI) 2016 pubblicato nel gennaio scorso.
L'EPI quantifica le prestazioni ambientali di un paese, assegnando un punteggio sulla base di numerosi indicatori raggruppati in 9 tematiche, che riguardano principalmente due aree di interesse (la tutela della salute umana e quella degli ecosistemi):
- Impatti sulla salute (esposizione al rischio ambientale)
- Qualità dell'aria (esposizione media al biossido di azoto e al PM2.5, qualità dell'aria domestica e superamenti del PM2.5)
- Acqua e servizi igienico-sanitari (pericolosità dei servizi igienici, qualità dell'acqua potabile)
- Risorsa idrica (trattamento delle acque reflue)
- Agricoltura (efficienza uso dell'azoto, bilancio azoto)
- Foreste
- Pesca
- Habitat e biodiversità (aree protette terrestri e marine, protezione delle specie)
- Clima ed energia
LA CLASSIFICA. Nella classifica 2016 dei 180 paesi, al primo posto la Finlandia, seguono Islanda, Svezia, Danimarca, Slovenia, Spagna, Portogallo, Estonia, Malta e Francia.
L'Italia si situa alla 29° posizione con un punteggio di 84.48, arretrando rispetto al 22° posto del 2014 e l’8° del 2012. Tuttavia, l'Italia ha ottenuto buoni risultati per quanto riguarda la biodiversità e la protezione di specie animali a rischio (14°) e l'accessibilità all'acqua potabile e i servizi igienici (15°). Sulla pesca è al 117° posto, sulla qualità dell'aria al 124°.