Secondo una analisi di Confcommercio, l’associazione dei commercianti, ad agosto l’indice generale dei prezzi al consumo (Nic) ha raggiunto il 2%, livello che non si toccava da 8 anni. Per settembre si è osservata un’ulteriore accelerazione al 2,6%. E questo nonostante per il momento non si siano ancora scaricati i rincari degli ultimi mesi sui prodotti finiti.
L’indice dei prezzi al consumo in ottobre potrebbe mostrare una variazione ben superiore al 3% tendenziale, ipotizza Mariano Bella, direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio sulle pagine del Sole24Ore. La media del 2021 potrebbe così avvicinarsi al 2%, con un trascinamento sul 2022 che spingerebbe l’inflazione, senza considerare particolari ulteriori shock, sopra il 3% in modo piuttosto stabile.
Come sappiamo si tratta di un’inflazione importata, dovuta soprattutto a fattori esogeni, come l’aumento delle materie prime (metalli, gas, petrolio).
Non tengono lo stesso passo dell’inflazione i consumi interni. Secondo i dati Istat diffusi a inizio mese l’andamento delle vendite al dettaglio ad agosto, vede un incremento del 0,4% sia in volumi che in valore nel mese portando a un +1,9% la crescita sull’agosto 2020. "Andamento incoraggiante ma ancora debole per la dinamica dei consumi"- ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, Direttore relazioni con la filiera e Ufficio studi di Federdistribuzione. Un balzo a doppia cifra lo hanno fatto registrare le vendite online, complici anche le chiusure e il distanziamento sociale forzato: +23% nei primi 8 mesi dell’anno.
E su cosa ci aspetta da qui ai prossimi mesi se lo è chiesto anche l’Osservatorio sui consumi EY-Swg: l’indagine sulle intenzioni di spesa delle famiglie italiane evidenzia una preferenza o intenzione a rinnovare la casa con il 30% (sì proprio l’ambiente dove abbiamo passato la maggior parte del tempo negli ultimi 18 mesi!), seguita da investimenti finanziari (26%) e in mezzi di trasporto al 23%.
Franco Metta