Ha preso il via ieri il trimestre tricolore del Patto Anti-Inflazione ovvero come la Presidente del consiglio Giorgia Meloni ha definito “tre mesi di sperimentazione per calmierare i prezzi dei prodotti di largo consumo. È un esperimento. Io sono molto ottimista sui risultati, non so se lo siate anche voi, perché chiaramente se funzionerà bene poi lavoreremo per prolungare questa iniziativa”. Il patto è stato sottoscritto dal governo con i rappresentanti del mondo produttivo, della trasformazione e della distribuzione, ovvero 32 associazioni del Sistema Italia, fondamentalmente per tutelare il potere d'acquisto di cittadini e famiglie.
“Questa Nazione, ha aggiunto la Presidente, è ancora in grado di tenersi per mano, è ancora in grado di lavorare sullo stesso obiettivo, è ancora in grado di capire che non c'è provvedimento, non c'è governo, non c'è persona che possa davvero risolvere il problema se poi la Nazione non ti dà una mano”.
Al momento “sono oltre 23mila i punti vendita che in tutta Italia proporranno a prezzi calmierati una vasta gamma di prodotti di largo consumo”, ha precisato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha promosso l'iniziativa.
È ancora presto naturalmente per dire se questa iniziativa del governo funzionerà nei carrelli della spesa ma soprattutto nel portafoglio dei consumatori italiani. Di certo si prova a fare qualcosa, piuttosto che rimanere inerti come a molti osservatori è sembrato di assistere negli ultimi dodici/ventiquattro mesi in cui il tema inflazione, complice il conflitto in Ucraina, ha guadagnato la scena mondiale e le prime pagine dei giornali, diventando così l’assillo principale per la maggior parte delle famiglie.
Prima del governo Meloni, il governo Draghi era intervenuto riducendo le imposte sulle accise. Ma la finanziaria 2023 ha cancellato quel beneficio e per combattere il caro carburanti il governo Meloni aveva introdotto l’obbligo di esporre nei distributori il prezzo medio praticato sulla rete. Misura questa che però non ha dato gli esiti sperati visto che sia benzina sia gasolio a metà settembre hanno superato la soglia psicologica di 2 euro al litro anche per i self service.
Occhi puntati sui dati dell’inflazione
Non c’è solo la BCE che monitora costantemente i dati sull’inflazione diffusi regolarmente da Istat ed Eurostat. Ci sono un po’ tutti gli italiani preoccupati della perdita del potere d’acquisto di pensioni e stipendi, e anche i risparmiatori che avevano investito in passato comprando obbligazioni che adesso rendono almeno la metà delle nuove emissioni.
Stando agli ultimi dati preliminari del mese di settembre diffusi da Istat, il tasso d’inflazione in Italia dovrebbe scendere al 5,3% su base annua ma aumentare dello 0,2% su base mensile. L’Istituto di statistica giustifica la lieve decelerazione al rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli alimentari e dei beni durevoli, e da un lieve aumento dei prezzi degli energetici non regolamentati, dalla minore flessione di quelli degli energetici regolamentati e dall’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti.
In particolare restano alti i prezzi dei beni alimentari (+8,6%) anche se la crescita rallenta mentre la crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa”, a settembre si attesterebbe al +8,3%. Ed è proprio in questo comparto, visibile proprio da tutti, che l’iniziativa del trimestre tricolore del Patto Anti-Inflazione del governo vorrebbe andare incidere maggiormente.
Riuscirà il Patto Anti-Inflazione del governo italiano ad ottenere risultati più tangibili rispetto a quelli ottenuti con la politica monetaria della BCE? Tra un trimestre probabilmente avremo una risposta.