“L'inflazione sugli appalti non sarà a carico delle imprese, il Tesoro ha fatto sapere che man mano che le gare verranno aggiudicate, se ci saranno scostamenti, si stabilirà come coprirli”.
Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, a la Repubblica.
"Rfi e Anas hanno rivisto i prezzari, con aumenti del 20% per le gare 2022, che quindi partiranno con prezzi ragionevoli. Poi si valuteranno i prezzi di aggiudicazione, ha spiegato Giovannini.
"Per le gare del 2022 e 2023 abbiamo anche cambiato radicalmente i meccanismi di adeguamento ai costi dopo l'assegnazione dell'appalto, rendendoli molto più bilanciati e favorevoli alle imprese. L'Istat calcolerà nuovi indici semestrali per i costi dei materiali e ci siamo allineati alle pratiche di molti Paesi europei, restringendo dal 10% al 5% la franchigia a carico delle imprese, mentre per aumenti superiori a tale soglia la stazione appaltante assorbirà l'80% dall'aumento, non più il 50%”, ha aggiunto.
“Siamo stati molto attenti a inserire solo progetti realizzabili entro il 2026. E comunque il PNRR di nostra competenza non è una lista di opere, ma è basato su una visione innovativa del sistema di mobilità e delle infrastrutture, anche grazie all'uso delle linee guida del G20 per le infrastrutture sostenibili. Le nuove opere nasceranno in modo più ecocompatibile e saranno in grado di far fronte ai rischi del cambiamento climatico. E tutti questi cambiamenti entro tempi rigorosamente stretti. E i dati ci dicono che possiamo farcela: le aggiudicazioni di appalti pubblici nel 2021 sono le più alte degli ultimi 20 anni (41 miliardi) e pari al doppio di quelle del 2020”, ha evidenziato il ministro.