Disaggregare le informazioni sugli infortuni in base ai vari contratti applicati in cantiere e distinguendo anche tra lavori pubblici e privati. Lo ha suggerito la Presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, Federica Brancaccio, nel corso di un'audizione presso la Commissione di inchiesta del Senato sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e la sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati.
“Sarebbe auspicabile che l’Inail fornisse dati sugli infortuni suddivisi in base al Ccnl applicato dalle imprese. Questa integrazione permetterebbe un’analisi più dettagliata e mirata del fenomeno”, ha detto Brancaccio.
Qualificare le imprese
Secondo l'ANCE la prevenzione degli infortuni sul lavoro non può basarsi solo su sanzioni ma servono strategie efficaci, partendo dalla qualificazione delle imprese, presupposto imprescindibile per garantire la sicurezza nei cantieri, che deve essere vista come un investimento e non un costo, e per promuovere un mercato basato su qualità e professionalità.
Valorizzare le imprese regolari
Positiva anche l’introduzione, nel CCNL 2022 siglato dalle parti sociali, delle misure per valorizzare le imprese regolari che rispettano il contratto collettivo e garantiscono formazione e sicurezza ai lavoratori. Tra le principali novità, la formazione gratuita di 16 ore per gli impiegati tecnici che entrano per la prima volta in cantiere, oltre che per gli operai di primo ingresso e l’aggiornamento della formazione sulla sicurezza degli operai ogni tre anni, misura utile a prevenire comportamenti da parte dei lavoratori, spesso legati a un’eccessiva fiducia nell’esperienza, in particolare tra gli over 50, la fascia d’età in cui si concentra oltre la metà degli infortuni mortali. “Con il rinnovo del 21 febbraio – ha aggiunto la Presidente dell’Ance – è stato confermato l’impegno verso le imprese virtuose, con forme di premialità legate alla qualificazione delle stesse”. Ma bisogna fare di più.
Rafforzare i percorsi di formazione
Tra le proposte avanzate dall’ANCE per aumentare i livelli di sicurezza nei cantieri, il rafforzamento dei percorsi di formazione. A questo proposito i costruttori hanno suggerito di utilizzare il contributo dello 0,30% versato dalle imprese edili, ma non destinato specificatamente ai relativi Fondi interprofessionali e poi “di introdurre, con un’apposita norma di legge, un regime di detassazione e decontribuzione totale della retribuzione delle ore di formazione aggiuntiva svolte dai lavoratori del settore edile”. Altre risorse potrebbero essere reperite destinando ai suddetti interventi in materia di prevenzione l’eccedenza di gettito derivante dal contributo ordinario di finanziamento della cassa integrazione ordinaria, versato dalle imprese edili, che per gli operai è fissato nella misura del 4,70%.
Occhio ai contratti edili
Un focus particolare è stato dedicato all’equivalenza dei contratti edili applicati in cantiere “che non può essere valutata solo da un punto di vista economico – ha spiegato Brancaccio – ma deve tenere conto anche delle tutele e degli obblighi specifici in materia di formazione e sicurezza”.