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Infrastrutture, Regione Sardegna e CDP firmano contratto su mutuo da 700 MLN

La cifra maggiore è destinata al dissesto idrogeologico, ma sono previsti interventi anche per le scuole, la portualità, le infrastrutture industriali, il viario, l'idrico e l'agricoltura

giovedì 18 giugno 2015 - Redazione Build News

È stato firmato ieri dal direttore del Servizio Credito dell'Assessorato della Programmazione della Regione Sardegna, Evanessa Atzori, e dal responsabile dell'Ufficio relazioni e sviluppo commerciale della Cassa Depositi e Prestiti, Gianluca Manca, il mutuo da 700 milioni di euro contratto dalla Regione per la realizzazione di opere e infrastrutture.

Le risorse saranno così suddivise: 52 milioni all'Edilizia scolastica e universitaria, 41 per altri interventi di edilizia, 190 per Difesa del suolo e assetto idrogeologico, 134 al Sistema Idrico, 157 alla Viabilità, 26 per la Portualità , 22 per l'Infrastrutturazione industriale, 40 andranno al Fondo di rotazione per le opere nei Comuni e, infine, 38 milioni alla realizzazione di altri interventi.

La scadenza è fissata al 31 dicembre del 2043, perché i 20 anni di ammortamento partono allo scadere degli 8 di tiraggio. Il tasso d'interesse a oggi è del 3,06%, calcolato sullo spread unico al 2% e il TFE (Tasso di finanziamento equivalente) all'1,06%. Sono previste più erogazioni per un importo massimo di 150 milioni all'anno, le somme non utilizzate potranno essere erogate negli anni successivi e l'importo minimo di ognuna (32 al massimo, per esempio 4 trimestrali per 8 anni) dev'essere di 10 milioni. Gli interessi sono calcolati al tasso fisso o variabile determinato con le condizioni vigenti al momento di ciascuna domanda di erogazione. A oggi si calcola che sui 700 milioni ne saranno pagati 220 circa di interessi nell'arco di 28 anni.

Quando la domanda interna è bassa e i tassi d'interesse sono minimi lo Stato si deve indebitare. Lo deve fare per far ripartire la domanda e dare una sferzata a un'economia completamente bloccata che ha bisogno di una spinta in più per rimettersi in moto – ha detto l'assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci - Negli Stati Uniti hanno fatto così all'inizio della crisi, noi lo facciamo oggi concretizzando le politiche keynesiane e mettendo in circolo 700 milioni, intervenendo con decisione per far aprire cantieri che creeranno posti di lavoro: saranno 1000 nuove buste paga da subito, che significa ossigeno per 1000 famiglie che ricominciano a sperare e a spendere, contribuendo a loro volta a far girare l'economia con un meccanismo che, una volta innescato, si autoalimenta.

La partita vinta delle riserve erariali, cioè l'aver ottenuto da Roma che le tasse di scopo pagate in Sardegna restino nell'Isola e siano destinate all'abbattimento del debito pubblico regionale, consentirà inoltre di destinare 600 milioni di euro fino al 2018 al risanamento delle casse regionali. Questo significa che il vecchio debito, contratto a condizioni sicuramente meno vantaggiose perché con tassi d'interesse molto più alti, verrà abbattuto e dunque che la rata per i sardi si abbassa notevolmente. È stato calcolato che con i primi 150 milioni già stanziati per abbattere il debito pubblico, quest'anno se ne pagheranno ben 40 di interessi in meno.

In pochi mesi siamo riusciti a chiudere un'operazione molto importante per la Regione. Ci siamo riusciti, nonostante tutti gli scettici che provavano a remare contro, con un Piano infrastrutture già approvato e il coinvolgimento di tanti assessorati, dai Lavori Pubblici all'Agricoltura fino agli Enti Locali e all'Industria - ricorda il vicepresidente della Regione - La cifra maggiore è destinata al dissesto idrogeologico, cioè alla messa in sicurezza dei nostri paesi, le nostre case, gli ospedali, il nostro territorio insomma. In più facciamo interventi importanti per le scuole, la portualità, le infrastrutture industriali che tanto servono alle imprese. Facciamo interventi per il viario, per ammodernare le nostre strade dove ci sono ancora troppi incidenti e poi sull'idrico e in agricoltura, per garantire alla Sardegna una dotazione di infrastrutture che le consenta di superare il gap storico che da sempre la affligge.

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