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Infrastrutture strategiche e prioritarie: investiti 219 miliardi, completato solo l'11% delle opere

Presentata la nuova edizione del Rapporto del Servizio studi della Camera in collaborazione con l'Anac e il Cresme. I dati al 31 ottobre 2019

giovedì 13 febbraio 2020 - Redazione Build News

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È stato presentato ieri, nel corso della seduta della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, l'edizione 2020 del Rapporto sulle infrastrutture strategiche e prioritarie, elaborato dal Servizio studi della Camera, su incarico della stessa Commissione, in collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione e con l'istituto di ricerca Cresme.

Il nuovo Rapporto - la cui prima edizione risale al 2004 - sviluppa ed aggiorna, con dati al 31 ottobre 2019, le risultanze dell'attività di monitoraggio sullo stato della programmazione e della realizzazione delle infrastrutture strategiche e sulle dinamiche del mercato delle opere pubbliche. Alla presentazione si affianca la pubblicazione, sul sito web della Camera, di una versione aggiornata del sistema informativo SILOS (Sistema Informativo Legge Opere Strategiche), nel quale sono contenute schede, pubblicate anche in formato di tipo aperto, sulle singole opere infrastrutturali e sul loro stato di avanzamento.

Il quadro di riferimento del Rapporto prende in considerazione infrastrutture, il cui costo, aggiornato al 31 ottobre 2019, ammonta a 273 miliardi di euro.

Il costo delle opere monitorate risulta in riduzione di circa 44,210 miliardi (-14%) rispetto al costo complessivo delle opere monitorate al 31 maggio 2018 (317,144 miliardi), ed è il risultato, perseguito in un’ottica di più stringente selezione delle priorità infrastrutturali, dell’azzeramento del costo degli interventi non prioritari in project review o da sottoporre a progetto di fattibilità e non finanziati, dell’aggiornamento del costo delle altre infrastrutture strategiche e prioritarie monitorate al 31 maggio 2018 nonché dei nuovi interventi e programmi individuati con il DEf 2019.

Circa l’80% dei 273 miliardi di costi esaminati (219 miliardi) riguarda le cosiddette opere prioritarie nelle quali sono comprese infrastrutture strategiche già programmate prima del 2017 (120 miliardi) e nuovi programmi e interventi prioritari individuati con gli allegati ai DEf 2017 e 2019 (99 miliardi).

Tra le infrastrutture programmate prima del 2017 si distinguono le 25 opere prioritarie del DEf 2015 (90,7 miliardi), mentre le nuove priorità riguardano in misura prevalente i “programmi diffusi” per la manutenzione del patrimonio infrastrutturale esistente in ambito ferroviario (circa 50 miliardi per interventi relativi a sicurezza, ambiente, adeguamento a obblighi di legge, tecnologie per la circolazione e per l'efficientamento) e stradale (circa 23 miliardi per la valorizzazione del patrimonio stradale esistente e per il ripristino e la messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio sismico).

Il restante 20% del costo delle infrastrutture programmate, pari a 53,928 miliardi, è invece riconducibile a opere “non prioritarie” ma inserite nella programmazione delle infrastrutture strategiche, e segnatamente nell’ultimo documento perfezionato sulla base dell’abrogata disciplina sulla programmazione delle infrastrutture strategiche (11° allegato al DEf 2013, approvato con la delibera del CIPE n. 26 del 2014). Il costo delle infrastrutture strategiche non prioritarie monitorate risulta in riduzione di circa 96,877 miliardi (-64%) rispetto al costo complessivo delle opere monitorate al 31 maggio 2018 (150,805 miliardi). Di questi, 93,242 miliardi sono imputabili all’azzeramento del costo e circa 3,635 miliardi all’aggiornamento del costo o al trasferimento di talune infrastrutture strategiche non prioritarie tra le prioritarie a seguito di project review.

Le risorse disponibili per le opere programmate ammontano a 199 miliardi, di cui 155 miliardi per le opere prioritarie e 44 miliardi per le non prioritarie. Complessivamente il contributo pubblico rappresenta il 78% e quello privato il restante 22%.

La metà circa del costo delle opere prioritarie riguarda interventi in fase di progettazione.

I lotti con obbligazioni giuridicamente vincolanti (o.g.v.) e ultimati rappresentano il 36,5% dei costi di cui il 21% sono lavori in corso, l’11% lavori ultimati e il restante 5% lotti contrattualizzati ma lavori non avviati. Per le 25 opere prioritarie del DEF 2015 i costi per gli interventi in fase di progettazione rappresentano il 23%, i lotti con o.g.v. e ultimati il 68,5%, di cui il 36% sono lavori in corso, il 24,5% lavori ultimati e il restante 8% lotti con contratto.

Il 41% del costo delle opere strategiche non prioritarie riguarda interventi ultimati. I lotti con o.g.v. pesano il 19% e quelli in fase di progettazione il 35%.

L’analisi per sistema infrastrutturale evidenzia una prevalenza di ferrovie, strade e autostrade sia in relazione alle opere prioritarie che a quelle non prioritarie. In particolare le ferrovie rappresentano il 48% del costo delle infrastrutture prioritarie, le strade il 56% delle opere non prioritarie.

Per le infrastrutture prioritarie il peso del centro-nord è del 44% e quello di sud e isole del 24,5%. Il restante 31,5% riguarda interventi diffusi. Per le opere non prioritarie il peso del centro-nord è del 61% e quello di sud e isole il 36%, mentre gli interventi diffusi pesano il 3%.

Lo stato di attuazione delle infrastrutture prioritarie localizzate nelle regioni del centro-nord è più avanzato di quelle nel sud e nelle isole. Il 69% dei programmi e interventi non ripartibili a livello territoriale è in fase di progettazione.

Il mercato delle opere pubbliche continua a crescere: crescono i bandi e le aggiudicazioni.

In forte crescita gli importi per la progettazione di infrastrutture di trasporto che nel 2019 vedono protagonisti i bandi per direzione lavori e coordinamento della sicurezza.

I bandi per la realizzazione di opere pubbliche sono in crescita dal 2017. Nel 2019 si rafforza la crescita degli importi spinta dalle grandi opere.

Si consolida la crescita del numero delle aggiudicazioni e la crescita della domanda dei Comuni. In forte crescita la domanda dei gestori delle infrastrutture di trasporto.

In crescita le piccole, le medie e le grandi opere. La crescita coinvolge tutto il territorio. Nelle regioni del centro-nord è forte la spinta delle grandi opere.

In allegato il rapporto completo

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