Si è svolto questa mattina, nella Sala del Mappamondo, il seminario "Le infrastrutture strategiche - dalla Legge obiettivo alle opere prioritarie - Presentazione del 10° Rapporto".
Il 10° Rapporto, predisposto per la Commissione Ambiente dal Servizio Studi della Camera dei deputati in collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione, il Cresme, l'Istat e la Cassa Depositi e Prestiti, contiene dati e informazioni riguardanti la programmazione e la realizzazione delle opere pubbliche in Italia.
Sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone e il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio.
CAMBIO DI ROTTA. “Si chiude la lunga stagione della legge Obiettivo – ha sottolineato Realacci - da cui sono nate opere inutili e senza conti in regola. Con il nuovo corso sulle politiche per le infrastrutture e grazie al varo del nuovo Codice degli appalti, si cambia rotta: si riducono a 25 le opere prioritarie da portare a termine, si ridefiniscono i criteri degli interventi in base alla effettiva utilità e si avvia l'abbattimento dei costi di pari passo con una nuova attenzione alla qualità dei progetti”.
Con il ministro delle Infrastrutture Delrio e il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Cantone “c’è piena sintonia sia sulle linee generali del rapporto che per il proseguimento di un lavoro comune”, ha spiegato Realacci.
Il report “monitora le ultime fasi della Legge Obiettivo, ormai abrogata grazie al nuovo Codice degli appalti, che è particolarmente importante per il Paese e sarà utile anche nell'indagine conoscitiva sulla riforma e sulla transizione alle nuove norme negli affidamenti pubblici da parte delle Commissioni Ambiente Territorio e Lavori Pubblici di Camera e Senato che partirà nel mese di giugno”.
FORTE PRIORITÀ ALLE INFRASTRUTTURE FERROVIARIE E ALLE METROPOLITANE. Il rapporto “negli anni passati aveva segnalato alcune questioni critiche della Legge Obiettivo, come l’aumento esponenziale del numero delle opere strategiche e dei costi, il bassissimo tasso di realizzazione e la mancanza di un indirizzo nelle politiche infrastrutturali, che sono state considerate nel nuovo Codice degli Appalti. Oggi nella sua decima edizione – ha osservato Realacci - evidenzia invece un nuovo corso rispetto al passato. Nella definizione delle opere prioritarie inserite nell'Allegato al DEF e che complessivamente richiedono 90 miliardi di euro viene data una forte priorità alle infrastrutture ferroviarie, che rappresentano il 46% degli investimenti, e alle metropolitane, cui va il 16,5% degli investimenti, mentre le opere stradali incidono per il 31,5%. Le opere su ferro, dunque, non sono più ‘figlie di un dio minore’, ma si dimostrano strategiche a pieno titolo. Più in generale si valutano le opere rispetto alla loro reale utilità per il Paese”.
Tra i punti approfonditi dal rapporto “anche la revisione delle opere ‘in corso’ ereditate dal passato e degli eventuali vincoli giuridici su esse pendenti”.
AUMENTO DEL NUMERO DEI BANDI DI GARA PER LE OPERE PUBBLICHE E SPOSTAMENTO VERSO LA MANUTENZIONE E QUALIFICAZIONE CHE COPRE IL 74% DEL MERCATO. L'altro elemento di grande importanza “è l’aumento del numero dei bandi di gara per le opere pubbliche e lo spostamento verso la manutenzione e qualificazione, che copre il 74% del mercato rispetto a una cifra inferiore al 50% negli anni precedenti. Un percorso analogo a quanto sta accadendo nell'edilizia con l’ecobonus”.
In allegato il 10° Rapporto