Si avvicina al completamento l’articolata ricerca, inerente alle leggi razziali fasciste del 1938, avviata alcuni anni fa all'interno dell'Archivio dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino. Ai 2.546 fascicoli schedati in passato se ne aggiungeranno, all’incirca, altrettanti, che saranno esaminati entro la fine dell’anno: tutto il materiale sarà, inoltre, oggetto di digitalizzazione, al fine di renderne più agevole la consultazione da parte di studiosi di storia dell’ingegneria e non. Parte della documentazione è da alcuni giorni esposta in una bacheca all'interno dei locali dell'Ordine.
Furono almeno 6 gli ingegneri iscritti all'Ordine torinese deportati e assassinati nei lager nazisti perché considerati “di razza ebraica”: questo è il dato più drammatico emerso nella prima fase del riordino scientifico, affidato a un team di ricercatori dell'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, di un’importante serie documentale presente all’interno dell’Archivio dell’Ente, quella dei cosiddetti “Fascicoli personali chiusi”, costituita da documenti intestati a ingegneri iscritti all’Ordine a partire dal 1926.
Si tratta di materiale di notevole valore storico per far conoscere e per non dimenticare l'infamia commessa a danno degli ingegneri torinesi. A seguito dell'applicazione della legislazione antiebraica introdotta in Italia dal regime fascista a partire dal 1938, in tutto il Paese gli ingegneri di origine ebraica subirono infatti l’espulsione “per via amministrativa” dagli Ordini (a loro volta già colpiti nella propria autonomia e inglobati d’autorità all’interno del sindacalismo di regime). Dopo l’8 settembre 1943 e l’occupazione della Nazione da parte delle truppe tedesche, molti di essi e dei loro familiari furono costretti a nascondersi o a fuggire per sottrarsi a una nuova fase di persecuzioni che, con la piena e attiva partecipazione delle autorità fasciste della neonata Repubblica Sociale, andava ormai a minacciarne la vita stessa: una parte di essi fu poi deportata e trovò la morte nei campi di sterminio del Terzo Reich.
Gli altri tristissimi dati emersi nella prima fase della ricerca contano anche 30 ingegneri sottoposti a immediata cancellazione dall'Albo nel 1940 in base alla legislazione razziale (legge 24 giugno 1939, n. 1054); 10 “discriminati” e inseriti in un “elenco speciale” sino alla definitiva epurazione dall'Albo; 14 altri casi collegati (quanti riuscirono a scampare alle leggi razziali, chi fuggì o ebbe familiari deportati nei campi di sterminio).
Il Consiglio dell'Ordine torinese rinnova il proprio impegno a conservare la memoria e a tramandare la conoscenza di questa importante indagine, in modo che la professione dell’ingegnere possa sempre essere esercitata nel rispetto dei diritti umani.
L’iniziativa vuole anche essere un tardivo riconoscimento dell'ingiustizia perpetrata nei confronti di tanti colleghi, ma non è sufficiente a commemorare ingegneri che hanno patito molto di più di un così vile sopruso, rimettendoci la vita.