Dopo un annus horribilis, nel 2014 torna il sereno per l’occupazione degli ingegneri.
Tra i 693mila laureati in ingegneria il tasso di disoccupazione è sceso al 4,4%, laddove l’anno precedente era schizzato sin quasi al 6%.
Ad affermarlo l’analisi del Centro Studi del CNI “La condizione occupazionale dei laureati in ingegneria - 2014”.
“L’arresto del calo di occupazione registrato negli ultimi anni – ha commentato Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI – è una prima inversione di tendenza che salutiamo con soddisfazione. Tuttavia, colpisce negativamente l’ampliarsi del gap fra il nord e il sud del Paese. A pesare non è solo la notevole differenza di occupati, ma anche il numero sensibilmente minore di occupati nell’industria nel sud”.
“Colpisce anche – ha proseguito Ronsivalle – la migrazione degli ingegneri dipendenti verso il lavoro autonomo, soprattutto nel sud d’Italia. A mio avviso, il dato si spiega più che con una particolare inclinazione degli ingegneri verso l’attività autonoma, con la perdita di lavoro di molti di essi, a causa della riduzione di personale registratasi nelle aziende in crisi e con una forzata riconversione della propria attività”.
AUMENTANO LE DONNE INGEGNERI. Il documento mostra come, tra gli ingegneri italiani, continui inarrestabile la crescita della componente femminile: le donne rappresentano ormai il 17,5% degli ingegneri italiani e sono caratterizzate da un livello occupazionale di circa il 70%. Parlando, invece, di fasce di età, circa un terzo della popolazione ingegneristica è costituito da under 35. La loro condizione occupazionale è sostanzialmente invariata: solo l’uno per cento in più rispetto al 2013 (59% contro 58%).
DIFFERENZE GEOGRAFICHE. Gran parte dell’incremento occupazionale degli ingegneri è merito delle regioni centrali del Paese, dove si è passati dal 67,9% del 2013 al 74,9% del 2014. Sempre più drammatica, invece, la situazione al Sud, dove gli occupati continuano a scendere: l’anno passato hanno toccato il 61,8%.
SPOSTAMENTO DAL LAVORO DIPENDENTE ALLA LIBERA PROFESSIONE. Il documento del Centro Studi CNI mostra un altro dato molto interessante: il progressivo spostamento degli ingegneri dal lavoro dipendente alla libera professione. Dal 2012 al 2014 la quota di ingegneri dipendenti è scesa dal 73,4% al 71,1%. Di riflesso la quota degli autonomi è passata dal 26,6% ad oltre il 28%. Attività autonoma che, in molti casi, continua ad avere la funzione di “ammortizzatore occupazionale” per gli ingegneri espulsi dal comparto del lavoro dipendente.
Infine, va segnalato che nel 2014 è aumentato il numero degli ingegneri occupati nelle industrie italiane: circa 191mila contro i 179mila del 2013.