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Ingegneria, attivati 738 corsi di laurea nell’anno accademico 2017/2018

La quota di corsi di primo livello attinenti all’ingegneria civile ed edile non arriva al 23%

martedì 7 novembre 2017 - Redazione Build News

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Nell’anno accademico 2017/2018, in base ai dati del MIUR elaborati dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, sono stati attivati in Italia 738 corsi di laurea specificatamente ingegneristici, di cui 309 di primo livello e 429 di laurea magistrale.

I dati sono contenuti nel nuovo rapporto del Cni sull'offerta formativa ingegneristica dell'anno accademico 2017-2018.

La classe di laurea di primo livello con più corsi risulta la L-9 Ingegneria industriale con quasi il 44% dei corsi (135 corsi), seguita dalla L-8 Ingegneria dell’informazione che racchiude un terzo dei corsi di laurea “triennali”.

Anche tra i corsi di laurea magistrale, la parte più corposa è quella relativa all’Ingegneria industriale con 140 corsi (circa un terzo del totale), seguita, in questo caso, dai corsi del settore civile ed ambientale con 112 corsi (26,1%). A differenza del primo livello, tuttavia, esiste una parte di corsi di laurea magistrale (nell’anno accademico in esame sono 75 corsi, pari al 17,5%) il cui titolo permette l’accesso a settori diversi dell’albo: si tratta di quelli della classe LM-21 Ingegneria Biomedica, della LM-25 Ingegneria dell'Automazione, della LM-26 Ingegneria della Sicurezza, della LM-31 Ingegneria Gestionale.

CAMBIA IL PARADIGMA. Anche dall’analisi dell’offerta formativa delle università italiane si delinea chiaramente come il paradigma della figura dell’ingegnere si stia progressivamente modificando, passando da un connotazione fortemente concentrata sulle costruzioni e sull’edilizia, ad una più multidisciplinare e tesa verso l’innovazione e le nuove tecnologie, tanto che la quota di corsi di primo livello attinenti all’ingegneria civile ed edile non arriva al 23%.

SECONDO LIVELLO. Per quanto concerne invece il secondo livello, la situazione è più articolata e i corsi si distribuiscono più equamente tra i diversi “settori” ingegneristici: ai 52 corsi della classe LM 33 Ingegneria meccanica, si affiancano i 48 della LM-23 Ingegneria civile e i 44 della LM-32 Ingegneria informatica che, insieme, costituiscono un terzo dell’intera offerta formativa magistrale nelle materie ingegneristiche.

A conferma della multidisciplinarietà della formazione ingegneristica è sufficiente scorrere la “graduatoria” delle classi di laurea per numero di corsi attivati: dopo le tre classi già citate, seguono i 34 corsi della classe LM-29 Ingegneria elettronica, i 32 della LM-35 Ingegneria per l’ambiente ed il territorio e i 28 della LM-31 Ingegneria gestionale.

Il riferimento ai fini “giuridici” e “istituzionali” è quello della classe di laurea e di laurea magistrale, ma le denominazioni dei corsi all’interno di ogni classe presentano una notevole varietà di sfumature “lessicali” che rendono ogni corso quasi una categoria a se stante. Analizzando tutte le denominazioni dei corsi di laurea di primo livello, il termine “civile” è quello più ricorrente in assoluto (48 volte), seguito da “informatica” (36 volte), “gestionale” e “elettronica” (entrambi 31 volte).

Del tutto similare si rivela la situazione tra ai corsi di laurea magistrale: le denominazioni più frequenti sono sempre le stesse (“civile”, “meccanica”, “gestionale”, “elettronica”, “informatica” “ambiente”), anche se con una distribuzione leggermente diversa.

LAUREE PROFESSIONALIZZANTI. Il rapporto evidenzia che quello della scelta delle denominazioni dei corsi, operazione affidata ai singoli atenei e assai spesso strettamente correlata ad una sorta di “marketing” (una denominazione accattivante attrae un maggior numero di iscrizioni), diventerà una questione strategica nel momento in cui dovessero entrare in vigore le nuove lauree professionalizzanti su cui sta lavorando il Governo. Molto brevemente, la cabina di regia nazionale che sta lavorando sul tema sta ipotizzando un nuovo sistema di lauree triennali professionalizzanti, auspicabilmente abilitanti, con percorsi di studio ordinamentali definiti a livello nazionale in relazione a professioni regolamentate, a partire da quelle ordinistiche, che permetta agli studenti di acquisire rapidamente una qualificazione professionale e l’abilitazione all’esercizio professionale.

L’introduzione di questa tipologia di lauree rivoluzionerebbe completamente l’accesso alle professioni, in particolare per i professionisti iuniores, coinvolgendo dunque anche gli ingegneri. E il CNI, pur condividendo i principi di base dell’iniziativa, chiede che i nuovi percorsi formativi (c.d. lauree professionalizzanti) siano chiaramente distinti, anche nominalmente, dalle classi di laurea di primo di primo livello e dalle classi di laurea magistrale, onde evitare ambiguità e sovrapposizione di figure estremamente diverse per formazione e competenze.

Motivo per cui sarebbe opportuno operare una revisione completa anche delle denominazioni dei corsi già esistenti, proprio allo scopo di evitare ogni minima possibilità ulteriore di confusione.

Tornando all’analisi dell’offerta formativa ingegneristica 2017/2018, i 738 corsi di laurea e laurea magistrale “tipici” sono distribuiti in 58 atenei presenti su tutto il territorio nazionale. Il Lazio, con 109 corsi (tra primo e secondo livello), risulta la regione leader della formazione ingegneristica italiana per quanto concerne la disponibilità di corsi (ma in tale conteggio sono compresi anche i corsi delle Università telematiche con sede a Roma), seguito dalla Lombardia con 97 corsi e dalla Campania con 77.

I POLITECNICI DI MILANO E TORINO. A livello di ateneo, i due politecnici, di Milano e di Torino, confermano il proprio primato quali principali centri di formazione ingegneristica italiani con rispettivamente 49 e 47 corsi di laurea e laurea magistrale. Va tuttavia evidenziato che poco meno della metà dei corsi a vocazione ingegneristica attivati in Italia sono concentrati in soli 10 atenei (oltre ai Politecnici, La Sapienza e Tor Vergata a Roma, la Federico II di Napoli e le Università di Bologna, Padova, Pisa, Genova e Palermo).

ATENEI TELEMATICI. Un’ultima annotazione: sono 23 i corsi (10 di primo livello e 13 di secondo) attivati nell’anno accademico 2017/2018 nei cinque atenei telematici (Università telematica E-campus, Università degli Studi Niccolò Cusano, Università telematica Pegaso, Università telematica internazionale Uninettuno e Università telematica Guglielmo Marconi).

Scarica il rapporto del Cni

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