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Ingegneria e rischio idrogeologico, dal CNI un progetto in 8 punti

Secondo D'Angelis “i disastri accadono quando l'ingegneria ha la presunzione di fare a meno della geologia”. La replica del presidente del Cni

venerdì 8 maggio 2015 - Redazione Build News

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Realizzare “un innovativo programma di formazione professionale sul tema della difesa del suolo e della prevenzione del rischio idrogeologico, con specifico riferimento alle aree tematiche dell'ingegneria idraulica, geotecnica e strutturale, con la collaborazione delle associazioni, delle università, dei centri di ricerca più attivi nella formazione e ricerca sul tema del rischio idrogeologico, dei ministeri, delle strutture regionali e di bacino più avanzate; tale programma sarà gratuito ma basato su accreditamenti certificati e si attuerà prevalentemente mediante strumenti informatici”.

È questo uno dei punti del progetto lanciato dal Consiglio nazionale degli ingegneri e illustrato nella circolare n. 530 del 7 maggio 2015, firmata dal presidente Armando Zambrano.  

I PUNTI DEL PROGETTO. Questi gli altri punti del progetto:

2) Potenziare la formazione di ingegneri altamente specializzati nella progettazione e direzione di opere di ingegneria strutturale geotecnica ed idraulica, da porre a disposizione della Struttura di missione e degli enti appaltanti;

3) Verificare su base territoriale lo stato di attuazione dei piani di rischio idrogeologico e l'esistenza o la volontà di predisporre Master Pian, come ad esempio fatto dall'Area Metropolitana di Torino, diffondendo i dati in suo possesso; lo stesso andrà fatto sui temi dei piani di emergenza;

4) Stimolare la realizzazione di presidi territoriali basati sulla partecipazione essenziale degli ingegneri, anche con altre categorie, adeguatamente formati dagli Ordini professionali;

5) Organizzare con cadenza semestrale convegni nazionali o eventi di promozione del ruolo dell'ingegneria con la partecipazione anche della politica e delle istituzioni, per una verifica delle nostra attività e dei passi svolti nella risoluzione dei problemi del dissesto idrogeologico;

6) Proporre norme tecniche specifiche, anche con la collaborazione di UNI;

7) Contribuire all'attuazione del programma delle attività sul rischio idrogeologico, verificandone anche l'attuazione nel tempo;

8) Attuare quanto altro verrà dalle proposte di quanti vorranno collaborare.

“Tutto questo – conclude la circolare - per contribuire rapidamente affinché venga sempre più riconosciuta l'attività ma anche la positiva immagine della categoria, la stessa del passato, quella che ha fatto la storia eccezionale di questo Paese, anche con le innumerevoli straordinarie realizzazioni, frutto del lavoro degli Ingegneri”.

D'ANGELIS: “I DISASTRI ACCADONO QUANDO L'INGEGNERIA HA LA PRESUNZIONE DI FARE A MENO DELLA GEOLOGIA”. Nella circolare – qui disponibile in allegato - è allegata anche la replica del presidente del Cni a un'intervista rilasciata da Erasmo D'Angelis, nella quale il responsabile della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, riferendosi agli eventi tragici che interessano le opere infrastrutturali e non solo, ha sostenuto che " ... è colpa delle caste e dei costi da comprimere. I disastri accadono quando l'ingegneria ha la presunzione di fare a meno della geologia ... ". Nella stessa intervista D'Angelis ha immaginato la centralità della figura del geologo arrivando a suggerire la presenza di un "geologo condotto" in ogni comune, "capace di realizzare studi e aiutare nelle progettazioni" affermando che, non a caso, aveva voluto il Presidente nazionale dei Geologi nella Sua Struttura di Missione.

LA REPLICA DEL CNI. “È evidente – ribatte il Cni nella circolare - l'approssimazione delle tesi esposte e la confusione di ruoli e responsabilità che si evincono da tali considerazioni; così come è evidente la necessità di ulteriori azioni (da tempo il CNI è in prima linea nel tutelare, nell'interesse generale del Paese, le attività dell'ingegnere in questo campo), che, superando differenze che pur esistono all'interno della nostra categoria, vadano nella direzione di affermare, una volta per tutte e con forza, la nostra indiscutibile competenza sulla materia in discussione ma anche l'efficienza, efficacia e presenza delle nostre strutture rappresentative, non solo ordinistiche”.

“E questo – precisa il Consiglio nazionale della categoria - non per conquistare nuovi spazi professionali, ma per assicurare quella qualità della PROGETTAZIONE delle opere strutturali, geotecniche o idrauliche che sono competenza indiscutibile degli ingegneri”.

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