“Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri crede fortemente nel ruolo e nella funzione che l’ingegneria dell’informazione ricopre nella nostra società contemporanea. Del resto rappresenta il settore dell’ingegneria più vivace e di cui c’è maggiore necessità. Anche perché ha un impatto diretto su tutte le nostre attività, in ogni momento della nostra vita c’è la presenza dell’ingegneria dell’informazione”. Così Elio Masciovecchio, Vice Presidente del CNI, nel suo intervento, pronunciato in apertura degli “Stati Generali dell’Ingegneria dell’Informazione”, evento realizzato dal CNI, dal suo Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione (C3i) e dall’Ordine degli Ingegneri di Roma. “Stiamo parlando di un settore fondamentale per tutti gli altri settori dell’ingegneria – ha aggiunto Masciovecchio - una sorta di ingegneria al quadrato. In questo contesto, il CNI, oltre a lavorare per la valorizzazione delle nostre eccellenze in questo campo, si batte per superare l’assenza delle riserve di legge e per l’iscrizione obbligatoria all’Albo per gli ingegneri dell’informazione”.
“Dobbiamo decidere se darci delle regole oppure lasciare tutto nelle mani della tecnologia – ha detto la Senatrice Minasi nel suo intervento introduttivo -. Deve essere sempre l’uomo a governare i processi. Ad un maggiore accesso, deve sempre corrispondere una maggiore sicurezza”. I lavori del convegno sono stati condotti da Alessandro Astorino, Coordinatore del C3i, che ha definito la giornata “un laboratorio per disegnare i nuovi scenari della digitalizzazione del nostro Paese”. Astorino, poi, ha ricordato come l’attività dello stesso Comitato C3i abbia dato un contributo fondamentale per far sì che gli ingegneri dell’informazione iscritti all’Albo siano passati negli ultimi anni dal 5% a oltre il 15% del totale.
Interessante anche l’intervento del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, Massimo Cerri. “Il nostro Paese – ha detto – sconta ancora gli effetti del mancato completamento del processo di digitalizzazione, sebbene in molti settori l’ingegneria dell’informazione abbia già cambiato tutto. Diciamo che, da un lato, si fa un po’ fatica come sistema, dall’altro ci sono settori assai dinamici. Quello che serve è un progetto per l’ingegneria dell’informazione, sempre ricordando che al centro della transizione digitale deve esserci la persona”. Nel corso della mattinata si sono svolti interessanti focus sulla libertà di stampa, digitale e fake news, intelligenza artificiale e digital health humanities.
Intelligenza Artificiale
Nel corso del pomeriggio i lavori si sono inizialmente concentrati sul tema dell’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie e il loro uso a tutela dei consumatori. In particolare, è intervenuta Carla Cappiello, Consigliera del CNI con delega al C3i. “Oggi, più che mai, ci troviamo immersi in un'era digitale in cui le nuove tecnologie e l'intelligenza artificiale stanno ridisegnando il tessuto della nostra società – ha detto - influenzando ogni aspetto della nostra vita quotidiana come cittadini e come consumatori, creando così nuove dinamiche. Come possiamo navigare in queste acque turbolente? La risposta risiede nella combinazione di una vigilanza tecnologica attenta con un impegno etico forte. È essenziale che, come professionisti dell'ingegneria dell'informazione, ci adoperiamo per sviluppare e implementare meccanismi di controllo e di verifica dell'informazione che siano allo stesso tempo sofisticati e trasparenti. È nostro dovere assicurarci che la tecnologia serva l'umanità, non il contrario”.
Trasparenza e digitalizzazione del nuovo Codice Appalti
L’ultimo focus della giornata è stato dedicato alla trasparenza e alla digitalizzazione del nuovo codice dei contratti pubblici. A questo proposito, è intervenuto Sandro Catta, Consigliere CNI con delega ai lavori pubblici. “La digitalizzazione delle opere pubbliche – ha affermato - rappresenta una delle principali innovazioni del Codice, che dedica ben 19 articoli specifici ed un allegato al tema. Accanto a questo, vale la pena sottolineare l'implementazione della modellazione informativa, che introduce un cambio di paradigma nel sistema delle opere pubbliche. Saranno necessarie nuove professionalità e saremo in grado di gestire con più efficacia il patrimonio immobiliare e infrastrutturale pubblico. La possibilità poi di inserire nelle opere sistemi di sensori e monitoraggio delle strutture e degli impianti e connetterli alle modellazioni informative, renderà il settore dell'ingegneria della informazione sempre più fondamentale, fin dalle fasi di progettazione”.