Il capo della rete sismica nazionale, Salvatore Mazza, e il responsabile della sezione ingegneristica della rete sismica nazionale, Alberto Delladdio, si sono dimessi dai loro incarichi.
“Il Cnt (Centro nazionale terremoti) è sicuramente una grande sezione con persone straordinarie che riescono a sopperire a molte delle deficienze dell'Ingv, ma purtroppo queste caratteristiche di resilienza mi pare siano state sfruttate un po' troppo in questi ultimi anni e in questa crisi in particolare”, ha spiegato Mazza in una lettera.
“Da dieci anni svolgo un incarico usurante, sulla breccia giorno e notte, domenica e Natale”, ha dichiarato Delladdio. “In questi sei mesi siamo stati particolarmente provati dalla successione degli eventi: in un ente con centinaia di dipendenti la parte che si occupa del monitoraggio e della manutenzione delle stazioni sismiche conta solo una trentina di tecnici”.
A queste due dimissioni si sono aggiunte quelle di due responsabili di funzioni dell'Osservatorio catanese dell'Etna.
“Si intervenga immediatamente, di mezzo c'è la sicurezza nazionale del Paese”, ha detto ai giornalisti l'ex presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Enzo Boschi.
L'attuale presidente dell'INGV, Carlo Doglioni, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
In merito ad alcuni articoli usciti in questi giorni sugli organi di informazione e stampa, si rimarca che dal 24 agosto 2016, inizio della sequenza sismica più importante e drammatica dal terremoto dell’Irpinia del 1980, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha lavorato costantemente, assicurando alla Nazione una informazione permanente, rapida e puntuale sul fenomeno in atto. In sei mesi sono stati localizzati oltre 55.000 terremoti, numero che di solito si raggiunge in 5 anni.
Questo lavoro immane è stato svolto dal personale di ruolo e precario dell’Ente con un grande sforzo, senza risorse aggiuntive e con vera abnegazione: a loro va il ringraziamento di tutto l’INGV.
Il Direttore del Centro Nazionale Terremoti (CNT), Salvatore Mazza, ha dato le proprie dimissioni agli organi di vertice dell’Ente solo ed esclusivamente per sopraggiunti problemi familiari e rimarrà in carica fino all’espletamento della nuova procedura selettiva.
Nel frattempo l’Istituto ha continuato e continua, 24 ore su 24, a monitorare i nostri vulcani e i terremoti che colpiscono il territorio italiano.
L’Istituto rimane un Ente di ricerca solido ed è un attore fondamentale del Servizio Nazionale della Protezione Civile: con coesione svolge i suoi compiti istituzionali al massimo livello di professionalità. Nonostante la sofferenza finanziaria in cui versa, l'INGV seguiterà a operare con determinazione per raggiungere risultati scientifici sempre più avanzati.