Sono stati approvati oggi in via definitiva dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, due decreti legislativi in materia di inquinamento acustico, in attuazione della delega di cui all’articolo 19 della legge 30 ottobre 2014, n. 161.
I due provvedimenti prevedono, rispettivamente: 1) l'armonizzazione delle norme italiane in materia di inquinamento acustico (articolo 19, comma 2, lettere a), b), c), d), e), f) e h)) con la direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e gestione del rumore ambientale; 2) l'armonizzazione della norme nazionali in materia con la direttiva 2000/14/CE e con il regolamento CE n. 765/2008 (articolo 19, comma 2, lettere i), l) e m)).
NORME ANCHE PER GLI IMPIANTI EOLICI. Il primo decreto legislativo mira a ridurre le procedure di infrazione comunitaria aperte nei confronti dell’Italia in materia di rumore ambientale, operando una razionalizzazione della tempistica riguardante la trasmissione delle mappe acustiche e dei relativi piani d’azione, assicurando nel contempo anche l’informazione del pubblico.
L’intervento normativo, inoltre, risolve in modo definitivo alcune criticità, riguardanti in particolare l’applicazione dei valori limite, il coordinamento tra i vari strumenti di pianificazione, nonché la valutazione dell’impatto acustico nella fase progettuale delle infrastrutture, al fine del contenimento dell’inquinamento derivante dal rumore per la salvaguardia della popolazione.
Infine, si prevede una specifica disciplina delle attività fonte di rumore ambientale, fino ad oggi escluse dalla normativa, quali gli impianti eolici, le aviosuperfici, le elisuperfici, le idrosuperfici, le attività e discipline sportive e le attività di autodromi e piste motoristiche.
MACCHINE RUMOROSE OPERANTI ALL’APERTO. L'altro decreto legislativo razionalizza la disciplina sulle macchine rumorose operanti all’aperto, con particolare riguardo a quelle importate da Paesi extracomunitari e poste in commercio nella distribuzione di dettaglio, affidando la responsabilità in materia agli importatori presenti sul territorio comunitario, colmando così un vuoto normativo e garantendo maggiore sicurezza all’utenza.
Il provvedimento mira anche a raggiungere obiettivi di semplificazione nei procedimenti di autorizzazione e di certificazione, anche con una revisione dei requisiti richiesti agli organismi di certificazione.
Viene infine rafforzata la disciplina sanzionatoria, conferendo ad Ispra maggiori poteri di accertamento e verifica.