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Inquinamento elettromagnetico e acustico, il punto dall'Ispra

Nel 2013 il Piano di classificazione acustica risulta approvato in 46 città

martedì 28 aprile 2015 - Redazione Build News

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L'esposizione all'inquinamento elettromagnetico e acustico è l'argomento al centro del capitolo 9 del X rapporto Ispra sulla qualità dell'Ambiente urbano.

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO. Il rapporto prende in considerazione le sorgenti di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici degli impianti radiotelevisivi, stazioni radio base per la telefonica mobile ed elettrodotti dei quali viene analizzata la pressione esercitata dal numero di installazioni presenti sul territorio ed i casi di superamento dei valori limite di campo elettrico e magnetico previsti dalla normativa.

Rispetto al 2012 il X rapporto evidenzia una situazione sostanzialmente invariata del numero di impianti radiotelevisivi (RTV) ed un aumento del 2,5% del numero di stazioni radio base (SRB) installate sul territorio nazionale.

Gli elettrodotti, le stazioni e cabine di trasformazione operano in Italia a frequenze di rete estremamente basse (ELF: Extremely Low Frequencies) di 50 Hz.

Gli impianti radiotelevisivi (RTV) e le stazioni radio base per telefonia cellulare (RF) operano ad alta frequenza compresa tra 100 kHz e 300 Ghz.

Rispetto al 2012 i dati del 2013 evidenziano una situazione sostanzialmente stazionaria in tutte le città. Si conferma il numero di casi di superamento dei valori massimi del campo elettrico e magnetico di circa otto volte nelle sorgenti RF rispetto alle sorgenti ELF.

I superamenti per gli impianti ELF sono stati rilevati presso abitazioni private e principalmente per la presenza di cabine di trasformazione secondarie spesso ubicate all’interno di edifici residenziali.

Per gli impianti RF, nelle città in cui è stato possibile distinguere i casi di superamento per le due tipologie di sorgente, si osserva che questi sono determinati essenzialmente dagli impianti RTV più che dalle SRB. Ciò dimostra che in termini di esposizione ai campi elettromagnetici la maggiore criticità è rappresentata dagli impianti RTV.

Nella quasi totalità dei casi si è rilevato il superamento del valore di attenzione di 6 V/m in aree adibite a permanenze prolungate (soprattutto abitazioni private).

Con decreto ministeriale del 13/2/2014 è stato istituito il Catasto Elettromagnetico Nazionale previsto dalla legge quadro 36/2001 ed opera in coordinamento con i diversi Catasti Elettromagnetici Regionali.

Negli anni precedenti all’emanazione del succitato decreto ministeriale ISPRA e le ARPA/APPA hanno realizzato il Catasto nazionale dal punto di vista architetturale ed informatico utilizzando gli applicativi WebGis per la consultazione e rappresentazione dei dati geografici.

INQUINAMENTO ACUSTICO. Il rapporto contiene le informazioni relative all'attuazione degli strumenti di pianificazione (Piano di classificazione acustica e Piano di risanamento comunale), alle attività di controllo del rispetto dei limiti normativi ed agli interventi di risanamento acustico attuati dalle amministrazioni comunali. Sulle 73 esaminate nel 2013 il Piano di classificazione risulta approvato in 46 città.  

La classificazione acustica prevede la distinzione del territorio comunale in sei classi omogenee definite dalla normativa in base alla prevalente ed effettiva loro destinazione d'uso; a ciascuna di esse vengono attribuiti i valori limite acustici, espressi in Livello equivalente di pressione sonora (Leq), su due riferimenti temporali, diurno (06:00-22:00) e notturno (22:00-06:00).

La legge quadro sull'inquinamento acustico L. 447/1995 stabilisce che i comuni provvedano all'adozione ed approvazione di un Piano di risanamento acustico comunale qualora risultino superati i valori di attenzione di cui al DPCM 14/11/1997, oppure nel caso in cui i valori delle aree di contatto acusticamente classificate, ed anche appartenenti a comuni confinanti, si discostino in misura superiore a 5 dBA.

Nei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti la L. 447/1995 introduce la Relazione biennale sullo stato acustico che si configura come uno strumento versatile in quanto può assumere finalità di analisi dello stato dell'ambiente nonché di individuazione degli obiettivi di programmazione e di gestione dei problemi riscontrati.

I due strumenti (Piano di classificazione acustica e Relazione biennale) sono presenti in modo contestuale in 13 città (Genova, Padova, Modena, Ferrara, Forlì, Lucca, Pistoia, Firenze, Prato, Livorno, Arezzo, Perugia, Pesaro).

L'Osservatorio Rumore rappresenta la banca dati messa in rete da ISPRA con le ARPA/APPA nella quale si raccolgono, elaborano e valutano i dati sul rumore.

Le informazioni dell’Osservatorio Rumore sono integrate con i dati raccolti nell’ambito dell’indagine annuale “Dati ambientali nelle città”, effettuata da Istat tramite la compilazione di questionari ove si raccolgono informazioni ambientali relative ai comuni capoluogo di provincia.

CONTROLLI DEL RUMORE – SUPERAMENTI DEI LIMITI NORMATIVI. Nel 2013 i dati disponibili mostrano che nelle 73 città considerate sono state effettuate 1474 attività di controllo del rumore con un aumento del +2% rispetto all’anno precedente. La quasi totalità dei controlli è avvenuta a seguito di esposto/segnalazione dei cittadini (90%).

Le sorgenti più controllate risultano essere le attività di servizio e/o commerciali (71% sui controlli totali), seguite a distanza dalle attività produttive (11%) e dalle attività temporanee (8%).

Le infrastrutture di trasporto più controllate risultano le infrastrutture stradali, che incidono solo per il 4% sui controlli totali effettuati.

L’incidenza media dei controlli è pari a 11,6 controlli su 100.000 ab.

Per ripartizione geografica anche nel 2013 emerge che le attività di misura per il controllo dei limiti normativi sono concentrate prevalentemente al Nord, con il 47% dei controlli effettuati sul totale dei controlli nelle città considerate, contro il 27% del Centro e il 26% del Mezzogiorno.

Rispetto al 2012 si registra un significativo aumento dei controlli al Centro (+22%), un aumento nel Mezzogiorno (+5%) e una flessione nel Nord (-9%).

Si concentrano prevalentemente al Nord i controlli sulle attività produttive e sulle attività temporanee con circa il 62% per le prime e l’89% per le seconde; più equilibrati invece i controlli sulle attività di servizio e/o commerciali (nel Nord 40%, nel Centro 29%, nel Mezzogiorno 31%) e sulle infrastrutture stradali (nel Nord 44%, nel Centro 25%, nel Mezzogiorno 30%).

Considerando solo i comuni con popolazione superiore a 250.000 ab, si riscontra, per il 2013, un numero complessivo di controlli di 705 (48% dei controlli effettuati nelle 73 città considerate nel rapporto) e, rispetto al 2012, un aumento del 15%.

Nel 2013, nel 46% dei controlli effettuati è stato rilevato un superamento dei limiti normativi in diminuzione rispetto all’anno precedente (-6 punti percentuali); in particolare i superamenti sono stati evidenziati maggiormente nei controlli effettuati a seguito di esposto/segnalazione dei cittadini (47%), contro il 23% riscontrato nei controlli eseguiti su altre istanze.

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