In Italia mancano indicazioni normative e linee guida per l'inquinamento dell'aria indoor che definiscano in maniera puntuale e omogenea come procedere al rilevamento di inquinanti di natura chimica, fisica, biologica e i relativi limiti o valori di riferimento. Spesso quindi ci si riferisce alla legislazione di altri paesi, a norme tecniche o alla letteratura scientifica sull'argomento.
Per colmare queste lacune l'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il rapporto “Presenza di CO2 e H2S in ambienti indoor: conoscenze attuali e letteratura scientifica in materia”, elaborato dal Gruppo di Studio (GdS) nazionale “Inquinamento Indoor” istituito nel 2010 e composto da esperti di vari enti.
Il rapporto – IN ALLEGATO - fornisce, per l'anidride carbonica (CO2) e l'idrogeno solforato (H2S) provenienti da fonti naturali, una panoramica sui valori guida a cui fanno riferimento altri Paesi europei, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e altre istituzioni pubbliche. I valori guida per la CO2 si riferiscono all'aria di ambienti confinati (indoor) mentre per l'H2S vengono riportati i valori guida relativi all'aria ambiente (outdoor).
In questo studio, sottolinea l'Arpa Toscana, “sono esaminate due sostanze con caratteristiche e con effetti sulla salute molto diversi, per cui le soglie per la CO2 considerano più spesso il comfort abitativo che l'effetto sulla salute, mentre per l'H2S è prevalente il secondo aspetto.
I valori di riferimento per gli ambienti indoor sono volti a diminuire i problemi di salute delle popolazioni più vulnerabili, come i giovani, le donne in gravidanza e gli anziani ed a promuovere il benessere che si ripercuote anche sull'apprendimento di tutti gli occupanti dell'ambiente indoor, come nel caso di istituti scolastici”.