Il testo della “Terza Direttiva” della Regione Emilia-Romagna in materia di inquinamento luminoso e risparmio energetico “propone aspetti innovativi e migliorativi e presenta il grande valore aggiunto di coniugare aspetti molto tecnici e principi di legge con un elevato grado di buonsenso”.
Lo evidenzia la Regione Emilia-Romagna in una nota che illustra le principali innovazioni introdotte con la suddetta direttiva – sostitutiva della precedente di cui alla DGR 1688/2013 - che è stata pubblicata sul BUR n. 299 del 20 novembre 2015.
LE PRINCIPALI INNOVAZIONI INTRODOTTE
Proroga. Proroga di un anno ai comuni per la redazione del Piano della Luce, strumento obbligatorio la cui scadenza era fissata entro il 18 novembre 2015.
Led. Ammissione dell'uso delle sorgenti LED anche nelle zone di particolare protezione dall'Inquinamento luminoso (zone attorno agli Osservatori astronomici ed astrofisici, aree Naturali protette, siti della Rete Natura 2000 e corridoi ecologici) se con una temperatura di colore fino a 3000°K. Si precisa che il LED era già stato ammesso nelle parti di territorio fuori dalle zone di particolare protezione, se con temperatura di colore fino a 4000°K.
Indicazione a tutela degli habitat particolari o di specie animali particolarmente protette (vd. Direttiva habitat e direttiva "uccelli") della possibilità di utilizzare LED color ambra, meno impattanti sull'ecosistema (tecnicamente: LED la cui lunghezza d'onda di picco sia indicativamente a 590nm).
Modulistica. Inserimento della modulistica utile alle Comunicazioni/ certificazioni/dichiarazioni dei soggetti previsti. Tale modulistica, presente solo in parte nella precedente direttiva, è stata espressamente inserita per facilitare l'identificazione dei giusti e necessari contenuti e limitare al massimo, eventuali richieste di integrazione da parte dei comuni, Enti deputati al controllo in caso di esposto o su propria iniziativa.
Certificazione degli apparecchi. Aggiornamento dei riferimenti di legge per la certificazione degli apparecchi in merito al rischio fotobiologico (rischio di danni alla retina e ai tessuti degli occhi legati soprattutto all'uso dei LED).
Illuminazione di tipo "adattivo". Indicazione, anche ai fini del risparmio energetico, della possibilità di utilizzo dell'illuminazione di tipo "adattivo", che attraverso moderne tecnologie, permette di variare il tipo di illuminazione prevista per meglio gestire la luce stradale, al variare delle condizioni meteo/giornaliere (tecnicamente: varia automaticamente la categoria illuminotecnica di esercizio dell'impianto al variare dei parametri di influenza).
Dispositivi crepuscolari. Indicazione dell'opportunità di inserire oltre agli orologi astronomici (sistemi che fanno accendere gli impianti di illuminazione agli orari di alba/tramonto) i relè crepuscolari, per motivi di sicurezza. I dispositivi crepuscolari infatti, comandano l'accensione della luce ANCHE in particolari condizioni di anomala scarsa luminosità (es. temporali, eclissi, o non funzionamento dell'orologio astronomico) a prescindere dall'orario ufficialmente previsto.
Parametri e requisiti tecnici. Migliore specificazione del regime a cui sono sottoposti i nuovi impianti di illuminazione realizzati per riqualificare gli impianti già esistenti, e identificazione dei parametri tecnici che possono essere non rispettati, in caso di concreta ed oggettiva impossibilità (es. nel caso in cui l'impianto sia riqualificato senza spostare i pali della luce, oppure in caso di apparecchi storici tutelati dalla Soprintendenza).
Miglioramento dei requisiti tecnici previsti per i "particolari impianti di illuminazione" quali gli impianti sportivi, l'illuminazione architettonica, le aree verdi, e le insegne luminose grazie all'apporto professionale di tecnici specialisti del settore.