Sulla Gazzetta Ufficiale n. 112 del 15 maggio scorso è stato pubblicato il Decreto Agricoltura (decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63), approvato il 6 maggio dal Consiglio dei ministri.
L'articolo 5 del provvedimento introduce disposizioni finalizzate a limitare l’uso del suolo agricolo, impedendo l'installazione selvaggia di fotovoltaico a terra ma facendo salvi gli impianti delle comunità energetiche rinnovabili e quelli relativi agli investimenti PNRR.
Question time in Senato
Ieri giovedì 23 maggio il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, l'onorevole Pichetto Fratin, ha risposto in Senato all'interrogazione 3-01167 sui limiti all'installazione di pannelli fotovoltaici nei terreni a destinazione agricola. La senatrice Fregolent (IV-C-RE) ha illustrato l'interrogazione nei seguenti termini: “Signor Presidente, signor Ministro, pensavo che dopo la crisi energetica che ha colpito il nostro Paese fosse abbastanza palese che una delle problematiche dell'Italia è proprio la mancanza di un mix energetico maturo. Da qui alcuni obiettivi che vengono dal green new deal europeo, i fondi del PNRR che abbiamo ottenuto e che impegnavano il nostro Paese a stanziare 130 gigawatt da fonti rinnovabili, di cui 80 da pannelli fotovoltaici.
Nonostante alcuni provvedimenti che lei ha fatto in questa materia, ad esempio il decreto semplificazioni, ultimamente ci sono provvedimenti che vengono da questo Governo che sembrano andare in direzione contraria. Tra questi, l'articolo 4-ter del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, convertito nella legge 2 febbraio 2024, n. 11, che ha previsto il raddoppio delle trattenute applicate da GSE per la copertura dei costi di gestione degli impianti fotovoltaici che beneficiano del conto energia, col chiaro intento di spingere gli operatori all'adesione ad un sistema collettivo, ma con chiaro effetto disincentivante per chi non volesse esercitare tale opzione. Su tutti l'articolo 5 del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, cosiddetto decreto agricoltura, dove si è resa estremamente difficile e gravosa la collocazione di impianti fotovoltaici all'interno delle aree agricole.
Per questo noi le chiediamo quali sono gli intendimenti del suo Ministero per lo sviluppo delle rinnovabili in generale e per venire incontro a chi vuole impiantare pannelli fotovoltaici nei campi agricoli”, ha concluso Fregolent.
La risposta di Pichetto Fratin
Riportiamo la risposta del ministro Pichetto Fratin: “Signor Presidente, in relazione al quesito posto dagli onorevoli interroganti, che ringrazio, si evidenzia che le due norme citate non pregiudicano gli impegni assunti dall'Italia a livello europeo, né tantomeno segnano un cambio di rotta rispetto a quello che è l'obiettivo di sviluppo delle rinnovabili. Il Governo, a partire dal suo insediamento, ha invero fatto tutto o molto nell'ottica di un tempestivo raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica e verde, sia attraverso misure di carattere settoriale, sia mediante vari interventi di semplificazione procedimentale come leva ulteriore per lo sviluppo delle rinnovabili, destinate a trovare prossima sintesi nel decreto legislativo di attuazione dell'apposita delega prevista dalla legge di concorrenza, la legge n. 118 del 2022.
Sulla prima norma citata, quella legata al raddoppio delle trattenute da parte del Gestore dei servizi energetici (GSE), riferibile esclusivamente ai pannelli fotovoltaici installati mediante il decreto ministeriale Conto Energia prima del 27 settembre 2020, si evidenzia che, trattandosi di una quota a garanzia della totale gestione dei rifiuti da pannelli fotovoltaici a fine vita, è restituita al detentore laddove si è accertato l'avvenuto adempimento degli obblighi previsti dal decreto legislativo di riferimento.
Sulla seconda norma citata, quella del decreto-legge agricoltura, essa va letta nell'ottica di uno sviluppo ordinato degli impianti rinnovabili sul territorio nazionale, che insieme alle aree idonee che le Regioni stanno definendo e quindi devono poi individuare sul proprio territorio, potrà garantire una pianificazione regionale delle aree utili all'installazione di impianti necessari al raggiungimento di quanto previsto nel Piano nazionale integrato energia e clima, tra l'altro, con una distinzione tra i 75 e gli 85 gigawatt (75 come valore minimo del PNIEC e 80 quelli in ripartizione).
In ogni caso, voglio evidenziare come gli obiettivi europei prefissati devono essere raggiunti secondo un oculato mix di tecnologie differenti, anche molto differenti fra loro, a cui potrà partecipare in chiave prospettica non solo il grande eolico off-shore, previsto dal decreto energia di qualche mese fa, ma anche l'energia nucleare come fonte ad emissioni zero, tema sul quale - com'è noto - sono in corso riflessioni e studi per una road map che porti al suo sviluppo”.
La replica della senatrice Fregolent
La senatrice Fregolent ha così replicato: “Signor Ministro, non sono per niente soddisfatta, ma semplicemente per un motivo. Quando lei parla di eolico off-shore e di nucleare sfonda una porta aperta con Italia Viva, perché noi non siamo contrari né all'uno né all'altro. Ma, se non riusciamo neanche a mettere i pannelli fotovoltaici a terra, che è l'impianto più semplice esistente, figuriamoci se riusciamo a realizzare impianti così complessi, con interessi contrastanti. Lei sa benissimo, per esempio, che sul nucleare non siamo ancora riusciti a individuare il sito unico per i rifiuti radioattivi e che, in tutte le occasioni in cui qualcuno si fa avanti, ad esempio il sindaco di Trino Vercellese, poi spontaneamente viene fatto recedere dai suoi intendimenti. Addirittura c'è stata una manifestazione preventiva ad Alessandria, anche con i componenti della maggioranza che sostiene questo Governo. Ancora adesso non sappiamo quale sarà il Comune prescelto.
Se è così per impianti così complessi, mi aspettavo che almeno sul solare ci fosse una maggiore apertura. La mia preoccupazione è che, con una norma così stringente sul fotovoltaico in agricoltura, le Regioni tal quale diranno che le aree agricole non sono idonee, con un grande nocumento per la comunità italiana, che deve invece vedere lo sviluppo delle energie rinnovabili, se vuole raggiungere minimamente quell'autosufficienza energetica che pensavo fosse un elemento scontato dopo la crisi energetica e di gas che abbiamo avuto a causa della guerra in Ucraina”.
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