La crisi idrica rappresenta una delle principali emergenze del nostro tempo tempo. L’ONU ha calcolato che per ogni aumento di 1 grado della temperatura media globale, si verifica una diminuzione del 20% delle risorse idriche rinnovabili. Ma con la svolta dell’intelligenza artificiale la quantità di acqua che serve per la produzione di energia, necessaria a mettere in modo i server e le unità di elaborazione grafica, è enorme. Così come quella per raffreddare i circuiti di questi stessi server. Secondo il lavoro condotto dai ricercatori Penfei Li et al. dal titolo “Rendere l’intelligenza artificiale meno “assetata”: scoprire e affrontare l’impronta idrica segreta dei modelli di intelligenza artificiale” l'addestramento di GPT-3 nei data center statunitensi all'avanguardia di Microsoft può consumare direttamente 700.000 litri di acqua dolce pulita. Inoltre, considerando anche l’utilizzo di acqua per la produzione di energia, l’impronta idrica totale di GPT-3 per la fase di addestramento salirebbe a 3,5 milioni di litri se avviene negli Stati Uniti, o 4,9 milioni di litri se avviene in Asia in un anno.
E non si tratta solo di Microsoft: quando si tratta di consumo di acqua, Google non è da meno. Nel 2021, i suoi data center solo negli Stati Uniti hanno consumato intorno ai 13 miliardi di litri di acqua dolce per il raffreddamento in loco, di cui circa il 90% è acqua potabile. Sempre nell'articolo pubblicato dai ricercatori si legge anche che: “ChatGPT ha bisogno di “bere” una bottiglia d’acqua da 500 ml per una semplice conversazione che va da 20 a 50 domande e risposte. Mentre una bottiglia da 500 ml di acqua potrebbe non sembrare eccessiva, l’impronta idrica totale è estremamente elevata, considerando i miliardi di utenti di ChatGPT.”
La disponibilità d'acqua sulla Terra
Per comprendere a pieno l'ingente acqua dolce impiegata da queste tecnologie è necessario confrontarla con la quantità d’acqua presente sul pianeta Terra. Essa equivale a un miliardo e 386 milioni di chilometri cubi. L’acqua dolce però costituisce solo il 2,5% del totale e la continua estrazione della risorsa dal sottosuolo continua a modificare l’inclinazione dell’asse terrestre: tra il 1993 e il 2010 la rotazione della Terra è stata di circa 80 centimetri verso Est.
Il problema della siccità
L'ingente utilizzo di acqua dolce per raffreddare queste tecnologie va ad esacerbare il problema della siccità, correlato alla crisi climatica che ha visto gli ultimi anni caratterizzati da ondate di calore seguite da violenti tempeste. In Catalogna il prolungato periodo di siccità ha portato in queste settimane i bacini sotto la soglia di guardia del 16% della capacità facendo scattare lo stato d'emergenza. In Italia, secondo il Rapporto ISPRA sul Bilancio idrologico nazionale, nel 2022, con 67 miliardi di metri cubi la disponibilità di risorsa idrica annua ha raggiunto il minimo storico, facendo registrare –50% rispetto alla media del trentennio climatologico 1951-2020 e –52% rispetto alla media di lungo periodo 1951-2022. Sembrerebbe quindi, come annunciato da più parti che "l’estate del 2023 è da ricordare come la più fredda dei prossimi anni" e l'unica soluzione è l'adattamento come spiegato anche dall’Agenzia Europea dell’Ambiente: “La preparazione al cambiamento climatico a lungo termine richiede una preparazione sistematica della società". Saranno cruciali da questo punto di vista le azioni messe in campo dai singoli stati. In Italia per far fronte alla crisi idrica, il 6 aprile, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Siccità. La nuova norma punta a snellire le procedure autorizzative e a velocizzare gli iter per la realizzazione delle infrastrutture idriche e per la sicurezza e la gestione degli invasi. Tra le novità, l'istituzione di una Cabina di Regia e della figura di un Commissario Straordinario per gestire al meglio la risorsa idrica.
Cop 28: l'impegno dell'IA nella lotta ai cambiamenti climatici
Durante la Cop28 è stata annunciata una nuova partnership tra Microsoft e Onu che consentirà di creare una nuova piattaforma basata sull’intelligenza artificiale e un hub di dati climatici globali per misurare e analizzare i progressi globali nella riduzione delle emissioni nei 196 paesi che hanno sottoscritto la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Da questo punto di vista l'Intelligenza artificiale può essere un valido all'alleato nella lotta ai cambiamenti climatici. Per esempio l’IA può ottimizzare processi industriali, veicoli e sistemi energetici per ridurre le emissioni di gas serra, migliorare l’efficienza dei trasporti e delle reti elettriche. Può, ancora, ottimizzare l’uso delle risorse naturali, come l’acqua e l’energia, per ridurre gli sprechi e migliorare la sostenibilità; aiutare a identificare specie minacciate, monitorare gli habitat e sviluppare strategie di conservazione; migliorare la gestione delle colture, ottimizzare l’irrigazione e ridurre l’uso di pesticidi; migliorando la previsione della produzione eolica e solare può contribuire alla transizione verso fonti di energia rinnovabile; infine, grazie all'IA è possibile dare un accelerata alla scoperta di nuovi materiali, processi e tecnologie per affrontare le sfide ambientali.
Ma come Giano bifronte, l'IA ha anche un altro volto che è quello dell'impatto non trascurabile che ha sull'ambiente e spesso a causa della poca trasparenza di alcune compagnie è difficile valutare quale sia la sua reale impronta ambientale e idrica.
Di risorsa idrica e dell'importanza della sua gestione in modo efficiente ne parleremo il 29 febbraio con relatori di eccezione durante CostruirePiù, l'evento digitale dedicato ai professionisti dell'edilizia. Per iscriverti visita il link. Sono previsti 3 cfp a giornata per ingegneri!