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Interventi PNRR: i dati della Corte dei Conti sulle condotte illecite

I danni derivanti dalle fattispecie illecite in istruttoria devono ancora essere esattamente quantificati, ma il loro importo sarà molto maggiore di 1,8 milioni di euro

mercoledì 14 febbraio 2024 - Alessandro Giraudi

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In merito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), “nonostante l’ingente ammontare di risorse messe a disposizione, è stato registrato un modesto progresso nel loro utilizzo, nonostante sia stato constatato uno stadio sufficientemente avanzato nell’assegnazione delle medesime ai soggetti attuatori, pari a circa 142 miliardi di euro, cioè a oltre il 70% delle risorse del PNRR. Secondo i dati più recenti raccolti dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, basati sulle informazioni contenute nella piattaforma ReGIS al 26 novembre 2023, risultavano spesi 28,1 miliardi di euro (circa il 14,7% del totale delle risorse europee del PNRR), mentre restano da spendere 138,2 miliardi di euro per conseguire tutti i target previsti”.

Lo riporta la Corte dei Conti nella Relazione della Procura generale per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.

“Alcune delle fattispecie illecite riguardanti l’indebito o il mancato utilizzo delle risorse UE possono, evidentemente, presentarsi anche in relazione agli illeciti che si verificano nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, quindi, possono costituire utile e valido elemento di riferimento nei procedimenti di verifica e controllo delle concrete modalità di utilizzo dei fondi pubblici del Piano”, si legge nella suddetta Relazione.

Le condotte illecite

“In particolare, le condotte illecite in questo settore possono essere costituite: dall’indebita percezione delle risorse da parte dei soggetti attuatori; dal mancato rispetto dei cronoprogrammi per la realizzazione dei progetti rientranti nelle missioni previste dal PNRR; dalla mancata utilizzazione ovvero dalla distrazione delle risorse attribuite per la realizzazione dei progetti PNRR; dalla realizzazione di opere non conformi ai progetti, con dolosa distrazione o sperpero delle risorse assegnate”, spiega la Corte dei Conti.

Al momento della stesura della presente Relazione, “le Procure regionali della Corte dei conti hanno in corso di istruttoria le seguenti fattispecie, collegate all’attuazione dei progetti PNRR:

  • scorretto utilizzo o frodi nella percezione delle risorse pubbliche erogate dal SIMEST (società erogatrice dei finanziamenti per Cassa Depositi e Prestiti) per l’attuazione dei progetti PNRR (Procura regionale Lombardia, danno circa euro 25.000; Procura regionale Campania);
  • indebita percezione di contributi (Procura regionale Emilia Romagna per circa euro 1.000.000,00; Procura regionale Veneto per circa euro 640.000; Procura regionale Puglia);
  • opere non conformi al progetto Asili nido e Servizi integrativi (Procura regionale Emilia Romagna);
  • presunte irregolarità riguardanti un bando per l’acquisto di un edificio per realizzare appartamenti popolari (Procura regionale Emilia Romagna);
  • ritardi negli interventi di efficientamento della sede di un Comune e della scuola dell’infanzia (Procura regionale Friuli Venezia Giulia per un danno stimato in circa euro 100.000,00);
  • presunte irregolarità nell’impiego delle risorse pubbliche per l’attuazione dei progetti PNRR (Procura regionale Lazio, Procura regionale Liguria);
  • presunto danno erariale derivante dall’indebita percezione da parte di un Comune dei fondi PNRR per la sistemazione di una “baraccopoli” cittadina attraverso la “falsificazione dei dati dei migranti presenti in città” (Procura regionale Marche);
  • presunto danno erariale derivante da indebito utilizzo da parte di un Comune dei fondi PNRR per il recupero di un’area privata di proprietà di una società privata (Procura regionale Marche);
  • irregolare gestione dei fondi PNC destinati alla ricostruzione post sismi 2009 e 2016 (Procura regionale Marche);
  • indebito utilizzo dei fondi PNRR per la formazione del personale di un’azienda privata (Procura regionale Marche);
  • indebita compensazione di tributi dovuti all’erario con crediti d’imposta non spettanti, finanziati con risorse del PNRR: si tratta, dunque, di fattispecie di indebito impiego di risorse, non ancora incamerate ma per le quali è stato fatto valere un diritto di credito, non spettante (Procura regionale Puglia);
  • frodi nella percezione di risorse pubbliche (Procura regionale Sicilia);
  • presunta mala gestio dei fondi PNRR (Procura regionale Trentino Alto Adige – Trento; Procura regionale Umbria)”.

La Corte dei Conti precisa che “i danni derivanti dalle fattispecie illecite in istruttoria appena elencate devono ancora essere esattamente quantificati e non ammontano solo a circa euro 1.800.000,00 (cifra risultante dalla somma degli importi sopra indicati), ma saranno di importo notevolmente maggiore”.

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