Al 31 marzo 2018 si contano 830.557 imprese delle Costruzioni, di cui oltre la metà (59,7%) sono artigiane, pari a 495.857 imprese. Le Costruzioni rappresentano il 13,7% del totale imprese, quota che sale al 37,7% nel caso dell'artigianato. Gli addetti del settore sono 1.323.972 e oltre la metà (54,5%), pari a 721.422 addetti, lavorano in imprese artigiane. Nonostante quello delle Costruzioni sia il settore più colpito dalla crisi e quello più in ritardo nella ripresa, segnale positivo proviene dalla fiducia delle imprese che si colloca vicino al livello massimo toccato lo scorso aprile.
Debole il trend della produzione, che è pari a 166,2 miliardi di euro ed è generata per tre quarti (73,1%) dal rinnovo del patrimonio immobiliare esistente e per il restante quarto (25,9%) da nuove costruzioni. Nei primi quattro mesi del 2018 la produzione delle Costruzioni - corretta per gli effetti di calendario – in Italia cresce dello 0,6%, dinamica inferiore al +4,1% della Spagna e al +3,5% della Germania e superiore rispetto al -0,8% della Francia. Anche la crescita del valore aggiunto delle Costruzioni in Italia appare debole, evidenziando un aumento dell’1,3% negli ultimi quattro trimestri, mentre nell’Eurozona cresce a velocità tripla (+3,6%).
L’attuale fase di ripresa è trainata dagli investimenti, ma quelli in costruzioni risultano meno dinamici. Negli ultimi quattro trimestri (tra II trimestre 2017 ed il I trimestre 2018) il PIL in volume, corretto per gli effetti di calendario e relativo cresce dell’1,5%, con un +4,6% delle esportazioni ed un +4,4% degli investimenti fissi lordi, combinazione di +6,9% degli investimenti diversi da costruzioni, influenzati positivamente da Industria 4.0, e del più contenuto +1,6% degli investimenti in costruzioni; più dinamica la voce relativa alle abitazioni che cresce del 2,1% a fronte del +0,9% degli altri fabbricati.
In particolare, la crescita degli investimenti è sostenuta tutta dalle imprese private che nel 2017 crescono del 6,9%: prosegue invece il calo degli investimenti pubblici (-5,6%) che pesano per il 2,0% sul PIL, valore di minimo storico e previsto stabile nel 2018, con l’Italia all’ultimo posto in Ue (0,8 punti percentuali al di sotto della media Ue a 28 del 2,8% di PIL). L’impatto negativo sulle Costruzioni generato dalla crisi del mercato immobiliare ed il crollo della domanda privata avrebbero potuto essere mitigati da maggiori investimenti pubblici: se tra il 2010 ed il 2017 si fosse mantenuta una incidenza sul PIL degli investimenti pubblici in Costruzioni pari alla media del quinquennio 2005-2009, nel 2017 si sarebbero registrati 120 mila occupati in più nel settore dell’Edilizia ed installazione di impianti e il calo degli occupati registrato dal settore (- 501 mila unità) si sarebbe ridotto del 24%.
I più recenti dati di cassa del settore pubblico non sono incoraggianti: nel I trimestre del 2018 i pagamenti per investimenti fissi lordi diminuiscono del 12,7% in controtendenza rispetto al +2,8% di un anno prima. Un segnale positivo proviene invece dalla dinamica dei contratti pubblici per lavori, diversi da forniture e servizi e con importo superiore ai 40 mila euro, che rappresenta un indicatore anticipatore della spesa: nel 2017 il numero delle procedure di affidamento aumenta dell’11,0% ed il relativo importo sale del +12,5%.
Fonte: Anaepa Confartigianato