Il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Leopoldo Freyrie, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e ai ministri dello Sviluppo economico, Federica Guidi, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Oggetto della missiva l’Investment compact, cioè la legge che cambia la disciplina sulle startup e pmi innovative, riservando le politiche di incentivi alle società di capitale ed escludendo - come già avvenuto per la reti d’impresa ed il voucher digitale - i professionisti italiani.
Il provvedimento - decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti – è stato convertito in legge il 24 marzo scorso dal Senato con 155 voti favorevoli e 92 contrari.
ESTENSIONE ALLE PMI INNOVATIVE DELLE AGEVOLAZIONI PREVISTE PER LE START UP. Questa nuova legge definisce i requisiti delle piccole e medie imprese innovative, alle quali sono estese agevolazioni previste per le start up, e modifica il meccanismo dei finanziamenti agevolati alle pmi per gli investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa (nuova legge Sabatini).
Inoltre, attribuisce la competenza a svolgere attività creditizia, a supporto delle esportazioni e dell'internazionalizzazione dell'economia italiana, a Cassa Depositi e Prestiti; estende il regime di esenzione ai finanziamenti effettuati dagli investitori istituzionali costituiti in Paesi inseriti nella cosiddetta white list; dispone che il Governo promuova l'istituzione di una società per azioni per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese con sede in Italia, il cui capitale sarà interamente sottoscritto da investitori istituzionali e professionali.
CNAPPC: CALPESTATI I DIRITTI SANCITI DALL'UE. Gli architetti italiani chiedono l'immediata revisione dell'Investment compact “evitandoci l’odioso atto di ricorrere contro il nostro Paese in sede comunitaria per far valere i diritti sanciti agli articoli 48, 81 e 82 del Trattato, come interpretati dalla Corte di giustizia delle Comunità europee”. Secondo tali articoli “si deve considerare impresa qualsiasi entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che svolga un'attività economica, incluse in particolare le entità che svolgono un'attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che svolgono regolarmente un'attività economica”.
Il Cnappc chiede al Governo e al ministro dello Sviluppo Economico di “modificare definitivamente e urgentemente, sia nelle politiche e norme già in essere che in quelle future, l’atteggiamento sbagliato di “razzismo economico-sociale” che esclude interi settori della comunità produttiva da incentivi economici e politiche sociali”.