Di seguito riportiamo la lettera inviata da Finco a firma della Presidente Carla Tomasi al ministro della Cultura Alessandro Giuli con oggetto l'ipotesi di revisione Codice dei Beni Culturali
"Preg.mo Ministro,
FINCO è la Federazione delle Industrie dei Prodotti, degli Impianti, dei Servizi e delle Opere Specialistiche per le Costruzioni e le Manutenzioni Edili, Stradali e dei Beni Culturali. E’ nata nel 1994 e raggruppa 40 Associazioni Nazionali di Categoria, per oltre 17.000 imprese e 130 mila dipendenti, con un volume di affari superiore ai 35 miliardi di euro aggregati.
In rappresentanza delle lavorazioni super-specialistiche nel settore dei Beni Culturali, FINCO annovera, tra le Federate,
l’Associazione dei Restauratori d’Italia (ARI) e quella delle imprese di Archeologia (Archeoimprese).
Apprendiamo da notizie di stampa, ulteriormente rafforzate dal contenuto di recenti provvedimenti depositati come il Disegno di Legge Delega, AS 1372 << Delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica >>, che è in atto una riflessione tecnico - politica su una possibile revisione del Codice dei
Beni Culturali (DLgs 42/2004).
Il Ministero della Cultura è, naturalmente, pienamente consapevole di queste iniziative e riteniamo che stia già riflettendo sugli eventuali aggiustamenti del summenzionato Codice che saranno ritenuti necessari.
In questa ottica, premesso che per la scrivente Federazione, tutta la normativa relativa ai Beni Culturali non può prescindere dalle previsioni dell’art. 9 della Costituzione relativamente alla Tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione, riteniamo assolutamente strategico per tutto il suddetto settore dei Beni Culturali (sia dal punto di vista dell’interesse pubblico che di quello privato) che una eventuale riflessione sulla revisione di una normativa così importante, venga condivisa con gli operatori del settore.
Come rappresentanti delle attività super specialistiche nei Beni Culturali, siamo certamente in grado di cogliere sia la necessità di semplificazione di alcune procedure che rischiano di rallentare i lavori pubblici o gli interventi sui beni privati tutelati, sia l’importanza imprescindibile della Tutela. Per tale ragione riteniamo di poter contribuire a questo eventuale processo di revisione con una serie di proposte oltre che di apportare, costruttivamente, pareri qualificati alla riflessione.
Con la presente chiediamo, pertanto, di aprire un canale di comunicazione ufficiale su questa tematica con il Ministero da Lei presieduto e di essere coinvolti in eventuali tavoli di lavoro che il Ministero intendesse aprire o abbia già aperto.
A latere segnaliamo anche che, nel tempo e, da ultimo, con riferimento al Codice dei Contratti Pubblici (Dlgs 36/23, come modificato dal Dlgs 209/24), abbiamo inviato al Suo Dicastero, a più riprese, le proposte da noi elaborate di revisione/integrazione al suddetto Codice per la parte
strettamente riguardante i lavori sui Beni Culturali, al fine di garantire interventi altamente qualificati (ed efficienti) sui Beni Culturali.
Probabilmente la tempistica relativamente ridotta con cui, da ultimo, il c.d. “Correttivo” è stato licenziato non ha consentito i necessari approfondimenti e confronti che proponevamo.
Anche su questa tematica restiamo a disposizione, per arrivare ad un sistema di appalti pubblici in cui la qualità degli interventi e l’alto livello di professionalità degli operatori riescano concretamente a tutelare i Beni Culturali oltre che a garantire una corretta ed efficiente gestione degli appalti pubblici.
Cogliamo l’occasione per chiederLe un incontro, con ogni compatibile urgenza."