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ISH, Daikin Italia: “La transizione ecologica è una sfida contro il tempo. Centrali le pompe di calore”

Di sostenibilità del settore, sfida climatica e trend di mercato abbiamo parlato con il Presidente di Daikin Italia Geert Vos in occasione di ISH 2023

lunedì 20 marzo 2023 - Redazione Build News

Progetto senza titolo (31)


Si è conclusa da poco la prima edizione di nuovo in presenza di ISH 2023, la fiera dedicata al settore HVAC + Water. Per l’occasione abbiamo incontrato il Presidente di Daikin Italia, Geert Vos insieme al quale abbiamo discusso di temi di stretta attualità come la scadenza per nuove cessioni del credito prevista per il 31 marzo ma anche della nuova Direttiva Case Green che tanto ha fatto discutere gli addetti ai lavori nell’ultimo mese. Abbiamo visto insieme anche le novità presentate in fiera da Daikin e i relativi scenari di mercato da qui ai prossimi anni considerando anche gli obiettivi europei di riduzione della CO2 al 2023.

Relativamente alla questione legata alla gestione del credito e alla scadenza del 31 marzo, quale pensa possa essere l’impatto sulla vostra attività?

Ci sono diverse cose da dire. In primis stiamo cercando ancora di risolvere i tanti miliardi di euro sotto forma di sconti fiscali presenti nei cassetti degli installatori. Insieme alle banche stiamo lavorano per aiutare i nostri installatori a recuperare i soldi, diversamente si verificherebbe un problema di cash flow molto importante in Italia, con tante aziende che rischiano di non poter più lavorare. Per il futuro stiamo aiutando gli installatori con un programma di crediti al cliente in modo da dilazionare in 5 o 10 anni i pagamenti in linea con i soldi che prende dallo Stato. Sempre per il futuro credo possa essere utile prevedere un accesso ai contributi per fasce sociali (come previsto peraltro anche dal nuovo European Building) così che anche le fasce più povere che diversamente rimarrebbero escluse anche con una dilazione dello sconto in fattura in 5 o 10 anni possano usufruire degli incentivi. Ma si tratta di una delibera difficile.

In merito alla Direttiva Case Green che sta facendo molto discutere il settore nelle ultime settimane e che in Italia non ha incontrato grandissimo favore da parte delle associazioni di settore del mondo delle costruzioni, quale impatto pensa possa avere sulla vostra attività?

La direzione tracciata dalla Direttiva Casa Green è l’unica possibile in quanto il nostro Paese ha firmato per ridurre la CO2 del 55% al 2030. Sapendo che il settore degli edifici è responsabile di circa il 30 - 40% della CO2, non è possibile raggiungere il target fissato per il 2030 senza intervenire sul parco immobiliare. Chiaramente questa Direttiva necessita ancora di alcuni correttivi ma la direzione tracciata è quella giusta. Per decarbonizzare le abitazioni bisogna andare verso le pompe di calore; come è possibile vedere a ISH, lo spazio dedicato alle pompe di calore è maggiore rispetto ai boiler. Ci sono poi ancora passi da fare sulle caldaie Hydrogen ready. Nel testo attuale della Direttiva si può leggere che le caldaie possono essere anche con l’1% di idrogeno. Se questo vincolo passa, raggiungere l’obiettivo del -55% diventa impossibile perché abbiamo poco tempo, il 2030 non è lontano soprattutto perché si tratta di installazioni tecniche che possono arrivare fino a vent’anni di vita; i prodotti che salviamo adesso produrranno ancora CO2 nel 2030 e onestamente siamo già fuori tempo.

Attenzione al risparmio energetico e al comfort abitativo sono ormai i driver di molte aziende. Da questo punto di vista, che tipi di investimenti state facendo?

Daikin da vent’anni sta investendo nelle pompe di calore e sul comfort abitativo. Il mio consiglio è di rivolgere questa domanda alle persone scandinave che utilizzano le pompe di calore Daikin, performanti nonostante le basse temperature. Sull’efficienza invece ci sono ancora dei passi avanti da fare e Daikin sta investendo sul nuovo centro di Ricerca&Sviluppo in Belgio, con 250 ingegneri. Un investimenti simile in Europa è strategico perché il nostro continente può diventare il centro di sviluppo mondiale per le pompe di calore in virtù del suo clima ideale, ne è un esempio il confronto tra le temperature minime di due città come News York e Parigi che pur trovandosi alla stessa latitudine, nella prima città una temperatura di -30° è considerata freddo mentre nella seconda -5° sono considerabili freddo.

In merito alla novità che presentate in fiera, ovvero Altherma 4, abbiamo visto prima nel tour guidato che sarà con refrigerante 290, rispetto alla Altherma 3 che sarà commercializzata a breve ed è in R 32. Per il propano quale futuro vede in Italia? Possibilità e criticità?

A livello di ricerca stiamo continuando a studiare modi sicuri per l’applicazione del propano ma infondo crediamo che coesisteranno diversi refrigeranti per diverse applicazioni. Il modello Altherma 4 che proponiamo con il propano è una monoblocco dove tutto il refrigerante è all'esterno in modo da avere una soluzione sicura. In Italia è presente solo un 10% di applicazioni di questo tipo. Le unità a propano rimarranno relegate a installazioni su balconi o vicino alle porte in modo da lasciare almeno 2 metri di distanza tra la porta e l’unità esterna. Però mi chiedo quanti balconi di simili dimensioni esistono in Italia? Non molti. 

Inoltre, è vero che il propano ha un GWP molto basso ma il vero ago della bilancia è costituito dal fatto che il refrigerante dentro la macchina ha un impatto solo pari al 2% dell’installazione nel suo complesso, noi preferiamo focalizzarci sull’efficienza dell’installazione. Preferiamo focalizzarci sul technology shift "caldaia - pompe di calore" perché in questo modo si risparmia dal 50-70%. Focalizzarsi purtroppo sul refrigerante rischia di rallentare questo passaggio con un impatto negativo sull’ambiente.

Vuole aggiungere qualcos'altro su ISH, come sta andando? dopo tanto tempo si ritorna finalmente in presenza

Non sono ancora disponibili i numeri sulla fiera ma è possibile vedere che ci sono tante persone. Si ritorna in presenza per la prima volta dopo la pandemia ed è palpabile la volontà di tornare alle esposizioni dal vivo. A livello di prodotti ho visto poche caldaie e questo conferma il technology shift. Non è solo un idea di Daikin ma anche altre aziende stanno investendo in questo cambiamento. Spesso ed erroneamente sui media italiani si parla di Cina e di delocalizzazione ma non è esattamente così; Daikin sta investendo molto in Europa con una fabbrica in Polonia e oltre 3 miliardi per il Centro di Ricerca&Sviluppo. Anche altre importanti realtà del settore stanno investendo in Europa.

Uno dei nostri obiettivi è quello di arrivare a produrre il 60% delle pompe di calore in Europa e penso sia un traguardo raggiungibile ma in Italia serve un quadro stabile che permetta alle aziende italiane di investire in questa nuova tecnologia. Per avere un’idea dell’instabilità che regna in Italia, basti pensare che il Superbonus 110% è stato modificato 13 volte in un solo anno! Questo non aiuta le aziende a investire in Italia, serve un quadro stabile per i prossimi 10 anni che spinga le aziende a investire nelle pompe di calore. Ma rischiamo di essere già fuori tempo.


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