Nel corso degli anni ANIT ha realizzato molti studi sull’efficacia dell’isolamento termico dei componenti opachi, ossia delle pareti, coperture e solai disperdenti verso l’ambiente esterno, verso locali non riscaldati e verso il terreno. Gli studi condotti in passato erano principalmente rivolti alla comprensione delle novità introdotte dal legislatore: il rispetto di requisiti minimi, imposti al fine di garantire l’efficientamento energetico.
Lo studio “Isolamento degli edifici esistenti residenziali” gennaio 2024, condotto in collaborazione con Ediltec, oltre al rispetto dei requisiti minimi indaga anche il rispetto dei requisiti di accesso a forme di incentivazione e prova infine a immaginare edifici veramente a consumo quasi zero. I tre livelli di isolamento descritti sono applicati a due tipologie costruttive tipiche del territorio nazionale (un edificio unifamiliare e un piccolo condominio) posizionante in tre zone climatiche (C, D ed E) rappresentative del territorio. Delle simulazioni svolte sono stati analizzati e commentati i risultati ottenuti.
La riduzione del fabbisogno energetico invernale degli edifici ha diverse conseguenze positive che riguardano sia i singoli (risparmio economico e benessere all’interno delle abitazioni) sia la comunità (sostenibilità ambientale grazie ad una riduzione dell’uso dell’energia non rinnovabile). L’augurio è che i risultati dello studio possano contribuire alla realizzazione di sempre più interventi di riqualificazione energetica: dai dati sintetizzati infatti emerge che nonostante i tanti interventi realizzati negli ultimi anni abbiamo ancora molta strada da percorrere prima di arrivare ad un parco edilizio energeticamente efficiente.
Conclusioni
"Lo studio condotto evidenzia che al fine di assicurare il basso consumo energetico per gli edifici esistenti, gli interventi di isolamento termico dell’involucro opaco sono imprescindibili. I risultati degli incentivi sintetizzati da ENEA riportano come l’intervento più efficace sotto il profilo di risparmio energetico rispetto agli € investiti sia quello dei componenti opachi. Sul territorio nazionale sono ancora tantissimi gli edifici energivori.
Gli interventi di isolamento possono essere realizzati in parete, sulle coperture e sui solai verso terra e verso locali non riscaldati.
Le simulazioni condotte mostrano come i livelli legislativi di isolamento imposti e quelli di accesso agli incentivi possono portare in tutte le zone climatiche ad edifici paragonabili a quelli di nuova costruzione, con riduzione di consumi fino all’80% rispetto a quelli ante operam. Il costo economico del consumo, a questi livelli di isolamento, appare trascurabile, tuttavia non è trascurabile il costo ambientale di produzione di C02.
Per questo motivo si può ambire a spingere i livelli di isolamento termico a spessori ancora maggiori raggiungendo valori di trasmittanza termica che si avvicinano al concetto di adiabaticità, e sostituendo il vettore energetico non rinnovabile con energia rinnovabile. Queste azioni sono valorizzate anche in termini di classificazione energetica, basata appunto sul ridotto ricorso all’energia non rinnovabile.
Lo studio ben evidenzia che le ambizioni della Comunità Europea con le indicazioni emerse anche non esplicitamente con la nuova Direttiva EPBD 4, in corso di approvazione, vanno nella giusta direzione: puntare ad avere un parco edilizio efficiente".