L'utilizzo di perlite- dichiara il dottor Singh- ha anche una serie di vantaggi aggiuntivi. Ha un contenuto energetico significativamente inferiore alla silice pirogenica ed è prodotta a temperature nettamente inferiori: sono sufficienti 1000 ° C rispetto ai 3000 ° C della silice, con ovvi risparmi energetici.
Da un punto di vista prestazionale, inoltre, i pannelli sottovuoto dimostrano delle performance superiori di 5-8 volte rispetto all'isolamento in lana di roccia o in schiuma solida.Se si considera che una delle sfide più grandi del Regno Unito- così come per la maggioparte delle città europee- è legata alla necessità di riqualificare il patrimonio edilizio esistente, la soluzione sviluppata potrebbe consentire interventi più semplici, economici ed efficaci. I pannelli in perlite sono spessi meno di due cm, con prestazioni paragonabili ai 100 mllimetri di schiuma solida. A un costo inferiore, secondo Singh.
Isolamento in 'carta da parati'
Il professore sta anche studiando la possibilità di utilizzare questa nuova tecnologia in applicazioni diverse. E' allo studio, ad esempio, un modulo particolarmente flessibile che potrebbe essere usato come una normale carta da parati. Applicabile, quindi, alla parete interna delle abitazioni, fissandola con un sottile strato di intonaco così come avviene per il cartongesso. Questa soluzione potrebbe da un lato risolvere uno dei problemi dei pannelli sottovuoto che, nel caso in cui si verifica un danno anche minimo alla struttura, perdono la loro capacità isolante. Dall'altro renderebbe possibile una serie di interventi localizzati (isolare una stanza alla volta), particolarmente indicati per le abitazioni vecchie e nei casi in cui la proprietà non ha le disponibilità economiche per sviluppare un intervento strutturale alla facciata dell'intero stabile.
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