E se si considera che circa il 70% della popolazione italiana risiede in aree urbane e che secondo le stime più recenti tale valore è previsto in aumento, raggiungendo l’80% entro il 2050, i rischi, in termini di consumi energetici, comfort, inquinamento, e sopratutto salute, sono enormi.
Dal CNR la mappa del rischio diurno e notturno
Nonostante questa evidenza, al momento in Italia c’è una mancanza di informazioni relative alla distribuzione spaziale del rischio da caldo nelle aree urbane. E’ per colmare questa lacuna che alcuni ricercatori dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-Cnr) hanno sviluppato, per le più popolose città Italiane, delle mappe ad alta risoluzione relative alla distribuzione spaziale del rischio diurno e notturno da caldo urbano. Lo studio- che si è valso di una serie di 13 anni (2001-2013) di dati satellitari della NASA sulla temperatura superficiale del suolo e dei dati Eurostat sulla densità della popolazione relativa al 2001, processati mediante la metodologia di valutazione del rischio validata con il progetto internazionale Asscue (Adaptation Strategies for Climate Change in the Urban Environment)- si è focalizzato su un segmento particolarmente vulnerabile, quello della popolazione anziana. Ma potranno essere utilizzati anche per valutazioni a più ampio raggio.
11 città sotto la lente
Le città incluse nello studio- recentemente pubblicato sulla rivista Plos One- hanno tutte più di 200 mila abitanti: cinque città del nord (Milano, Padova, Torino, Bologna e Genova), due del centro (Firenze e Roma) e quattro del sud (Bari, Napoli, Palermo e Catania).
I RISULTATI
Le mappe sviluppate nello studio hanno mostrato una marcata eterogeneità a livello spaziale del rischio da caldo diurno e notturno sia nelle città dell’entroterra che costiere, con i livelli di rischio più elevati generalmente (ma non sempre) concentrati nelle zone centrali delle città. E’ stato inoltre osservato che il livello di rischio da caldo più elevato non sempre è associato alle più alte temperature superficiali del suolo (soprattutto durante il periodo diurno), ma è anche funzione di come è distribuita la popolazione e soprattutto i più vulnerabili. La densità di popolazione totale e degli anziani, invece, ha sempre mostrato valori progressivamente più elevati partendo dalla classe di rischio da caldo più bassa (rischio molto basso) e raggiungendo i valori più alti nella classe di rischio più elevata (rischio da caldo molto alto).
Le città più a rischio: Genova e MilanoIn particolare sono stati osservati valori di densità di popolazione particolarmente alti nella classe di rischio da caldo “molto alto” a Genova (circa 27000 e 5500 abitanti totali e anziani per km2 rispettivamente) e Napoli (circa 19400 e 2300 abitanti totali e anziani per km2 rispettivamente) tra le città costiere, e a Milano (19300 e 3300 abitanti totali e anziani per km2 rispettivamente) e Torino (18600 e 3300 abitanti totali e anziani per km2 rispettivamente) tra quelle dell’entroterra.
Analisi diurna
Durante il periodo diurno, la maggior parte delle città studiate (3 città dell’entroterra e 3 costiere) hanno mostrato le temperature del suolo medie estive più elevate nel livello di rischio da caldo “moderato” (da circa 23 °C di Torino a oltre 32 °C di Catania). Le altre città invece hanno mostrato le temperature del suolo più elevate nelle classi di rischio “alto” (Genova con 20 °C) e “molto alto” (Milano con circa 25 °C, Napoli e Firenze con quasi 29 °C, Roma con oltre 31 °C).
Di giorno, il livello di rischio “moderato” è risultato essere quello più rappresentato (in termini di copertura superficiale) in molte delle città studiate, con una copertura superiore al 50% della superficie totale urbana nelle città di Roma e Torino e in quasi tutte le città costiere (in arancione nelle figure in basso). Nelle altre città dell’entroterra e la città di Genova il livello di rischio con la maggiore copertura superficiale è stato quello “basso” (in giallo nelle figure in basso).
Analisi notturna
Durante il periodo notturno, invece, quasi tutte le città hanno mostrato le temperature del suolo più elevate coincidenti con il livello di rischio da caldo più elevato (rischio molto alto). In particolare, la temperatura notturna del suolo media estiva più elevata è stata osservata a Bologna (con quasi 19 °C), seguita da Firenze, Roma e Palermo (poco oltre 17 °C).
Di notte, il livello di rischio “basso” è risultato essere quello con la maggiore copertura superficiale tra tutti i livelli di rischio nella maggior parte delle città (con valori tra poco oltre il 45% a Milano e circa l’80% a Bari) (in giallo nelle figure in alto). La città di Bologna ha mostrato il più alto valore assoluto di copertura superficiale coincidente con il livello di rischio “molto basso” (circa l’83% della copertura superficiale totale) (in verde nella figura in alto a destra). Alcune città, comunque, tra cui Roma, Napoli e Catania, hanno mostrato, così come osservato durante il periodo diurno, la maggiore copertura superficiale coincidente con il livello di rischio “moderato” (in arancione nelle figure in alto).Rischio maggiore nelle aree costiere
Le superfici delle aree urbane interessate dai più alti livelli di rischio da caldo (rischio alto e molto alto) sono risultate essere più elevate sulle città costiere (in media 11.3% della superficie a rischio alto e 6.0% a rischio molto alto) rispetto alle città dell’entroterra (in media 8.1% della superficie a rischio alto e 3.3% a rischio molto alto). In particolare, il massimo livello di rischio da caldo (rischio molto alto) ha raggiunto il massimo di copertura superficiale diurna e notturna nella città di Napoli (circa il 15-16% della superficie totale), seguita da Padova (con circa 8-9%) e Palermo (circa 8%) (in viola nelle figure in alto). Le città di Bologna e Genova hanno invece mostrato le più basse coperture superficiali del massimo livello di rischio, con valori sempre inferiori all’1% sia di giorno che di notte (in viola nelle figure in alto).
Come utilizzare i dati raccolti
L’esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio degli effetti del caldo per la popolazione può facilitare e ottimizzare- si legge in conclusione dello studio- interventi da parte delle autorità locali che si occupano delle strategie di intervento per contrastare gli effetti del caldo a scala urbana. Ad esempio possono essere d’aiuto per programmare interventi a breve termine, ma sarebbero d’aiuto anche e sopratutto per azioni a medio/lungo termine, migliorando la pianificazione di interventi di mitigazione dell’ambiente urbano, identificando le aree pubbliche e private adatte a una corretta e strategica reintroduzione della vegetazione, o ancora rivestendo i tetti con vegetazione (tetti verdi) o utilizzando materiali riflettenti, modificando, quindi, le superfici degli edifici.