A partire dai dati del primo trimestre 2017, spiega l'Istat, la base di riferimento dell'indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è il 2015 (la base precedente era il 2010). Vengono così recepite le disposizioni contenute nel Regolamento europeo 2016/792 dell'11 maggio 2016, che garantiscono armonizzazione e comparabilità dei dati prodotti dai diversi paesi dell'Unione europea.
Nel primo trimestre 2017, secondo le stime preliminari, l'indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) non varia rispetto al trimestre precedente e diminuisce dello 0,1% nei confronti dello stesso periodo del 2016 (era -0,3% nel trimestre precedente).
La lieve flessione tendenziale dell'IPAB è dovuta esclusivamente ai prezzi delle abitazioni nuove la cui variazione torna ad essere negativa (-0,4% da +0,5% del trimestre precedente). I prezzi delle abitazioni esistenti, invece, per la prima volta dal terzo trimestre del 2011, registrano una variazione nulla dopo ripetute variazioni negative.
Questa dinamica dei prezzi delle abitazioni si manifesta in presenza di una crescita ancora sostenuta (ininterrotta dal secondo trimestre 2015) del numero degli immobili residenziali compravenduti: +8,6% rispetto al primo trimestre del 2016 secondo i dati diffusi dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate.
Il tasso di variazione acquisito dell'IPAB per il 2017 risulta pari a -0,2%.
Guardando la serie storica dell'IPAB, disponibile dal 2010, i dati più recenti sembrano segnare la fine del calo prolungato dei prezzi delle abitazioni iniziato nel 2012, sebbene non si intravedano ancora segnali di ripresa.
Con i dati del primo trimestre 2017 sono stati aggiornati i pesi con i quali le abitazioni nuove e quelle esistenti contribuiscono al calcolo dell'IPAB. Si riduce ulteriormente il peso delle abitazioni nuove, pari ormai a poco meno di un quinto (nel 2010 era circa un terzo).