Il valore della maxi-operazione
Oltre a mantenere una forte presenza nel settore dei materiali da costruzione, con la partecipazione in HeidelbergCement rafforzeremo il portafoglio di investimenti industriali che si affiancano alle partecipazioni già detenute nel settore dell'imballaggio alimentare (SirapGema) e in altri comparti diversificati, afferma la nota della holding che fa capo ai Pesenti al termine del Cda che ha approvato l'operazione con il gruppo tedesco.Un settore dominato da big players
Ma la partita si gioca non solo nella copertura dei comparti ma anche e sopratutto a livello geografico. Se il gruppo tedesco è forte in Nord Europa, nell'Africa sub-sahariana e in Asia, Italcementi la fa da padrona nell'Europa mediterranea e nel Nord Africa. E ciò che emerge dalle operazioni in atto nel settore è che il futuro sarà nelle grandi economie di scala, nel prepararsi ad un'attesa ripresa degli investimenti infrastrutturali, già iniziata negli Usa ma prevista anche nel Vecchio Continente da qui a qualche anno, facendosi big player.
Il malcontento dei sindacati e la 'gioia' di Piazza Affari
La notizia dell'acquisizione ha fatto 'volare' i titoli del settore costruzioni a Piazza Affari. Le azioni Italcementi sono entrate in negoziazione evidenziando un balzo del 52%, avvicinandosi ai 10,60 euro per azione offerti dalla società tedesca. In forte rialzo anche Italmobiliare che mette a segno un progresso del 37%. L'operazione alimenta gli acquisti anche su Buzzi Unicem che sale di oltre 6,72%, mentre Cementir guadagna oltre l'8% e Vianini Lavori più del 7%. A Francoforte invece scivolano le azioni HeidelbergCement, di quasi il 4%.
Lo stesso entusiasmo non si respira, però, sul fronte dei sindacati del settore edile, che esprimono preoccupazione per gli aspetti occupazionali della cessione del controllo del gruppo del cemento Italcementi alla tedesca Heidelberg. Oltre ad essere avvenuto senza il coinvolgimento dei sindacati, l'accordo "non dà alcuna garanzia sia sul mantenimento dei livelli occupazionali rispetto al piano di ristrutturazione, che si concluderà a gennaio 2017, sia per quanto riguarda gli stabilimenti che la sede direzionale di Bergamo, nella quale lavorano circa 600 persone", si legge nella nota congiunta dei segretari nazionali di FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil.