Presentati i risultati dell’eMobility Report 2018, sviluppato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, nel corso dell’intervento a That’s Mobility, l’evento dedicato alla mobilità elettrica realizzato da Reed Exhibitions Italia.
In Italia nel 2017 sono state vendute 4.827 auto elettriche, mentre nel primo semestre del 2018 ne sono state immatricolate 4.129, con un aumento dell’89%. Una crescita che ha coinvolto anche le infrastrutture di ricarica, che a fine 2017 comprendevano circa 2.750 punti d ricarica pubblici (+750 sul 2016), di cui il 16% (443) high power, e circa 1.300 colonnine.
Sulla base di queste premesse ci siamo domandati quali possano essere gli scenari di mercato per il futuro della mobilità elettrica nel nostro Paese. - dichiara Vittorio Chiesa, Direttore dell’energy & Strategy Group - In futuro ci si aspetta una riduzione del costo iniziale di acquisto dei veicoli elettrici per effetto di economia di scala (soprattutto per quanto riguarda le batterie) e di politiche commerciali, per cui si stima che si potrebbe giungere alla parità di costo iniziale con i veicoli a combustione interna entro il 2024.
L’eMoblity Report 2018 evidenzia inoltre come un utilizzo maggiore del veicolo renda maggiormente conveniente il passaggio a un’auto elettrica rispetto a un utilizzo “standard” e come se si vincesse la range anxiety (e in tal senso lo sviluppo dell’infrastruttura sarà cruciale) e si cominciasse a usare l’auto elettrica anche per percorrenze maggiori e più frequenti le proiezioni partirebbero da condizioni maggiormente convenienti.
Per quanto concerne l’analisi dello sviluppo della mobilità elettrica in Italia da qui al 2030 sono stati ipotizzati tre scenari:
- uno scenario BASE, che prevede un’adozione di veicoli elettrici che, seppur in crescita nell’intervallo di tempo considerato, non va oltre gli 1,8 milioni di veicoli circolanti al 2030, con il picco della quota di mercato delle nuove immatricolazioni in quell’anno pari al 20% del totale. I veicoli ibridi mantengono una maggiore quota di mercato sulle nuove immatricolazioni fino al 2025, per scendere poi al 30% al 2030;
- uno scenario definito MODERATO, dove i veicoli elettrici raggiungono il 20% di nuove immatricolazioni già nel 2025, per arrivare quasi al 50% nel 2030, anno in cui quelli circolanti arrivano a sfiorare i 5 milioni (circa il 13% del parco circolante);
- infine, uno scenario di SVILUPPO ACCELERATO dove si assiste a un rapido aumento delle immatricolazioni già prima del 2025, quando raggiungono il 35% e quasi 2 milioni di veicoli circolanti. Al 2030 le immatricolazioni di veicoli elettrici superano il 60%, trainate dai veicoli full electric (l’80% del mix), raggiungendo i 7,5 milioni (20% del circolante totale).”
Nello scenario BASE, il parco circolante di auto elettriche al 2030 raggiunge 1,8 milioni, con un incremento di 320.000 unità dal 2020 al 2025 e di 1,5 milioni nel quinquennio successivo. La percentuale sulle nuove immatricolazioni passa dallo 0,75% del 2020 al 20% del 2030, con un incremento quindi di oltre 80 volte rispetto al dato fatto registrare a fine 2017.
Nello scenario SVILUPPO ACCELERATO, il parco circolante di auto elettriche al 2030 raggiunge 7,5 milioni, con un incremento di quasi 2 milioni di unità dal 2020 al 2025 e di 5,5 milioni nel quinquennio successivo. La percentuale sulle nuove immatricolazioni passa dal 2,5% del 2020 al 65% del 2030, con un incremento quindi di oltre 260 volte rispetto al dato fatto registrare a fine 2017.
Si può vedere come, in tutti e tre i casi, l’impatto «vero» dei veicoli elettrici inizi a vedersi intorno al 2025, cui segue un periodo di crescita molto sostenuta tra il 2025 e il 2030.
L’analisi relativa all’infrastruttura di ricarica ha previsto invece – per ciascuno degli scenari relativi alle auto – una forchetta di valori, relativi alle installazioni di colonnine pubbliche e private ad uso pubblico da oggi al 2030. In particolare, sulla base anche qui della letteratura di riferimento e grazie al supporto degli operatori nell’adattare alle peculiarità del contesto italiano il rapporto tra auto e punti di ricarica, si è stimato il possibile numero di installazioni nel nostro Paese.
Per elaborare gli scenari di sviluppo della infrastruttura di ricarica si è partiti dal rapporto tra punti di ricarica e veicoli elettrici. Nei primi anni di sviluppo della mobilità elettrica si è mantenuto come «standard» un rapporto di circa 1:10 tra punto di ricarica e veicoli circolanti, necessario a garantire una certa capillarità delle installazioni.
Tuttavia, una volta raggiunta una buona diffusione territoriale, non è più necessario (né fattibile) mantenere questo rapporto, che quindi è stato previsto in diminuzione. A ciò può contribuire anche l’aumento della velocità di ricarica delle colonnine, che può compensare la minore numerosità relativa.
La differenza tra gli scenari è, come si vede, certo significativa nei «numeri» ma meno pronunciata di quanto visto per i veicoli.
Se si guarda infatti al 2025 infatti si passa dai 21.000 punti di ricarica medi dello scenario base ai 38.000 di quello a sviluppo accelerato. Se si guarda al dato del 2030, il numero medio di punti di ricarica passa da un minimo di 28.000 ad un massimo di 48.000 nello scenario a maggior sviluppo.
A queste colonnine pubbliche, nella nostra accezione di «pubblico accesso», vanno aggiunte ovviamente quelle di ricarica private, come visto soprattutto domestiche. In questo caso, tenendo conto delle caratteristiche del contesto italiano (soprattutto della disponibilità di parcheggi privati nelle grandi città) e considerando però anche la crescita di ricariche elettriche presso i parcheggi privati di imprese, è possibile ipotizzare un rapporto tra punti di ricarica e auto elettriche compreso tra 0,8 e 0,9.
Il numero di colonnine private al 2030 varia quindi tra 1,4 milioni e 1,6 milioni nello scenario base al 2030 per arrivare a numeri sino a 6,8 milioni nello scenario di sviluppo accelerato.
A partire dagli scenari presentati si è provato infine a stimare il volume di mercato (in €) che può essere generato in Italia dalla mobilità elettrica (auto ed infrastruttura di ricarica).
In particolare è possibile distinguere due componenti:
- la componente investimento (veicolo e punti di ricarica, siano essi pubblici o privati). In questo caso si è considerato un costo medio del veicolo pari a 30.000 €, dell’infrastruttura di ricarica in AC pari a 7.500 €, di quella in DC pari a 40.000 € (e che questi siano il 15% del totale) e di quella domestica pari a 1.000 €;
- la componente di gestione (costo della ricarica e della manutenzione del veicolo), che invece vanno considerati lungo l’intera vita utile di ogni veicolo. In questo caso si è considerato un costo per la ricarica pari a 0,5 €/kWh e un costo di manutenzione di 150 €/veicolo all’anno.
Si sono volutamente trascurati gli effetti indotti (ad esempio per l’incremento di capacità produttiva per l’energia richiesta o per le infrastrutture).
“Le grandi differenze evidenziate in termini soprattutto di immatricolazioni di veicoli elettrici nei tre scenari conducono a volumi di investimenti molto diversi nell’arco temporale considerato.” - prosegue Chiesa.
Al 2025 si va dai «soli» 11,5 miliardi di € dello scenario base ai 61 dello scenario accelerato; differenza che si fa ancora maggiore al 2030, dove nel primo scenario si arriva ai 56,6 miliardi di € agli oltre 230 dello scenario accelerato.
Analogamente anche i costi di gestione sono molto diversi nei tre scenari: nello scenario base sono pari a 675 milioni di € all’anno, in quello di sviluppo moderato a 1,8 miliardi di € l’anno e in quello di sviluppo accelerato a 2,8 miliardi di € l’anno.
Conclude Vittorio Chiesa:
Mi sento di essere ottimista perché stiamo assistendo a due fenomeni che fanno ben sperare nello sviluppo della mobilità elettrica in Italia: da una parte l’attivazione del comparto dell’automotive e contemporaneamente l’interesse mostrato dall’industria petrolifera che guarda con attenzione alla sua evoluzione.