Mercato

Italtherm chiude il 2022 con +40% di fatturato e apre nuove posizioni

Italtherm, azienda emiliana che opera nel settore del riscaldamento autonomo centralizzato e della climatizzazione, racconta il 2022 rilanciando su nuove posizioni aperte e implementando l’offerta con prodotti ibridi splittati

lunedì 13 febbraio 2023 - Redazione Build News

Italtherm sede

Sono 75,3 i milioni di euro con i quali Italtherm, azienda emiliana specializzata nel settore del riscaldamento e della climatizzazione, ha chiuso il proprio fatturato nel 2022, il 40% in più rispetto al 2021 e il doppio confrontandolo con il 2020 (35,2 milioni di fatturato).

A crescere è anche l’organico che conta oggi 160 dipendenti, quintuplicati rispetto al 2012, quando se ne contavano 30. Inoltre, nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi economica, l'azienda ha continuato a investire e inserito circa 50 nuove risorse negli ultimi due anni. Una spinta che non accenna a fermarsi: sono 6 le nuove posizioni aperte in Emilia Romagna e l’obiettivo è raggiungere nel corso del 2023 quota 170 dipendenti.

Numeri di successo e in crescita costante, che raccontano una storia tutta italiana: dalla ricerca e sviluppo alla progettazione, dalla produzione alla commercializzazione, fino alla consulenza e assistenza pre e post vendita in Italia e all'estero, Italtherm rappresenta una vera eccellenza del Made in Italy.

Risultati che pagano gli sforzi e un impegno che Paolo Mazzoni, fondatore di Italtherm, porta avanti scommettendo ogni giorno sui giovani, sul know how italiano e sul legame con il territorio. Italtherm vanta infatti un'esperienza di oltre 50 anni nel settore e una storia di grande impatto sociale: è stata fondata nel 2011 per volere di Paolo Mazzoni, del suo socio Baltur e di un gruppo di ex-dipendenti Hermann, l’azienda creata nel 1970 da Mazzoni stesso a Pontenure (Piacenza). Nel 2007, con l’intenzione di consolidare il mercato estero, la Hermann venne ceduta ad un gruppo internazionale, che tuttavia decise dopo pochi anni di chiudere la produzione italiana, licenziando i dipendenti dello stabilimento di Pontenure. L’azienda è dunque rinata dalle sue stesse ceneri: ricontattati da un gruppo di ex-dipendenti, Paolo Mazzoni e il suo socio  Baltur ripartirono, creando il nuovo marchio.

Quella di Italtherm è una vision che mette al centro il rispetto per l'ambiente e per l'energia, fondamentale in un periodo di crisi climatica, economica ed energetica. Attraverso lo sviluppo di tecnologie in grado di ottimizzare le fonti energetiche disponibili - integrando le fonti tradizionali con quelle rinnovabili - la gamma dei prodotti progettati dall'azienda si amplia continuamente.

"Il mercato è sempre più orientato verso scelte sostenibili e la richiesta di queste soluzioni è aumentata esponenzialmente a causa degli eventi bellici dell’ultimo anno (che hanno comportato l'aumento del prezzo del gas), e grazie agli incentivi fiscali a sostegno dell'efficientamento energetico degli impianti esistenti", afferma Paolo Mazzoni, fondatore di Italtherm. "Si tratta di scelte che se non supportate anche dal lato pratico risultano essere efficaci solo su carta. Per questo per il 2023 abbiamo avviato due nuove divisioni, per sviluppare e produrre soluzioni con tecnologia in pompa di calore e ibride”.

Più nello specifico, Italtherm punta al lancio dei nuovi prodotti ibridi splittati Top Hybrid, una gamma versatile da interno, esterno ed incasso, per la sostituzione di impianti di riscaldamento (alta e bassa temperatura), per la ristrutturazione e le nuove costruzioni. Gli ibridi splittati offriranno il massimo del risparmio grazie al software HeM - Hybrid Energy Management, il cui algoritmo è in grado di gestire autonomamente l’integrazione tra le fonti energetiche facendo intervenire la tecnologia (pompa di calore e/o condensazione) più conveniente in un dato momento sulla base di parametri quali: il modo di utilizzo dell’impianto, i costi di gas ed energia elettrica, la temperatura esterna e di mandata.

Inoltre, tutti i sistemi ibridi Italtherm sono Hydrogen Ready, progettati per funzionare con miscele di gas metano e 20% di idrogeno, permettono una riduzione di CO2 fino al 22%.

L’azienda di Pontenure ha previsto un ampliamento della gamma di pompe di calore e ibridi, che potranno essere installati anche usufruendo di detrazioni come il Superbonus, l’Ecobonus, il Bonus Casa e il Conto termico 2.0.

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